Muore di rabbia dopo una vacanza in Marocco: era stata graffiata da un cucciolo. La donna inglese ha scoperto i sintomi dopo un paio di mesi, quando ormai era troppo tardi
La rabbia è una malattia virale rara ma quasi sempre letale una volta comparsi i sintomi. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il periodo di incubazione può variare da poche settimane a diversi mesi. L’infezione si trasmette attraverso la saliva di mammiferi infetti – in particolare cani, volpi, pipistrelli – ed è più diffusa in alcune aree dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina.
Nel Regno Unito, come in Italia, la rabbia è estremamente rara. L’Agenzia per la sicurezza sanitaria britannica (UKHSA) ha confermato che non sussiste alcun rischio per la popolazione generale e che le persone entrate in contatto con la vittima sono state valutate e, se necessario, vaccinate. Dal 2000 a oggi, nel Regno Unito si sono registrati sei casi di rabbia umana contratta all’estero. L’ultimo caso noto di trasmissione interna da animale non pipistrello risale addirittura al 1902.
La dottoressa Katherine Russell, dell’UKHSA, ha ribadito al Telegraph la necessità di agire tempestivamente in caso di esposizione: “In presenza di morsi, graffi o leccate da parte di animali in Paesi dove la rabbia è endemica, è fondamentale lavare subito la ferita con acqua e sapone e rivolgersi a un medico per iniziare il trattamento post-esposizione“.