Buone notizie per i pazienti affetti da pemfigoide bolloso, una rara e grave malattia autoimmune della pelle: la Food and Drug Administration (Fda) ha approvato dupilumab
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Notizia significativa per i pazienti affetti da pemfigoide bolloso, una rara e grave malattia autoimmune della pelle: la Food and Drug Administration (Fda) ha approvato dupilumab, sviluppato congiuntamente da Sanofi e Regeneron, come primo farmaco mirato per questa condizione.
Questa nuova indicazione rappresenta l’ottava concessione da parte dell’agenzia statunitense per dupilumab, che si conferma un pilastro nel trattamento delle patologie infiammatorie di tipo 2.
Dupilumab è un anticorpo monoclonale umano che agisce inibendo i recettori dell’interleuchina-4 (IL-4) e dell’interleuchina-13 (IL-13), due citochine chiave coinvolte nell’infiammazione di tipo 2, alla base di numerose malattie immuno-mediate, tra cui asma, dermatite atopica, rinosinusite cronica con poliposi nasale e ora anche pemfigoide bolloso. La sua azione specifica riduce l’iperattività del sistema immunitario responsabile della distruzione dei tessuti epidermici in queste condizioni.
Studio ADEPT: risultati promettenti
La decisione della Fda si basa sui dati dello studio clinico di fase II/III ADEPT, uno studio randomizzato, controllato con placebo, che ha coinvolto 106 adulti affetti da pemfigoide bolloso moderato-severo. Tutti i partecipanti hanno ricevuto corticosteroidi orali a dosaggio riducibile come terapia standard, integrata da somministrazione sottocutanea di dupilumab o placebo per un periodo totale di 52 settimane.
I risultati principali dello studio hanno mostrato un beneficio clinicamente significativo per i pazienti trattati con dupilumab. Al momento del completamento delle 36 settimane di trattamento, il 18,3% dei pazienti che assumevano dupilumab ha raggiunto una remissione sostenuta della malattia rispetto al solo 6,1% del gruppo placebo, con una differenza assoluta del 12,2%. Inoltre, un secondo endpoint secondario ha evidenziato una riduzione clinicamente rilevante del prurito intenso, misurato tramite la scala Peak Pruritus Numerical Rating Scale (PP-NRS): il 38,3% dei pazienti trattati ha registrato miglioramenti significativi rispetto al 10,5% del gruppo controllo.
Dal punto di vista della gestione farmacologica, è emersa una riduzione statisticamente significativa del dosaggio cumulativo di corticosteroidi orali necessari per controllare la malattia: la mediana è scesa a 2,8 grammi nei pazienti trattati con dupilumab rispetto ai 4,1 grammi del gruppo placebo. Questo risultato è particolarmente importante, considerando che i corticosteroidi, pur essendo spesso indispensabili, sono associati a effetti collaterali sistemici gravi, soprattutto in pazienti anziani — la fascia d’età maggiormente colpita dal pemfigoide bolloso.
Impatto clinico e prospettive future
Il pemfigoide bolloso è una malattia autoimmune rara caratterizzata dalla formazione di vesciche cutanee dolorose e pruriginose, causate dall’attacco del sistema immunitario contro le proteine della membrana basale dermo-epidermica. Sebbene non sia frequentissima, la sua incidenza aumenta con l’età ed è associata a una maggiore mortalità, specialmente nei pazienti fragili e in quelli con comorbilità. Fino ad oggi, il trattamento principale si basava su corticosteroidi sistemici e altri immunosoppressori, con limitazioni legate alla tollerabilità e all’efficacia prolungata.
Con l’introduzione di dupilumab, per la prima volta si dispone di un’alternativa mirata e ben tollerata, capace di indurre remissione senza compromettere la qualità di vita del paziente. Questa novità offre nuove speranze non solo per il controllo sintomatico, ma anche per modificare il decorso della malattia stessa.
L’indicazione è attualmente sotto revisione da parte delle autorità regolatorie europee (EMA), giapponesi e cinesi, segnando potenzialmente un ampliamento globale dell’utilizzo del farmaco. Il mercato globale di dupilumab continua a crescere, avvicinandosi ai 15 miliardi di euro di fatturato annuo, con previsioni che lo vedono superare i 20 miliardi di dollari entro il 2030, prima dell’entrata in gioco dei biosimilari.
In futuro, si attendono ulteriori studi per valutare l’efficacia di dupilumab in altre forme di pemfigoide e in altre patologie cutanee rare. L’obiettivo rimane quello di espandere la platea dei pazienti che possono beneficiare di terapie biologiche mirate, riducendo la dipendenza da farmaci con profilo di sicurezza meno favorevole.
Bibliografia
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