In prima serata su Rai Storia in onda il documentario “Brutto, sporco e col naso adunco. Cinematografia italiana antisemita (1910 – 1943)”
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Ufficialmente nessuna enciclopedia o storia del cinema italiano riporta l’esistenza di film, documentari, cortometraggi animati e cinegiornali dell’Istituto Luce di contenuto antisemita. “L’arma più forte” non fu quindi usata dal regime fascista contro gli ebrei a differenza di quanto fece la propaganda nazista di Goebbels? In realtà, una cinematografia antisemita ufficiosa e mai ufficiale ci fu e dopo 80 anni è ora possibile definire quali siano state queste opere tra film di finzione, documentari e cinegiornali sulla base della ricerca compiuta dall’autore e ricercatore Luca Martera.
Con l’aiuto della narratrice Carla Oppo, nello speciale “Brutto, sporco e col naso adunco. Cinematografia italiana antisemita (1910 – 1943)” – in onda mercoledì 28 maggio alle 21.10 in prima visione su Rai Storia – si analizzano personaggi, battute e situazioni, partendo dal cinema muto italiano in cui già erano presenti “in nuce” luoghi, pregiudizi e stereotipi sugli ebrei che riflettevano il tradizionale antigiudaismo di matrice cattolica e l’antisemitismo politico di destra e sinistra nell’Italia liberale. Con l’introduzione del sonoro nel cinema all’inizio degli anni ‘30, Mussolini ne capisce l’importanza ai fini della propaganda e tramite il genero Galeazzo Ciano e il gerarca Luigi Freddi ne indirizza le finalità nei cinegiornali e nei film, realizzati prima, durante e dopo le leggi razziali del 1938 fino alla caduta del fascismo da un rilevante numero di affermati intellettuali fedeli al regime, tra giornalisti, scrittori, registi e documentaristi. A raccontare chi furono questi autori e quali furono queste loro opere di contenuto antisemita saranno, oltre allo stesso autore della ricerca, lo storico della Shoah Amedeo Osti Guerrazzi, il conservatore e la responsabile del patrimonio filmico della Cineteca Nazionale di Roma, rispettivamente Steve Della Casa e Maria Assunta Pimpinelli.