Delitto di Garlasco, l’avvocato di Sempio è preoccupato del Fruttolo


Delitto di Garlasco, l’avvocato di Sempio è preoccupato del Fruttolo? Quali sono i reperti che verranno analizzati

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Venerdì sera lo aveva detto intervistato a ‘Quarto Grado’ e oggi lo ha ripetuto in un’intervista a Quotidiano nazionale: “Ho fatto un incubo, nel Fruttolo c’è il Dna di Andrea Sempio“. Ancora un’altra ‘sparata’ sulle nuove indagini sul caso Garlasco, che questa volta arriva dall’avvocato Massimo Lovati, difensore insieme ad Angela Taccia di Andrea Sempio, indagato da un paio di mesi (per la terza volta) per l’omicidio di Chiara Poggi del 13 agosto 2007. L’avvocato Lovati non è nuovo a ‘intemerate’ e dichiarazioni a effetto. Qualche settimana fa, dai salotti delle trasmissioni televisive tutte sintonizzate su Garlasco, aveva più volte ripetuto di aver fatto “un sogno” e in questo sogno Chiara Poggi veniva uccisa da un sicario. Una frase volutamente criptica e allusiva, con cui il legale voleva far intendere di avere elementi a sostegno della tesi dell’omicidio commesso per mettere a tacere la 26enne su un qualche segreto scomodo, pericoloso, nella sua idea legato ai loschi giri che avvenivano al Santuario della Bozzola, dove oltre agli esorcismi pare ci fossero anche pedofilia e festini illegali.

AL VIA L’INCIDENTE PROBATORIO

Lovati, che ha stupito tutti pure per aver candidamente detto che il suo assistito è “un disadattato” (“È un comunista e un disadattato“, ha detto in tv), parla di quello che definisce “un incubo” alla vigilia dell’incidente probatorio che si apre domani a Milano negli uffici della Polizia scientifica della Questura. Un accertamento irripetibile in cui i consulenti (quelli dell’accusa e quelli delle parti) dovranno prendere in esame una serie di reperti mai analizzati e alcuni analizzati, all’epoca, ma ritenuti di nessun aiuto o peso per risolvere l’omicidio. Ora, però, tutto sembra cambiato. E anche ciò che prima sembrava poco importante ora sembra poterlo essere. A partire appunto dalle due scatoline di Fruttolo che si trovavano nel cestino di casa Poggi e che potrebbero contenere il Dna del killer. Non furono mai analizzate.

GLI ATTACCHI ALLA PROCURA

Lovati ha più volte attaccato, negli ultimi tempi, i magistrati di Pavia che ora stanno indagando su Sempio. Ha detto più volte che il capo di imputazione contro il 37enne (che all’epoca dei fatti era amico di Marco Poggi, fratello di Chiara) è “ondivago” e “assurdo“, che non è possibile parlare di “concorso” in omicidio (“non lascia spazi difensivi, è ingannevole”, dice il legale), e ha detto anche che la consulenza della Procura che ha attribuito l’impronta palmare individuata sulla parete lungo le scale a Sempio “è solo una consulenza di parte”, che loro contesteranno con il lavoro dei loro periti. Ora, nell’intervista al Quotidiano nazionale, dice di non temere “le unghie o l’impronta”, ma di essere preoccupato per “quello che non hanno mai analizzato nel 2007”. Ma perchè Lovati cita proprio il Fruttolo? Nel cestino di casa Poggi non c’era solo quello. C’era, ad esempio, anche un bric di Estathè con cannuccia. Risposta: “È uguale, sono tutti oggetti non presi in considerazione nel 2007. Le altre cose che hanno sbandierato non mi preoccupano. Le unghie, l’impronta, non le temo. Il Fruttolo sì“. Il legale, però, continua a dirsi assolutamente convinto dell’innocenza sia di Sempio che di Alberto Stasi, il quale secondo lui non avrebbe ucciso Chiara Poggi ma avrebbe finto di trovare il cadavere (senza però essere mai entrato nella casa dopo l’omicidio) perchè obbligato a farlo sotto minaccia di morte (non è chiaro da chi).

LA ‘PSICOSI’ DEL FRUTTOLO

Sempre a proposito del Fruttolo, un mese fa il settimanale Giallo aveva raccontato di uno strano messaggio pubblicato di recente sui social da Stefania Cappa, una delle due sorelle gemelle cugine di Chiara Poggi, dopo la riapertura delle indagini: si trattava di una foto postata nelle storie di Instagram, in cui si vedeva un bambino vicino ad alcune rastrelliere di biciclette e sopra la scritta ‘Fruttolo‘. Un caso? Un’allusione alle indagini? Non si è mai capito. E in questi ultimi giorni sui social si sono diffuse anche immagini assurde e fotomontaggi deliranti, come uno mostrato sabato da Selvaggia Lucarelli, in cui si vede Sempio che consuma decine di vasetti, appunto, di Fruttolo.

I REPERTI CHE VERRANNO ANALIZZATI

Quali sono i reperti che la Procura intende analizzare? Un elenco era stato pubblicato, un mese fa, dal settimanale Giallo, che sosteneva si trattasse dei (vecchi) reperti che sarebbero stati ripresi in mano “in cerca di una nuova prova”. Ecco l’elenco: i para adesivi sulle impronte di scarpe (sono i supporti su cui sono state raccolte le impronte digitali, ndr); un Estathè con cannuccia; plastica della confezione di Fruttolo; plastica vuota dei biscotti; sacchetto celeste della pattumiera; sacchetto di cereali; tampone orale di Chiara; frammento di tappeto del bagno; un piattino di plastica; due vaschette di Fruttolo; varie provette; il tampone vaginale; capelli nelle mani di Chiara; tamponi salivari di varie persone; tracce di sangue e Dna; tampone rettale di Chiara; tamponi dei Poggi e dei Cappa; tamponi di Alberto Stasi; muscolo addominale di Chiara; sacchetti di plastica.

LOVATI: “INDAGINE ASSURDA, PARTONO DALLA FINE PER ARRIVARE ALL’INIZIO”

Per Lovati, quello che non va è proprio il metodo di lavoro seguito dalla Procura. E nell’intervista fa un parallelo con le indagini sull’omicidio di Yara Gambirasio, che hanno portato all’individuazione e arresto di Massimo Bossetti. Ecco il suo ragionamento: “Quando hanno trovato il Dna di Bossetti, hanno fatto prelievi di Dna a tutto il paese per cercare l’Ignoto. Quella è la maniera giusta di procedere. Qui no, partono dalla fine per arrivare all’inizio: questa è la giustizia del Diavolo. Partono dai complici, che non trovano perché non ci sono, per andare a sorreggere un capo d’incolpazione assurdo che non mi permette di difendermi. Mi devono spiegare perché hanno indagato Sempio. Nessuno ha impugnato l’archiviazione del 2017. Qui mancano i presupposti: le unghie non ci sono più, l’intonaco dell’impronta neanche. E per quell’impronta ci hanno sbattuto in faccia che avevano trovato l’assassino. Cosa mi devo aspettare ancora?”

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)