Idrosadenite suppurativa, con secukinumab sollievo dal dolore


Nei pazienti affetti da idrosadenite suppurativa da moderata a grave, il trattamento con secukinumab ha dimostrato una riduzione del dolore superiore al placebo

idrosadenite suppurativa recalcitrante

Nei pazienti affetti da idrosadenite suppurativa da moderata a grave, il trattamento con secukinumab ha dimostrato una riduzione del dolore superiore al placebo che si è mantenuta fino alla settimana 52 ed è stata associata a migliori risultati in termini di qualità della vita, come mostrato dall’analisi di due studi di fase III pubblicati sulla rivista Dermatology and Therapy.

L’idrosadenite suppurativa è una malattia cutanea cronica, dolorosa e infiammatoria associata a un elevato carico di malattia e comorbilità. Nonostante una prevalenza di circa lo 0,4%, rimane una patologia sotto-riconosciuta e sotto-trattata, in parte a causa di un lungo ritardo nella diagnosi e di frequenti diagnosi errate. I sintomi includono noduli infiammatori, ascessi, tunnel maleodoranti e cicatrici, che hanno un impatto negativo sulla qualità della vita dei pazienti.

Il dolore correlato alla malattia è uno dei sintomi più invalidanti e fastidiosi dell’idrosadenite, che peggiora con l’aumentare della gravità della malattia, influenza il sonno ed è causa di disagio psicologico, tra cui ansia, depressione e pensieri suicidari. Il dolore può inoltre essere motivo di assenteismo dal lavoro, con conseguente impatto sulla carriera dei pazienti.

Esistono terapie limitate in grado di controllare adeguatamente il dolore correlato all’idrosadenite, così come sono disponibili poche linee guida per la sua gestione. Spesso vengono utilizzati più terapie farmacologiche, inclusi gli oppioidi, ma non sono adatti all’uso a lungo termine e possono produrre effetti avversi. Con l’avvento delle terapie biologiche, i pazienti hanno riportato un buon controllo del dolore e sono più soddisfatti dei trattamenti biologici rispetto a quelli non biologici, hanno premesso gli autori.

Analisi post hoc su molteplici aspetti del dolore e in diversi sottogruppi di pazienti  
Gli studi di fase III SUNSHINE e SUNRISE, che hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di secukinumab, hanno precedentemente dimostrato un’efficacia clinica sostenuta del farmaco nei pazienti con idrosadenite suppurativa da moderata a grave, incluso il controllo del dolore misurato tramite una scala di valutazione numerica (NRS), una misura valida e significativa della risposta al dolore cutaneo nella malattia. Non è stato tuttavia riportato l’impatto di secukinumab sulle caratteristiche più granulari del dolore in generale e in sottogruppi specifici di pazienti in base alle caratteristiche basali.

In questa analisi post hoc dei dati aggregati dei due studi, i ricercatori hanno analizzato 1.084 pazienti con idrosadenite suppurativa da moderata a grave provenienti dagli studi di fase III SUNSHINE e SUNRISE, assegnati in modo casuale a ricevere secukinumab 300 mg per via sottocutanea ogni 2 settimane (SECQ2W) o ogni 4 settimane (SECQ4W) oppure a placebo fino alla settimana 16.

Alla settimana 16, i pazienti nel gruppo placebo sono passati a SECQ2W (placebo-SECQ2W) o SECQ4W (placebo-SECQ4W) fino alla settimana 52, mentre quelli originariamente assegnati a SECQ2W o SECQ4W hanno mantenuto tale trattamento fino alla settimana 52.

Il dolore è stato valutato utilizzando la scala numerica (NRS) Patient’s Global Assessment of Skin Pain fino alla settimana 52, suddividendo la gravità del dolore in quartili sulla base dei punteggi basali (NRS ≤ 3,3, NRS > 3,3 a ≤ 5,4, NRS > 5,4 a ≤ 7,2 e NRS > 7,2).

Riduzione significativa e precoce del dolore, con tendenza a migliorare nel tempo 
Alla settimana 16 è stata osservata una maggiore variazione assoluta media del dolore cutaneo rispetto al basale con il trattamento attivo (SECQ2W: differenza media -1,35; SECQ4W: differenza media -1,05) rispetto al placebo (differenza media -0,47), con riduzioni rilevate già alla quarta settimana. L’analisi statistica ha determinato una differenza di trattamento stimata nelle medie dei minimi quadrati a favore di entrambi i bracci di trattamento con secukinumab rispetto al placebo (SECQ2W rispetto al placebo: − 0,74, P<0,0001; SECQ4W rispetto al placebo: − 0,56, P=0,0008).

La riduzione del dolore cutaneo nei gruppi trattati con secukinumab si è mantenuta nel tempo, con una tendenza al miglioramento fino alla settimana 52. Miglioramenti simili sono stati osservati nei gruppi placebo-SECQ2W e placebo-SECQ4W.

Tra i pazienti con dolore basale severo (NRS > 7,2), il 20,0% nel gruppo SECQ2W e il 12,7% nel gruppo SECQ4W ha ottenuto una riduzione significativa del dolore (NRS ≤ 3,3) alla settimana 16.

I pazienti trattati con secukinumab hanno manifestato maggiori riduzioni numeriche del peggior dolore cutaneo medio rispetto al placebo alla settimana 16 in tutti i sottogruppi demografici, inclusi sesso, fascia d’età (<30, da 30 a <40, ≥40 anni) e sottogruppi caratteristici della malattia, ovvero categoria IHS4 (moderata e grave), precedente esperienza biologica o naïve ai farmaci biologici, e durata della malattia (<5 e da 5 a <10 anni dalla diagnosi). Inoltre è stata osservata una tendenza a ulteriori riduzioni alla settimana 52 nei gruppi in trattamento attivo, mentre i pazienti provenienti dal placebo hanno ottenuto una riduzione del dolore cutaneo a seguito del passaggio al farmaco.

I partecipanti che hanno raggiunto punteggi del dolore più bassi (NRS ≤ 3,3) hanno ottenuto risultati migliori in termini di qualità della vita, con risposte DLQI maggiori con secukinumab rispetto al placebo. Questi risultati si sono mantenuti e sono ulteriormente migliorati alla settimana 52 nei gruppi attivi e sono generalmente migliorati nei pazienti che sono passati dal placebo a secukinumab.

Minore ricorso ai farmaci antidolorifici
Infine, alla settimana 16 è stata osservata una maggiore riduzione della percentuale di pazienti che hanno segnalato l’uso di antidolorifici nei gruppi trattati con secukinumab [SECQ2W (25,7%); SECQ4W, (19,9%)] rispetto al placebo (28,9%).

Analogamente, è stata rilevata una maggiore riduzione nella percentuale di soggetti che hanno segnalato l’uso di tramadolo nei gruppi trattati con secukinumab [SECQ2W (1,4%); SECQ4W (2,0%)] rispetto al placebo (4,9%). Alla settimana 16 sono statui ottenuti risultati simili per gli oppioidi (escluso il tramadolo), i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), il paracetamolo e altri farmaci non oppioidi.

In sintesi, «questa analisi post hoc degli studi di fase III SUNSHINE e SUNRISE evidenzia i benefici di secukinumab nella riduzione del dolore cutaneo nei pazienti con idrosadenite suppurativa da moderata a grave, osservati entro poche settimane dall’inizio del trattamento e mantenuti nel tempo, con una tendenza al miglioramento fino alla settimana 52» hanno concluso gli autori. «È importante sottolineare che i miglioramenti nel dolore correlato alla malattia sono stati associati a miglioramenti nella qualità della vita dei pazienti, oltre che a una riduzione della percentuale di pazienti che assumevano antidolorifici».

Referenze

Ingram JR et al. Assessing Long-Term Pain Reduction with Secukinumab in Moderate to Severe Hidradenitis Suppurativa: A Post Hoc Analysis of the SUNSHINE and SUNRISE Phase 3 Trials. Dermatol Ther (Heidelb). 2025 May 15. 

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