Bpco: dupilumab e triplice terapia migliorano la funzione polmonare


BPCO e infiammazione di tipo 2, dupilumab riduce le riacutizzazioni di malattia e migliora la funzione polmonare indipendentemente dal punteggio BODE

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I risultati di un’analisi post-hoc dello studio BOREAS hanno dimostrato che l’impiego di dupilumab, in aggiunta alla terapia tripla inalatoria ICS/LABA/LAMA, è associato ad una riduzione delle riacutizzazioni e ad un miglioramento della funzione polmonare nei pazienti con BPCO e infiammazione di tipo 2, indipendentemente dal punteggio BODE al basale (acronimo anglosassone di indice di massa corporea, ostruzione al flusso aereo, dispnea e capacità all’esercizio. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Respiratory Medicine.

Razionale e obiettivi dello studio
L’indice BODE — che, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio, prende in considerazione il BMI, l’ostruzione al flusso aereo, la dispnea e la capacità all’esercizio esercizio — è un sistema di valutazione multidimensionale utilizzato per predire la gravità della BPCO e i suoi possibili outcome clinici. Questo indice ha un punteggio complessivo che varia da 0 a 10 e, per facilitarne l’analisi, viene comunemente suddiviso in quartili: 1) Quartile 1: punteggi da 0 a 2; Quartile 2: punteggi da 3 a 4; quartile 3: punteggi da 5 a 6; quartile 4: punteggi da 7 a 10.

Punteggi più elevati nei quartili dell’indice BODE sono associati ad un maggior rischio di riacutizzazioni, ricoveri ospedalieri, mortalità e ad una qualità della vita peggiore nei pazienti con BPCO. Tuttavia, non è ancora chiaro se i pazienti con BPCO più grave (ossia con punteggi BODE più alti alla base) traggano gli stessi benefici da nuovi farmaci, come il dupilumab, rispetto a quelli con punteggi BODE più bassi.

Nei pazienti con BPCO, un’elevata conta di eosinofili nel sangue è stata collegata alla presenza di infiammazione di tipo 2 e a una maggiore risposta ai corticosteroidi per via inalatoria (ICS).
Dupilumab è un anticorpo monoclonale completamente umano che agisce bloccando il recettore condiviso per le interleuchine IL-4 e IL-13, due mediatori chiave dell’infiammazione di tipo 2 in diverse patologie. La conta degli eosinofili nel sangue periferico rappresenta uno degli strumenti clinici più usati per identificare questo tipo di infiammazione.

Nel trial clinico di fase 3 BOREAS, che ha valutato l’efficacia e la sicurezza del dupilumab (300 mg ogni due settimane) rispetto al placebo in pazienti con BPCO, infiammazione di tipo 2 (eosinofili ≥300 cellule/μL) e  rischio elevato di riacutizzazioni, i pazienti trattati con dupilumab avevano mostrato una riduzione delle riacutizzazioni, un miglioramento della funzionalità polmonare e una migliore qualità della vita rispetto al gruppo placebo.

Lo scopo di questa analisi post-hoc basata sui dati del trial BOREAS è stato  quello di valutare l’efficacia del dupilumab in relazione al punteggio BODE di partenza nei pazienti con BPCO da moderata a grave, infiammazione di tipo 2 (eosinofili ≥300 cellule/μL) e rischio elevato di riacutizzazioni.

Disegno dello studio 
I partecipanti allo studio BOREAS, di età compresa tra 40 e 80 anni, presentavano una diagnosi di BPCO confermata da un medico da almeno 12 mesi, nonché un’infiammazione di tipo 2 (eosinofili nel sangue ≥300 cellule/µL al momento dello screening).
Tutti i pazienti reclutati erano già in terapia inalatoria tripla ICS/LABA/LAMA oppure con una combinazione LABA/ LAMA nei casi in cui gli ICS fossero controindicati.

Gli endpoint dello studio includevano l’efficacia del dupilumab nella popolazione intention-to-treat. In particolare, erano stati valutati: il tasso annualizzato di riacutizzazioni moderate o gravi di BPCO durante le 52 settimane di trattamento e la variazione rispetto al basale del FEV1 pre-broncodilatatore alle settimane 12 e 52. Questi risultati sono stati analizzati anche in base alla categoria del punteggio BODE al basale (ossia, >4 oppure ≤4 punti) e sono stati oggetto dell’analisi post-hoc appena pubblicata.

Lo studio BOREAS aveva incluso 939 pazienti, di cui 468 randomizzati a trattamento con dupilumab (300 mg ogni due settimane) e 471 a trattamento con placebo. Tra i partecipanti con punteggi BODE iniziali pari o inferiori a 4, 299 erano afferenti al gruppo placebo e 278 al gruppo dupilumab; tra i partecipanti con punteggi BODE superiori a 4, 171 erano stati trattati con placebo e 186 a trattamento con dupilumab.
In tutti i gruppi, l’età media variava da 64 a 66 anni e la proporzione di pazienti di sesso maschile variava dal 63% al 70%.

Risultati principali
Considerando i pazienti con punteggio BODE iniziale più basso, dupilumab ha ridotto le riacutizzazioni del 28,2%, con un rischio relativo aggiustato rispetto al placebo pari a 0,718 (IC 95%: 0,547-0,944) e un tasso annualizzato aggiustato pari a 0,631 (IC95%: 0,482-0,827) per dupilumab rispetto a 0,879 (IC95%:0,684-1,129) per il gruppo placebo a 52 settimane.

Tra i pazienti con punteggio BODE iniziale più elevato, dupilumab è risultato associato ad una riduzione delle riacutizzazioni del 34,4%, con un rischio relativo aggiustato rispetto al placebo pari a 0,656 (IC95%: 0,496-0,868) e un tasso annualizzato aggiustato pari a 0,96 (IC 95%: 0,746-1,234) per dupilumab rispetto a 1,464 (IC95%: 1,172-1,828) per il gruppo placebo a 52 settimane.

Non è stato documentato alcun effetto di interazione tra il trattamento e il gruppo indice sul tasso annualizzato di riacutizzazioni moderate o gravi in base ai punteggi BODE iniziali (P per l’interazione = 0,5226).
Da ultimo, dupilumab ha determinato un miglioramento simile di FEV1 pre-broncodilatatore, indipendentemente dal punteggio BODE iniziale, rispetto al placebo alla settimana 12, e ha continuato a mostrare un miglioramento simile in entrambi i gruppi BODE anche alla settimana 52.

Limiti e implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso, tra i limiti metodologici del lavoro, il fatto che fosse stato condotto durante la pandemia di COVID-19 e che la popolazione arruolata era prevalentemente di etnia caucasica. Inoltre, i punteggi dell’indice BODE erano stati rilevati solo al basale, senza monitoraggi successivi.

Ciò detto, “…i risultati di questa analisi post-hoc – concludono -dimostrano che l’aggiunta di dupilumab alla terapia tripla standard con ICS + LABA + LAMA riduce le riacutizzazioni e migliora la funzionalità polmonare nei pazienti con BPCO e infiammazione di tipo 2, indipendentemente dal punteggio dell’indice BODE, rafforzando così il ruolo di dupilumab nella gestione della BPCO”.

Bibliografia
Vogelmeier CF, Rabe KF, Bhatt SP, et al. Dupilumab reduces acute exacerbations and improves lung function in patients with COPD with type 2 inflammation irrespective of body mass index, airflow obstruction, dyspnea, and exercise capacity index scores. Respir Med. Published online February 28, 2025. doi:10.1016/j.rmed.2025.108015
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