Tumore del polmone: cemiplimab offre un beneficio anche dopo la progressione


Secondo nuovi risultati, nei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule avanzato, cemiplimab offre un beneficio anche dopo la progressione

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Nei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule in stadio avanzato, continuare il trattamento con l’anti-PD-1 cemiplimab anche dopo la progressione, con l’aggiunta della chemioterapia a base di platino, permette di prolungare la sopravvivenza libera da progressione (PFS) rispetto al dato storico con la sola chemioterapia. Lo dimostrano risultati a 5 anni dello studio EMPOWER-Lung 1, appena presentati a Parigi al congresso europeo sul tumore del polmone (ELCC).

I presupposti dello studio
Tradizionalmente, nei pazienti con tumore del polmone non a piccole che progrediscono dopo una terapia di prima linea con inibitori di PD-1 o PD-L1, l’opzione terapeutica standard è rappresentata dalla chemioterapia a base di platino. Tuttavia, i dati storici mostrano una sopravvivenza libera da progressione (PFS) limitata a circa 3-4 mesi con questo trattamento.

Lo studio EMPOWER-Lung 1 è stato progettato per esplorare un approccio innovativo: una strategia sequenziale basata sulla continuazione di cemiplimab dopo la progressione, con l’aggiunta di quattro cicli di chemio a base di platino, in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato, inizialmente trattati in prima linea con cemiplimab in monoterapia.

Lo studio EMPOWER-Lung 1
Lo studio EMPOWER-Lung 1 (NCT03088540) è un trial multicentrico internazionale di fase 3, randomizzato, in aperto, condotto su pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule con istologia squamosa o non squamosa e con un’espressione di PD-L1 ≥50%, naïve al trattamento.

I pazienti sono stati assegnati secondo un rapporto 1:1 al trattamento con cemiplimab 350 mg ev ogni 3 settimane per 2 anni o alla chemioterapia a base di platino scelta in base all’istologia del paziente.

L’analisi presentata a Parigi ha incluso 73 pazienti che, dopo aver mostrato progressione della malattia con il trattamento con cemiplimab in monoterapia, hanno ricevuto almeno una dose di chemioterapia e sono stati sottoposti ad almeno una rivalutazione radiologica.

Le caratteristiche basali di questi pazienti erano comparabili a quelle della popolazione complessiva dello studio EMPOWER-Lung 1 e la maggior parte dei pazienti aveva livelli di espressione di PD-L1 compresi fra il 50 e l’89%

Efficacia anche oltre la progressione
Nella fase di proseguimento di cemiplimab dopo la progressione, con l’aggiunta della chemioterapia, il tasso di risposta obiettiva (ORR) è risultato del 27,4%, leggermente inferiore rispetto a quello osservato con il trattamento iniziale con cemiplimab in monoterapia, pari al 35,6%. Tuttavia, la mediana della durata della risposta (DOR) è risultata più lunga rispetto al trattamento iniziale :11,5 mesi contro 7,7 mesi. Anche la mediana della sopravvivenza libera da progressione (PFS) è stata superiore: 6,4 mesi contro 4,8 mesi.

La mediana della sopravvivenza globale (OS) dal momento della randomizzazione è risultata di 27,4 mesi, con una sopravvivenza di 15,1 mesi nella fase di trattamento con cemiplimab con l’aggiunta della chemioterapia. Questo dato risulta superiore rispetto ai 23,4 mesi osservati nella popolazione complessiva dello studio.

Il beneficio del proseguimento di cemiplimab oltre la progressione, con l’aggiunta della chemio, è stato osservato indipendentemente dal tipo istologico (squamoso o non squamoso), dal livello di espressione di PD-L1 e dalla risposta alla monoterapia di prima linea con cemiplimab, mostrando la potenziale applicabilità di questo approccio in diversi sottogruppi di pazienti.

Profilo di sicurezza senza sorprese
Il profilo di sicurezza è risultato generalmente coerente con quello noto per la combinazione cemiplimab più chemioterapia e non si sono osservati segnali nuovi durante il proseguimento di cemiplimab post-progressione.

Eventi avversi emergenti dal trattamento di grado ≥3 si sono verificati nel 35,6% dei pazienti. I più comuni sono stati anemia, astenia, nausea, alopecia, neutropenia, diarrea e riduzione dell’appetito. Tre pazienti (4,1%) hanno presentato eventi avversi fatali (perforazione intestinale, progressione metastatica polmonare e trombosi cerebrale).

In conclusione
Lo studio EMPOWER-Lung 1 rappresenta il primo dataset prospettico di fase 3 a dimostrare che la continuazione dell’immunoterapia con cemiplimab oltre la progressione, combinata con la chemioterapia, può offrire benefici significativi rispetto ai dati storici sulla sola chemioterapia. Questo approccio consente di evitare l’uso precoce della chemioterapia senza compromettere la sopravvivenza globale.

Questi dati, i primi del genere in uno studio di fase 3, aprono nuove prospettive nella gestione del tumore del polmone non a piccole cellule avanzato con alta espressione di PD-L1, ponendo le basi per studi futuri dedicati a validare l’efficacia di questa strategia sequenziale.
L’approccio descritto potrebbe diventare un’alternativa valida per migliorare gli esiti clinici nei pazienti che progrediscono dopo una prima linea con l’immunoterapia. Inoltre, il profilo di sicurezza accettabile rende questa strategia particolarmente interessante per l’implementazione clinica.

Bibliografia
M.C. Garassino, et al. Continued cemiplimab with addition of chemotherapy beyond progression in patients with advanced NSCLC on 1st line cemiplimab monotherapy: 5-year outcomes of EMPOWER-Lung 1. ELCC 2025; abstract 16P. leggi