Patritumab deruxtecan promettente in pazienti con metastasi cerebrali da carcinoma mammario


Patritumab deruxtecan efficace in pazienti che presentano metastasi cerebrali attive da carcinoma mammario metastatico o carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato o malattia leptomeningea

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In pazienti che presentano metastasi cerebrali attive da carcinoma mammario metastatico o carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato o malattia leptomeningea da tumori solidi, il trattamento con il coniugato anticorpo-farmaco (ADC) patritumab deruxtecan ha mostrato un’efficacia promettente secondo i risultati dello studio di fase 2 TUXEDO-3, presentati da poco in una sessione orale del convegno annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) a Chicago. I dati dello studio sui pazienti con malattia leptomeningea sono stati anche pubblicati in contemporanea su Nature Medicine.

Lo studio ha centrato i suoi endpoint primari, con un tasso di risposte obiettive (ORR) intracraniche nel 23,8% e 30%, rispettivamente, dei pazienti con carcinoma mammario metastatico e carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato, e con il 65% dei pazienti con malattia leptomeningea ancora in vita dopo 3 mesi. Inoltre, Matthias Preusser, dell’Università Medica di Vienna, l’autore che ha presentato i dati, ha dichiarato che i sintomi neurologici sono rimasti stabili o addirittura migliorati.

Patritumab deruxtecan
Il coniugato anticorpo-farmaco patritumab deruxtecan è un ADC diretto contro il recettore HER3 e formato da un anticorpo monoclonale anti-HER3 interamente umano (patritumab), legato in modo covalente a un inibitore della topoisomerasi I tramite un linker idrolizzabile basato su un tetrapeptide stabile e selettivo per i tumori.

Patritumab deruxtecan ha dimostrato di essere efficace nei tumori mammari e polmonari, e il recettore HER3 è coinvolto nelle metastasi del sistema nervoso centrale, in particolare nella colonizzazione parenchimale.

Lo studio TUXEDO-3
Lo studio TUXEDO-3 (NCT05865990) è un trial internazionale, multicentrico, a braccio singolo, composto da tre coorti, in aperto che ha valutato l’efficacia e la sicurezza di patritumab deruxtecan in pazienti adulti, con carcinoma mammario metastatico (21 pazienti, coorte 1) o carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato (20 pazienti, coorte 2) con metastasi cerebrali attive, già trattati con almeno una linea di terapia sistemica nel setting della malattia avanzata, oppure in pazienti con tumore solido avanzato (20 pazienti, coorte 3) che presentano malattia leptomeningea attiva dopo radioterapia, che non necessitano di un trattamento locale immediato e che non sono stati trattati in precedenza con un farmaco mirato contro HER3.

Gli endpoint primari erano l’ORR intracranica nelle coorti 1 e 2 (≥ 15%) e la sopravvivenza globale (OS) a 3 mesi nella coorte 3 (≥ 15% dei pazienti in vita). I partecipanti sono stati trattati con HER3-DXd alla dose di 5,6 mg/kg ogni 21 giorni fino alla progressione della malattia, all’interruzione del trattamento o alla morte.

Endpoint primari raggiunti in tutte e tre le coorti
L’età mediana dei pazienti al basale era di 57 anni, 59,5 anni e 51,5 anni rispettivamente nei gruppi con cancro al seno, carcinoma polmonare non a piccole cellule e malattia leptomeningea. La percentuale di pazienti con diagnosi recente di metastasi cerebrali era del 28,6% nei partecipanti con cancro al seno e del 35% in quelli con carcinoma polmonare non a piccole cellule, mentre tutti i pazienti della coorte 3 avevano una diagnosi recente di malattia leptomeningea.

Il numero mediano di linee di trattamento precedenti nel contesto avanzato era pari rispettivamente a 4 (range: 1-13), 1,5 (range: 1-5) e 2 (range: 0-6) nei tre gruppi.
Al follow-up mediano di 4,9 mesi nel gruppo con cancro al seno, 5,3 mesi nel gruppo con carcinoma polmonare non a piccole cellule e 5,4 mesi nel gruppo con malattia leptomeningea, gli endpoint primari sono stati raggiunti in tutte e tre le coorti.

Per quanto riguarda il secondo endpoint primario, nel gruppo con malattia leptomeningea i tassi di OS stimati a 3 e 6 mesi sono risultati rispettivamente del 69,6% e 58,9%.

Qualità della vita e sintomi neurologici stabili o migliorati 
Eventi avversi correlati al trattamento si sono verificati nell’81% dei pazienti nella coorte 1, nell’80% della coorte 2 e nell’81,8% della coorte 3. Il tasso di eventi avversi correlati al trattamento di grado 3 o superiore è risultato rispettivamente del 28,6%, 40% e 31,8%. Non sono stati osservati eventi avversi correlati al trattamento fatali, né nuovi segnali di sicurezza.

Gli sperimentatori hanno concluso che i sintomi neurologici, la qualità della vita e le funzioni neurocognitive sono rimasti stabili o sono migliorati durante il trattamento.

«Patritumab deruxtecan potrebbe rappresentare una nuova opzione terapeutica per i pazienti con metastasi cerebrali attive e malattia leptomeningea» ha concluso Preusser.

Bibliografia
M. Preusser, et al. Patritumab deruxtecan (HER3-DXd) in active brain metastases (BM) from metastatic breast (mBC) and non–small cell lung cancers (aNSCLC), and leptomeningeal disease (LMD) from advanced solid tumors: Results from the TUXEDO-3 phase II trial. ASCO 2025; abstract 2005; doi 10.1200/JCO.2025.43.16_suppl.2005

M. Preusser, et al. Patritumab deruxtecan in leptomeningeal metastatic disease of solid tumors: the phase 2 TUXEDO-3 trial. Nat Med. 2025. Published online 30 May 2025. leggi