La Rai contro Sigfrido Ranucci: per il conduttore di Report arriva il provvedimento disciplinare. Contestate al giornalista, interviste e partecipazioni a programmi tv, senza regolare autorizzazione
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“Dopo 27 anni di Rai ho vinto un provvedimento disciplinare”. Inizia così, la denuncia di Sigfrido Ranucci, che in un post su Instagram con tanto di foto, ha annunciato di aver ricevuto una lettera di contestazione da parte della Rai, a firma dell’ Ad Giampaolo Rossi e del direttore delle Risorse Umane, Felice Ventura, che lo riprendono per aver partecipato ad altri programmi e fatto interviste, senza regolare autorizzazione.
“Ieri sono stato convocato dal mio direttore Paolo Corsini, pensavo che mi rassicurasse sul fatto che le puntate di Report non verranno tagliate e che i compensi della mia squadra fossero salvi, anche solo per gratitudine per la qualità del lavoro svolto. Pensavo anche che mi avesse convocato per dire bravo a me e la squadra visto che ieri è uscito l’indice Qualitel, il sondaggio che la Rai è obbligata a fare in ottemperanza del contratto di servizio pubblico, e dove risulta che Report è il programma d’informazione più gradito. Invece no”, scrive il conduttore di Report. Dopo aver risposto punto per punto, ai passaggi contestati nella lettera, Sigfrido Ranucci trae le sue conclusioni: “Se devo prendermi un provvedimento per aver promosso e difeso la squadra e un marchio storico della Rai come Report, tutelato la libertà di stampa , lo accetto con orgoglio. Oltretutto arriva dopo le interrogazioni di Fi sull’inchiesta su Mori e la commissione Antimafia, e la denuncia di Fazzolari per la puntata su Mediobanca.
REPORT, RUOTOLO (PD): TELEMELONI VUOLE FAR TACERE GIORNALISTI SCOMODI
A denunciare, prima dello stesso protagonista, quanto avvenuto nelle stanze della Rai, è stato Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria Pd ed europarlamentare. “La lettera recapitata a Sigfrido Ranucci, il conduttore di Report, la trasmissione di approfondimento giornalistico di Raitre, ha un sapore di intimidazione”, scrive Ruotolo in una nota. E ancora: “È un procedimento disciplinare, una lettera che va rispedita al mittente. L’hanno firmata l’amministratore delegato dell’azienda, Giampaolo Rossi e il direttore delle risorse umane di via Mazzini, Felice Ventura. Accusano il giornalista di aver partecipato a trasmissioni su La7 della Gruber senza essere autorizzato, quando invece lo era dal direttore Corsini, poi di essere intervenuto a Piazza Pulita per difendersi dalle accuse di Bocchino di essere un manipolatore. Gli altri richiami riguardano le presentazioni del suo libro che parla di libertà di stampa. Uno schiaffo all’articolo 21 della Costituzione. A poco più di un mese dall’entrata in vigore del Media Freedom Act, che impone all’Italia di riformare la governance della Rai per renderla autonoma e indipendente dalla politica, il gruppo dirigente che occupa la Rai sceglie di colpire il giornalista simbolo dell’approfondimento investigativo del servizio pubblico. È l’ennesimo segnale di una deriva preoccupante. Telemeloni vuole mettere a tacere i giornalisti scomodi mentre smantella i programmi di approfondimento di rete in un momento in cui avremmo bisogno di più informazione pubblica e plurale”, conclude.
RAI. M5S: NO AL TAGLIO DELLE PUNTATE DI REPORT
Lo scorso 19 giugno, attraverso una nota, il M5s ha fatto sapere che durante l’incontro del Consiglio di Amministrazione, “sarebbe emersa l’ipotesi di ridurre da 28 a 24 le puntate della trasmissione Report per la prossima stagione”. Una decisione, che per il Movimento “non può essere considerata marginale né tecnica. Report è una delle trasmissioni di punta del Servizio Pubblico, e come noto non ha mai fatto sconti a nessuno. Se è vero che i tagli potrebbero riguardare più programmi, è altrettanto evidente l’atteggiamento punitivo che si profila nei confronti di una trasmissione che ha come unica colpa quella di cercare la verità. Un segnale pericoloso, che colpisce ancora una volta un programma che è sistematicamente vittima di querele temerarie. Non si può pensare di tagliare queste puntate con la scusa del bilancio laddove quei problemi sono stati determinati dai contratti d’oro e blindati a conduttori di programmi rivelatisi un flop”. E ancora, prosegue la nota: “Allo stesso modo, non può passare sotto silenzio il fatto che alcune delle trasmissioni più rappresentative del Servizio Pubblico – in particolare quelle legate all’approfondimento – rischiano di essere svuotate nei contenuti e nelle risorse, anche per effetto di accordi che colpirebbero duramente le squadre redazionali, facendo perdere interi pezzi di professionalità. Chiediamo una netta inversione di rotta. Non si penalizzi Report, non si sacrifichino le inchieste, non si colpiscano i lavoratori che ogni giorno permettono al Servizio Pubblico di essere all’altezza della sua missione. Difendere queste trasmissioni significa difendere il diritto dei cittadini a essere informati”. Così gli esponenti M5S in commissione di vigilanza Rai.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)