Due vaccini con adiuvante AS01 legati a riduzione del rischio di demenza


Due vaccini contenenti l’adiuvante AS01 contro il virus respiratorio sinciziale (RSV) e contro l’herpes zoster sono associati a una significativa riduzione del rischio di demenza

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Uno studio pubblicato su “npj Vaccines” ha evidenziato che due vaccini contenenti l’adiuvante AS01—quello contro il virus respiratorio sinciziale (RSV) e quello ricombinante contro l’herpes zoster—sono associati a una significativa riduzione del rischio di demenza negli adulti più anziani.

L’analisi ha coinvolto oltre 400.000 individui negli Stati Uniti, confrontando i tassi di insorgenza di demenza nei soggetti vaccinati rispetto a quelli che avevano ricevuto esclusivamente il vaccino antinfluenzale.

Rispetto a quest’ultimo, il vaccino anti-RSV con AS01 ha mostrato una riduzione del 29% del tempo medio perso prima di ricevere una diagnosi di demenza, con un rapporto di tempo medio ristretto perso (restricted mean time lost, RMTL) pari a 0,71 (IC 95% 0,61–0,83) a 18 mesi.

Per il vaccino ricombinante contro l’herpes zoster, il rapporto RMTL era di 0,82 (IC 95% 0,74–0,91), mentre nei soggetti che avevano ricevuto entrambe le vaccinazioni si osservava un RMTL ancora più favorevole: 0,63 (IC 95% 0,55–0,72).

L’adiuvante AS01, contenuto in entrambi i vaccini ma assente nella formulazione antinfluenzale, sembrerebbe contribuire direttamente a questo effetto neuroprotettivo.

Ipotesi immunitaria: un effetto non specifico? 
Gli autori, guidati da Paul Harrison dell’Università di Oxford, hanno rilevato l’assenza di differenze tra i due vaccini contenenti AS01, suggerendo che l’effetto protettivo possa dipendere dall’adiuvante stesso più che dall’antigene.

In precedenti lavori, lo stesso gruppo aveva osservato un’associazione tra il vaccino ricombinante contro l’herpes zoster e una riduzione dell’incidenza di demenza maggiore nell’arco di sei anni rispetto al vaccino vivo attenuato.

Harrison ha ipotizzato che questa differenza potesse essere attribuita alla presenza dell’AS01 nella formulazione ricombinante. L’attuale analisi, che mostra risultati analoghi anche con il vaccino AS01 anti-RSV, rafforza questa ipotesi.

L’immunologo Andrew Pollard, anch’egli dell’Università di Oxford e non coinvolto nello studio, ha osservato che i risultati potrebbero riflettere un effetto immunitario non specifico, poiché la stimolazione indotta dai vaccini contenenti AS01 sarebbe in grado di generare un ambiente sistemico protettivo verso i processi neurodegenerativi.

Ha tuttavia ricordato che tutti gli studi pubblicati finora sono osservazionali, e pertanto soggetti a possibili bias, come le differenze tra chi sceglie di vaccinarsi e chi no. Il fatto che risultati coerenti emergano da diversi studi aumenta comunque la solidità dell’osservazione.

Numeri solidi, criteri stringenti
L’analisi ha utilizzato cartelle cliniche elettroniche di adulti statunitensi, ricavate dalla rete TriNetX. Sono stati identificati 35.938 soggetti che avevano ricevuto solo il vaccino RSV con AS01, 103.798 vaccinati solo contro l’herpes zoster con vaccino contenente AS01 e 78.658 che avevano ricevuto entrambi i vaccini.

Per ogni gruppo è stato selezionato un numero equivalente di controlli, vaccinati unicamente contro l’influenza, appaiati per 66 variabili tra cui fattori sociodemografici, comorbilità, pregressa infezione erpetica e storia di vaccinazione antinfluenzale.

La data indice è stata fissata al 1° maggio 2023, giorno dell’approvazione del vaccino RSV AS01 da parte della FDA. Sono stati esclusi i soggetti con diagnosi di demenza, Alzheimer, Parkinson o altre malattie neurodegenerative prima o entro tre mesi successivi alla data indice.

La codifica utilizzata per l’identificazione del vaccino RSV includeva sia la formulazione con AS01 sia una variante ricombinante priva dell’adiuvante; questi ultimi soggetti sono stati esclusi. Poiché non tutte le cartelle riportavano il marchio commerciale, gli autori hanno stimato che circa il 76% dei soggetti avesse ricevuto il vaccino con AS01.

Cosa può (e non può) dire questo studio
I ricercatori hanno precisato che l’assenza di una diagnosi non coincide necessariamente con l’assenza della malattia, poiché esistono ritardi diagnostici.

Tuttavia, qualora tali ritardi siano distribuiti in modo omogeneo tra le coorti, la differenza osservata nel tempo libero da diagnosi può essere considerata un indicatore surrogato attendibile del tempo effettivamente libero dalla patologia, pur non essendo un endpoint clinico diretto.

È stato inoltre riconosciuto che l’uso dei dati amministrativi comporta limiti intrinseci, inclusa l’assenza di validazione diagnostica e la scarsità di informazioni su fattori socioeconomici e comportamentali. Gli autori non escludono l’influenza di fattori confondenti non misurati sui risultati osservati.

Bibliografia:
Taquet M, Todd JA, Harrison PJ. Lower risk of dementia with AS01-adjuvanted vaccination against shingles and respiratory syncytial virus infections. NPJ Vaccines. 2025;10(1):130. doi: 10.1038/s41541-025-01172-3.
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