Nei pazienti con psoriasi i farmaci antireumatici modificanti la malattia e i farmaci biologici sono risultati associati a una riduzione fino al 74,5% del rischio di sviluppare l’alopecia areata
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Nei pazienti con psoriasi i farmaci antireumatici modificanti la malattia e i farmaci biologici sono risultati associati a una riduzione fino al 74,5% del rischio di sviluppare l’alopecia areata, secondo uno studio retrospettivo di coorte presentato al congresso 2025 della Society for Investigative Dermatology (SID).
I pazienti con psoriasi hanno un rischio maggiore di sviluppare l’alopecia areata, entrambe patologie autoimmuni. Una revisione sistematica e una metanalisi del 2022 hanno stimato un tasso dello 0,5% di prevalenza aggregata di alopecia areata nei pazienti con psoriasi e un rischio aggregato del 2,71.
Alcuni farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARD) e alcuni biologici vengono utilizzati fuori indicazione per trattare l’alopecia, mentre altri non sono stati valutati come trattamenti per la malattia, ha osservato la coautrice dello studio Bethany Rohr, professoressa associata di dermatologia presso la Case Western Reserve University School of Medicine di Cleveland.
Ha aggiunto che il metotrexato può effettivamente causare alopecia, ma non quella areata, e infatti è stato studiato come possibile trattamento per quest’ultima. «Volevamo verificare se la nostra scelta farmacologica per questi pazienti che necessitano di terapie sistemiche potesse avere qualche beneficio protettivo».
Valutazione del rischio di alopecia entro 5 anni dall’inizio della terapia
Attraverso il database internazionale di cartelle cliniche elettroniche TriNetX, i ricercatori hanno monitorato oltre 48mila pazienti con psoriasi in trattamento con DMARD (età media 52,6 anni, 56,6% donne, 70,4% di razza bianca, 21,9% con sovrappeso/obesità) rispetto a una coorte di pazienti abbinati tramite punteggio di propensione che non assumeva farmaci sistemici, seguendoli per 5 anni dopo l’inizio della terapia. I DMARD monitorati erano metotrexato, ciclosporina e apremilast; l’outcome primario era l’insorgenza di alopecia areata entro 5 anni dall’inizio della terapia.
Sono inoltre stati monitorati quasi 67mila pazienti con psoriasi in trattamento con farmaci biologici (età media 52,9 anni, 54,8% donne, 71,5% di razza bianca, 21,5% con sovrappeso/obesità) rispetto a una coorte di pazienti abbinati tramite punteggio di propensione che non assumeva farmaci sistemici.
I farmaci biologici erano inibitori del TNF (adalimumab, etanercept, infliximab, certolizumab pegol e golimumab), inibitori dell’interleuchina (IL)-17 (brodalumab, ixekizumab, secukinumab e bimekizumab) e inibitori delle IL-12/23 e IL-23 (ustekinumab, guselkumab, risankizumab e tildrakizumab).
Riduzione del rischio di alopecia sia con DMARD che con biologici
Hanno sviluppato alopecia areata 19 pazienti nel gruppo DMARD rispetto a 37 nel gruppo di trattamento non sistemico (rischio relativo, RR, 0,514, P=0,019), così come 13 soggetti trattati con farmaci biologici rispetto a 51 nel gruppo di trattamento non sistemico (RR 0,255, P<0,001), con una riduzione del rischio rispettivamente del 48,6% e del 74,5%.
Non sono invece state rilevate differenze statisticamente significativa tra i gruppi DMARD e biologici (P=0,322).
«Con numeri più elevati e dati più completi, questo potrebbe sicuramente essere clinicamente applicabile nei pazienti che sappiamo essere a maggior rischio di alopecia» ha affermato Rohr. «Potremmo scegliere un farmaco per la gestire la psoriasi e offrire loro un beneficio protettivo».
Dati interessanti da approfondire con ulteriori ricerche
L’autrice principale dello studio, Nada Hentati, studentessa di medicina presso la Case Western Reserve, ha spiegato che i ricercatori hanno dovuto raggruppare molti farmaci per via delle dimensioni ridotte del campione, perdendo parte della granularità riguardo a quali farmaci potessero essere protettivi in modo indipendente. «Inoltre il numero di casi è stato piuttosto basso, in parte perché abbiamo limitato i nostri dati per assicurarci che tutti i casi che rilevavamo si verificassero entro 5 anni dall’inizio della terapia farmacologica».
Come ha fatto presente Rohr, la riduzione del rischio ha il potenziale per essere significativa, tuttavia, è importante ricordare che si è trattato di uno studio pilota e che i dati presentano delle limitazioni. «Idealmente sarebbe opportuno condurre uno studio prospettico molto ampio che segua i singoli farmaci e i pazienti con superficie corporea interessata e gravità della psoriasi simili per comprendere meglio l’importanza di questi risultati» ha aggiunto.
Commentando i risultati dello studio, Deshan Sebaratnam, professore associato di dermatologia presso la University of New South Wales di Sydney, in Australia, ha fatto presente che molti DMARD vengono utilizzati per trattare l’alopecia areata e che sono stati segnalati casi clinici di pazienti che hanno ottenuto miglioramenti con i farmaci biologici.
«È possibile che indebolire il sistema immunitario possa ridurre la probabilità che i pazienti sviluppino l’alopecia» ha continuato. «Tuttavia, per quanto riguarda la psoriasi, non credo che questo ne cambierà davvero la gestione, infatti è difficile che si ricorra a un immunosoppressore per ridurre la probabilità di sviluppare l’alopecia areata».