Torna in libreria “All’ombrellino rosso” di Emilio De Marchi


La piccola borghesia milanese, i colletti bianchi del mondo impiegatizio e i contadini lombardi trovano in Emilio De Marchi (Milano, 1851 – 1901) uno dei primi e più acuti cantori

emilio de marchi

“A quarantadue anni avvengono in noi dei fenomeni che fanno paura. Non si osa credere che il cuore possa tornare indietro, essere in credito di qualche cosa e avere delle tratte in scadenza”. La piccola borghesia milanese, i colletti bianchi del mondo impiegatizio e i contadini lombardi trovano in Emilio De Marchi (Milano, 1851 – 1901) uno dei primi e più acuti cantori. Ne sono un esempio i protagonisti dei cinque racconti riuniti nella raccolta All’ombrellino rosso. Oltre alla storia che dà il titolo alla raccolta, la pubblicazione propone “Regi impiegati”, “L’anatra selvatica”, “Ai tempi dei tedeschi” e “Zoccoli e stivaletti”.

Le storie delicate e teneramente leg­gere, fluttuanti come in un film antico, di Emilio De Marchi, hanno un merito notevole: offrono al panorama italiano esempi di narrazione e prosa in cui si fondono realismo e inquietudine, scrivono di vite umili e degne di essere narrate e lette, come se fossero state realmente vissute. (Roberto Mussapi)

La vita quotidiana, gli impegni di lavoro e gli intricati slanci sentimentali di gente semplice, ma non priva di sogni e di ambizioni, viene descritta con brillante ironia da Emilio De Marchi, attivo nel mondo culturale e nelle istituzioni caritative milanesi. Autore di numerosi scritti (il romanzo Demetrio Pianelli è considerato il suo capolavoro), fu anche traduttore delle Favole di Jean de La Fontanine illustrate da Doré.

Roberto Mussapi, che firma la prefazione, tra i maggiori poeti italiani contemporanei, è autore di saggi, opere teatrali e narrative, traduzioni da testi classici e contemporanei. Vincitore del Premio Nazionale Letterario Pisa di poesia nel 2000, è stato editorialista e critico teatrale del quotidiano Avvenire.