Un incontro con Giulio e Jasmine Hassan, protagonisti del romanzo “Notturno libico” di Raffaele Genah, tratto dalla loro storia drammatica. Se ne parla a “Sorgente di vita”
![]()
Un incontro con Giulio e Jasmine Hassan, protagonisti del romanzo “Notturno libico” di Raffaele Genah, tratto dalla loro storia drammatica. Domenica 13 luglio, alle 8.00 su Rai 3, se ne parla a “Sorgente di vita”, il programma di vita e cultura ebraica prodotto da Rai Cultura e curato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Fuggiti da Tripoli con l’ultima tappa del grande esodo degli ebrei dalla Libia nel giugno del 1967, Giulio e Jasmine sono stati tra i pochissimi a tornarvi, nel 1969, per sistemare alcuni affari di famiglia. Giulio viene arrestato, sconta anni di carcere durissimo in Libia, ma non si piega, resiste. Fino alla liberazione e alla successiva emigrazione in Italia.
A seguire: dipinti, sculture, disegni, lettere e foto raccontano il sodalizio di arte e vita che ha legato Mario Mafai e Antonietta Raphael, e che ha segnato la cultura italiana del secolo scorso. Oltre cento opere, alcune inedite, sono esposte nella mostra “Un’altra forma d’amore”, fino al 2 novembre a Roma, al Casino dei Principi di Villa Torlonia. Una esposizione che si snoda su due piani, scandita in sette sezioni tematiche, curata da Valerio Rivosecchi e Serena De Dominicis.
Una vicenda poco conosciuta, che si svolge in un luogo che è stato per secoli simbolo di ingiustizia e oppressione, la Casa dei Catecumeni a Roma, dove erano costrette le vittime delle conversioni forzate, e nell’attigua chiesa della Madonna dei Monti. Negli anni dell’occupazione tedesca, qui furono accolte e salvate dalla deportazione venti bambine ebree. Ne parla Paolo Rodari, che ha raccontato la storia della piccola Aida, tra realtà e fantasia, nel libro “Il mantello di Rut”.