Gotta: lo studio pilota GOUT-DECTUS, recentemente pubblicato su Joint Bone Spine, ha dimostrato che la DECT risolve i tofi più rapidamente dell’ecografia
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La diagnosi e il monitoraggio della gotta, una malattia infiammatoria causata dai depositi di cristalli di urato monosodico (MSU), si avvalgono sempre più dell’utilizzo di tecniche di imaging avanzate come l’ecografia e la tomografia computerizzata a doppia energia (DECT).
Lo studio pilota GOUT-DECTUS, recentemente pubblicato su Joint Bone Spine, ha dimostrato che la DECT risolve i tofi più rapidamente dell’ecografia, permettendo il raggiungimento della completa dissoluzione entro il mese 24, mentre l’ecografia rileva i tofi nel 51,7% dei casi allo stesso timepoint.
Razionale e disegno dello studio
L’ecografia è comunemente utilizzata dai reumatologi per individuare i depositi di urato monosodico (MSU) e i tofi, in quanto consente di osservare sia il nucleo cristallino sia la corona infiammatoria attorno al tofo. La DECT, invece, è più efficace nel rilevare e misurare solo il nucleo cristallino. Tuttavia, fino ad ora, non era ancora chiaro il timing di variazione del volume dei tofi rilevato con ciascuna delle due tecniche di imaging sopra indicate.
Lo studio GOUT-DECTUS è uno studio pilota prospettico, multicentrico, con un follow-up di 24 mesi, condotto in tre centri in Francia. L’obiettivo principale era quello di confrontare l’evoluzione del volume dei tofi, misurato con ecografia e tomografia computerizzata a doppia energia (DECT) durante la terapia ipouricemizzante (ULT) secondo un approccio treat-to-target (T2T).
A tal scopo, sono stati inclusi nello studio 55 pazienti tra i 18 e gli 80 anni, con livelli di uricemia ≥6 mg/dL, che non erano stati sottoposti a terapia ipouricemizzante nel corso dell’ultimo anno e con almeno un tofo rilevato all’ecografia.
Le valutazioni con DECT ed ecografia sono state effettuate all’inizio, a 6, 12 e 24 mesi.
Risultati principali
Alla fine dei 24 mesi è emerso che:
– il volume mediano del tofo misurato con ecografia è diminuito da 0,61 cm³ a 0,07 cm³
– il volume mediano misurato con DECT è sceso da 0,1 cm³ a 0 cm³, a suggerire una risoluzione completa dei cristalli nel nucleo tofaceo
Tuttavia, la correlazione tra le due tecniche nella misurazione del cambiamento di volume dei tofi è risultata debole in tutti i timepoint dello studio (es. P=0,33 a 6 mesi).
Inoltre, in circa un terzo dei pazienti, la DECT non è riuscita a rilevare il tofo inizialmente identificato con l’ecografia, probabilmente a causa delle dimensioni ridotte o della posizione (soprattutto nella prima articolazione metatarso-falangea – MTP1).
Al contrario, l’ecografia ha continuato a rilevare residui di tofi anche a 24 mesi, in circa il 52% dei casi.
Riassumendo
In conclusione, Lo studio suggerisce che la DECT è più efficace nel monitorare la scomparsa del nucleo cristallino dei tofi, mostrando una risoluzione completa già a 24 mesi. L’ecografia, però, continua a rilevare componenti infiammatorie o residui strutturali del tofo, anche quando il nucleo cristallino è scomparso.
Questa differenza dimostra che le due tecniche forniscono informazioni complementari e non intercambiabili. Saranno necessari ulteriori studi per definire soglie quantitative specifiche per valutare la risposta terapeutica in base al tipo di imaging utilizzato.
Bibliografia
Pascart T, Richette P, Bousson V, et al. Time-course of Tophus Resolution on dual-energy CT and ultrasound after 24 months of a treat-to-target strategy: Results from gout-DECTUS study. Joint Bone Spine. Published online March 24, 2025:105892. doi:10.1016/j.jbspin.2025.105892
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