Lo studio BRIDGE-TNK ha evidenziato che la somministrazione endovenosa di tenecteplasi prima della trombectomia aumenta le probabilità di ottenere l’indipendenza funzionale nei pazienti con ictus ischemico
Presentato a Helsinki durante la Conferenza europea dell’Organizzazione per l’ictus (ESOC) 2025 e pubblicato sul New England Journal of Medicine, lo studio BRIDGE-TNK ha evidenziato che la somministrazione endovenosa di tenecteplasi prima della trombectomia aumenta le probabilità di ottenere l’indipendenza funzionale nei pazienti con ictus ischemico acuto da occlusione di un grande vaso.
Condotto in 39 centri cinesi specializzati nella trombectomia, il trial ha coinvolto 550 pazienti (età media 70 anni; 42% donne) con ictus ischemico acuto causato da un’occlusione dei grandi vasi, tutti trattati entro 4,5 ore dall’insorgenza dei sintomi e candidati alla rimozione meccanica del trombo.
Tenecteplasi, attivatore del plasminogeno tissutale geneticamente modificato, è stata somministrata a metà dei pazienti, mentre l’altra metà ha ricevuto solo la trombectomia.
A 90 giorni, il 52,9% dei soggetti trattati con tenecteplasi ha raggiunto un livello di indipendenza funzionale secondo la scala Rankin modificata (mRS 0-2), contro il 44,1% di coloro che erano stati sottoposti direttamente alla procedura endovascolare, ha riferito Guangxiong Yuan, dell’Ospedale Centrale di Xiangtan (Cina).
Questo si traduce in un incremento del beneficio relativo del 18% (rapporto di rischio aggiustato 1,18; IC 95% 1,01-1,39).
L’importanza della trombolisi che precede l’intervento endovascolare
La trombolisi endovenosa rappresenta una strategia complementare alla trombectomia nel trattamento dell’ictus ischemico acuto.
L’ipotesi alla base di questa combinazione terapeutica è che l’agente trombolitico possa favorire una ricanalizzazione parziale prima dell’intervento meccanico, migliorando la perfusione cerebrale e riducendo i tempi della procedura. Tuttavia, studi precedenti avevano evidenziato risultati contrastanti.
Trial come DEVT, SKIP, MR CLEAN-NO IV, DIRECT-MT, SWIFT-DIRECT e DIRECT-SAFE non avevano riscontrato differenze significative negli esiti tra pazienti trattati con trombolisi e quelli sottoposti direttamente a trombectomia.
Un’analisi combinata di questi studi aveva infatti suggerito che la trombolisi non fosse determinante per il successo della procedura meccanica. È interessante notare che nei trial precedenti solo il 2,2% dei pazienti aveva ricevuto tenecteplasi anziché alteplasi, il farmaco trombolitico più comunemente impiegato.
Rispetto all’alteplasi, tenecteplasi presenta diversi vantaggi, tra cui una maggiore specificità per la fibrina e una farmacocinetica che consente la somministrazione in bolo, eliminando la necessità di un’infusione continua per un’ora.
Lo studio BRIDGE-TNK ha contribuito a colmare questa lacuna, dimostrando che l’uso di tenecteplasi non solo può facilitare il flusso ematico prima della trombectomia, ma anche ridurre i tempi procedurali.
Il tempo mediano tra la somministrazione del farmaco e la trombectomia è stato di 16 minuti, e il tempo dall’inizio della procedura alla riperfusione è stato inferiore nei pazienti trattati con trombolisi (55 minuti contro 64). Questo potrebbe spiegare il miglioramento osservato negli esiti funzionali.
Risultati promettenti ma non definitivi
Nonostante il dato positivo sulla funzionalità a 90 giorni, gli esiti secondari del BRIDGE-TNK non hanno mostrato differenze sostanziali tra i due gruppi.
La qualità della vita, valutata tramite il questionario EQ-5D-5L, non ha evidenziato variazioni significative, e la distribuzione complessiva dei punteggi sulla scala Rankin modificata era simile tra i gruppi (OR aggiustato 1,16; IC 95% 0,94-1,43).
Il successo della riperfusione prima della trombectomia, tuttavia, era significativamente più probabile nei pazienti che hanno ricevuto trombolisi endovenosa (6,1% vs 1,1%).
Dal punto di vista della sicurezza, tenecteplasi non ha comportato un aumento rilevante del rischio di complicanze. I tassi di emorragia intracranica sintomatica a 48 ore sono stati dell’8,5% nel gruppo trattato con trombolisi rispetto al 6,7% nei pazienti trattati solo con trombectomia (P=0,33), mentre la mortalità a 90 giorni è risultata comparabile (22,3% vs 19,9%, P=0,39).
È già in fase di progettazione un nuovo trial, denominato BRIDGE-TNK EXTEND, che analizzerà il beneficio della trombolisi con tenecteplasi nei pazienti che si presentano oltre le 4,5 ore dall’esordio dei sintomi, fino a un massimo di 24 ore.
Bibliografia
Qiu Z, Li F, Sang H, et al. Intravenous Tenecteplase before Thrombectomy in Stroke. N Engl J Med. 2025 May 21. doi: 10.1056/NEJMoa2503867. Epub ahead of print. leggi