Psoriasi pustolosa generalizzata: nei pazienti curati con spesolimab miglioramento duraturo dei sintomi e della qualità della vita
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Quasi due terzi dei pazienti con psoriasi pustolosa generalizzata trattati mensilmente con spesolimab hanno mantenuto una cute libera o quasi libera da lesioni per 48 settimane e quasi un quarto ha mantenuto un impatto minimo della malattia sulla qualità della vita. È quanto emerge da un’analisi secondaria dei dati di fase IIb pubblicati sul Journal of the American Academy of Dermatology (JAAD).
Spesolimab, un anticorpo monoclonale che blocca la via di segnalazione dell’interleuchina (IL)-36, nota per essere coinvolta nella psoriasi pustolosa generalizzata (GPP), è stato approvato dalla FDA nel 2022 per il trattamento delle riacutizzazioni negli adulti con GPP. Nel 2024 l’approvazione è stata estesa al trattamento della GPP negli adulti e nei pazienti pediatrici di età ≥ 12 anni con peso ≥ 40 kg.
Spesolimab migliora efficacemente i sintomi cutanei e la qualità della vita
Nell’analisi post hoc dei dati dello studio Effisayil 2, i ricercatori guidati da Kenneth Gordon, professore di dermatologia presso il Medical College of Wisconsin di Milwaukee, hanno riscontrato che, nel complesso, il 20% dei pazienti trattati con spesolimab 300 mg per via sottocutanea una volta al mese (dopo una dose di carico di 600 mg) ha ottenuto un miglioramento duraturo sia nei punteggi del GPP Physician Global Assessment (GPPGA) che del Dermatology Life Quality Index (DLQI) fino alla settimana 48, rispetto al 3,2% della coorte trattata con placebo.
Per quanto riguarda le manifestazioni cutanee, il 63,3% dei soggetti in trattamento attivo ha ottenuto un miglioramento duraturo, definito come un punteggio GPPGA di 0/1 in tutte le visite fino alla settimana 48, in confronto al 29% nel gruppo placebo.
In termini di qualità della vita, il 24,1% del gruppo spesolimab ha mantenuto punteggi DLQI pari a 0/1 fino alla settimana 48, rispetto al 3,2% con il placebo. Al basale i pazienti hanno riferito che il maggiore impatto della GPP sulla qualità della vita derivava da prurito, indolenzimento e dolore, imbarazzo ed effetti della malattia sulle attività sociali e sulle scelte di abbigliamento.
Anche se i partecipanti presentavano un punteggio GPPGA pari a 0/1 al basale, gli autori hanno osservato che punteggi DLQI medi al basale pari a 11,1 e 7,2 rispettivamente nei gruppi trattati con spesolimab e placebo indicavano che, nonostante la pelle dei pazienti fosse libera o quasi libera da lesioni, persisteva un moderato impatto sulla qualità della vita. Questo ha sottolineato la natura cronica della GPP e la necessità di un trattamento efficace a lungo termine.
Frequenti riacutizzazioni con terapie non mirate nella pratica clinica reale
In uno studio separato, pubblicato di recente su JAAD, i ricercatori hanno rilevato che, tra i 638 pazienti idonei con GPP provenienti dalla piattaforma di dati del mondo reale di OMNY Health, il 63% ha manifestato almeno una riacutizzazione di GPP tra gennaio 2017 e gennaio 2023, con una tasso medio annualizzato di riacutizzazione dello 0,91 per paziente all’anno e un intervallo medio tra le riacutizzazioni di 5,9 mesi.
I pazienti con riacutizzazioni erano più spesso donne, avevano meno di 65 anni, non erano di razza bianca, ispanica o latina, presentavano una malattia moderata o grave e avevano una storia di malattie infettive o parassitarie. Le strategie di trattamento erano diverse, non standardizzate e off-label, con i pazienti che spesso cambiavano o interrompevano la terapia con farmaci biologici e/o trattamenti sistemici non steroidei.
«Nella pratica clinica reale i pazienti affetti da GPP hanno frequenti riacutizzazioni con le tradizionali terapie off-label» hanno scritto il primo autore Jamie Rhoads, della Facoltà di Medicina dell’Università dello Utah, Salt Lake City, e colleghi. «Inoltre, tra coloro che hanno avuto più riacutizzazioni, il 66% ha avuto una seconda recidiva entro 6 mesi dalla prima».
Le riacutizzazioni rappresentano un problema serio per i pazienti
I pazienti sono preoccupati per le riacutizzazioni, dal momento che costituiscono un’emergenza medica con sintomi potenzialmente gravi e potenzialmente letali che potrebbero richiedere il ricovero ospedaliero per settimane durante la terapia con immunosoppressori tradizionali. E la GPP è così rara che un dermatologo professionista può vederne solo pochi casi nel corso della sua carriera.
«Dato che quasi nessun centro accetta questo tipo di pazienti, c’è una scarsa conoscenza del decorso naturale della GPP e di come gestire al meglio le persone affette da questa patologia» ha commentato James Krueger, professore di ricerca clinica D. Martin Carter e co-direttore del Center for Clinical and Translational Science presso la Rockefeller University di New York, non coinvolto negli studi.
Prima dell’approvazione di spesolimab per la GPP, ha affermato, gli immunosoppressori ad azione diffusa miravano indirettamente alla malattia. Il fatto che i medici riuscissero in questo modo a sedare le riacutizzazioni non significava avere risolto l’infiammazione dei pazienti. «Significa che il loro stato infiammatorio potrebbe essere stato soppresso al punto da non richiedere il ricovero ospedaliero. Ma molti di questi pazienti riferiscono sintomi significativi o problemi di qualità della vita tra una riacutizzazione e l’altra» ha aggiunto.
La frequenza di una mutazione a carico della IL-36 può spiegare l’efficacia di spesolimab
Meccanicisticamente, ha affermato Krueger, solo circa un quarto dei pazienti con GPP presenta una mutazione genetica a livello dell’antagonista del recettore dell’interleuchina (IL)-36, una proteina di controllo che normalmente impedisce un’eccessiva risposta della IL-36 che caratterizza la GPP. Nonostante questo, la mutazione evidenzia la famiglia delle citochine IL-36 come l’aberrazione più importante e costante nel causare la GPP.
«Questo è uno dei casi in cui una malattia rara ha un’associazione genetica nota, e questo problema genetico può essere risolto in larga misura da un anticorpo terapeutico in grado di sostituire la funzione della proteina mancante legandosi a un recettore per la IL-36 in un modo da impedirne l’attivazione» ha continuato. «Di conseguenza spesolimab si avvicina a una terapia sostitutiva molecolare per la GPP, e credo che questo possa spiegarne la straordinaria rapidità d’azione».
Referenze
Gordon KB et al.Effect of spesolimab on sustained disease control in patients with generalized pustular psoriasis: Post hoc analysis of the EFFISAYIL 2 study. J Am Acad Dermatol. 2025 Jun;92(6):1235-1242.
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Rhoads JLW et al. Real-world clinical characteristics and treatment patterns of generalized pustular psoriasis flares. J Am Acad Dermatol. 2025 Jun;92(6):1243-1251.
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