Secondo nuovi studi, Sotagliflozin apporta benefici anche nei pazienti con diabete di tipo 2 e ridotta funzionalità renale
![]()
Il trattamento con il doppio inibitore SGLT1/2 sotagliflozin ha comportato miglioramenti nel peso e nel controllo glicemico anche nei pazienti con diabete di tipo 2 e compromissione della funzionalità renale, come rilevato da una metanalisi presentata al congresso 2025 dell’American Association of Clinical Endocrinology (AACE).
Lo studio ha preso in considerazione otto studi clinici in doppio cieco controllati con placebo, con durata minima di 26 settimane e svolti all’incirca nello stesso periodo. Avevano tutti un disegno simile e molti hanno supportato l’approvazione di sotagliflozin nel 2023 per la riduzione del rischio di decesso per cause cardiovascolari e di visite urgenti o ricoveri ospedalieri per insufficienza cardiaca, sia negli adulti con insufficienza cardiaca che in quelli con diabete di tipo 2, malattia renale cronica e altri fattori di rischio cardiovascolare.
Tuttavia il farmaco non è indicato per il trattamento del diabete, mentre i due SGLT2 inibitori dapagliflozin ed empagliflozin hanno indicazioni per la prevenzione dei ricoveri ospedalieri per insufficienza cardiaca nei pazienti con insufficienza cardiaca, altre ad essere approvati per il diabete di tipo 2 e la preservazione della funzionalità renale.
La coorte valutata nella metanalisi includeva un totale di 3.896 adulti con diabete di tipo 2, 2.577 dei quali avevano un eGFR ≥60 ml/min/1,73 m², 1.046 avevano un eGFR compreso tra 30 e <60 ml/min/1,73 m² e 271 avevano un eGFR inferiore a 30 ml/min/1,73 m². L’età media era di 63,1 anni ed aumentava al decrescere dell’eGFR. L’indice di massa corporea (BMI) basale era pari a 32, il 54,5% dei partecipanti erano uomini, la maggior parte (60,7%) aveva un BMI di almeno 30 e un eGFR basale di 74,3 ml/min/1,73 m².
Riduzione di glicemia e peso corporeo nel diabete di tipo 2
I partecipanti con eGFR al basale compreso tra 30 e <60 ml/min/1,73 m² hanno perso circa 1,5 kg e 1,1 kg di peso corporeo con sotagliflozin rispettivamente alle dosi di 200 o 400 mg, come riferito dalla relatrice Belinda Hardin di Lexicon Pharmaceuticals.
Dopo 26 settimane, i pazienti con questo livello di funzionalità renale trattati con la dose più elevata di sotagliflozin hanno anche mostrato una riduzione significativa di circa lo 0,3% dei livelli di emoglobina glicata (HbA1c), mentre quelli trattati con la dose da 200 mg hanno mostrato una tendenza alla riduzione della HbA1c.
Tra gli adulti con funzionalità renale ancora più ridotta (eGFR <30 ml/min/1,73 m²), quanti assumevano sotagliflozin 400 mg una volta al giorno hanno perso mediamente 1,4 kg di peso hanno mostrato una tendenza alla riduzione della HbA1c, mentre quelli trattati con la dose più bassa hanno mostrato una tendenza alla riduzione del peso corporeo.
Come previsto, i partecipanti senza compromissione renale basale (eGFR ≥60 ml/min/1,73 m²) hanno avuto le maggiori riduzioni in entrambi gli esiti, ovvero riduzioni della HbA1c di circa lo 0,5% e lo 0,6% con le dosi rispettivamente da 200 e 400 mg, e perdite di peso di circa 1,68 e 1,9 kg.
«Si tratta di un risultato importante» ha affermato Hardin. «È la prima volta che questi dati vengono dimostrati per sotagliflozin ed è utile disporre di queste informazioni per supportare il processo decisionale clinico». Dal momento che gli SGLT2 inibitori agiscono prevalentemente sulla componente renale eliminando gli zuccheri attraverso il sistema urinario, i ricercatori hanno voluto analizzare più nel dettaglio gli effetti di sotagliflozin nei pazienti con funzionalità renale ridotta.
Secondo Harding, questi risultati sono simili a quelli di una precedente metanalisi di studi clinici su sotagliflozin che ha esaminato gli esiti della pressione sistolica stratificati per livello di compromissione renale. «I dati suggerivano che i dosaggi di 200 mg e 400 mg di sotagliflozin mantenevano le differenze nella pressione sistolica nonostante le riduzioni della funzionalità renale» ha osservato.
«Se nei pazienti con insufficienza cardiaca e diabete stiamo cercando di ridurre la glicemia oltre a proteggere dall’insufficienza cardiaca, questi dati indicano che sotagliflozin è probabilmente efficace quanto gli inibitori SGLT2 che hanno l’indicazione per la riduzione della glicemia, ma non verrebbe scelto come trattamento di prima linea» ha commentato la moderatrice della sessione Sara Lubitz, professore associato di medicina e direttrice del programma di endocrinologia presso la Rutgers Robert Wood Johnson Medical School di New Brunswick, New Jersey.
Referenze
Hardin MB, et al. Evaluating sotagliflozin’s effects on HbA1c and body weight in patients with impaired kidney function. AACE 2025.