Delitto di Garlasco, parla l’ex generale Garofano: “Non c’era sangue su quell’impronta”


Delitto di Garlasco, per l’ex generale Garofano l’impronta ora attribuita a Sempio è dicerto stata lasciata prima del delitto e non ha valore

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“Era già stato fatto un esame in questo senso e aveva dato esito negativo. È un’impronta di sudore lasciata da qualcuno”: l’ex generale del Ris dei Carabinieri di Parma, Luciano Garofano, esclude che nell’ormai ‘famosa’ impronta numero 33 rilevata sulla scena del delitto di Garlasco del 13 agosto 2007 (quella che la settimana scorsa la Procura ha attribuito ad Andrea Sempio con un grande colpo di scena dopo la riapertura delle indagini) ci potesse essere sangue. L’ex numero uno del Ris, che nel 2007 era a capo dei Carabinieri specializzati nelle investigazioni scientifiche e ha lavorato sul delitto di Garlasco, ora è consulente della difesa di Sempio ed è stato intervistato dal Corriere della Sera a proposito dei reperti dell’omicidio. L’impronta attribuita a Sempio? Era stata rilevata e analizzata, nel 2007, ma il Ris l’aveva giudicata “non utile“, ovvero impossibile da attribuire. Con le nuove tecnologie, però, attraversa una ripetuta analisi fotografica e digitale, i consulenti della Procura che hanno lavorato nei mesi scorsi hanno stabilito che è corrispondente all’impronta di Sempio, a cui corrisponderebbe per 15 punti (tecnicamente “minuzie dattiloscopiche”). È anche per questo (ma c’è anche altro) che Sempio è di nuovo indagato in 18 anni: è la terza volta. Per Garofano, però, in primis sull’impronta non c’era sangue (e cita un controllo già fatto) e in secondo luogo non sarebbe comunque importante, perchè per la ricostruzione che è stata fatta della dinamica dell’omicidio il killer non sarebbe sceso lungo le scale dove si è limitato a gettare il corpo. Quindi un’impronta sul muro vicino al corpo non c’entrerebbe nulla con il delitto. Sarebbe un’impronta lasciata in precedenza, lasciata da qualcuno che scendeva o saliva le scale. E del resto poco distante da quella di Sempio, sempre sul muro, venne rilevata un’impronta di Marco Poggi, fratello di Chiara.

IL REPERTO DELL’IMPRONTA È SPARITO

Se sull’attribuzione di quell’impronta a Sempio Garofano non nasconde di avere diversi dubbi (“Ci lavorarono collaboratori estremamente bravi”, dice), esclude che ci fosse sangue sopra. E a quanto pare non sarà più possibile verificarlo, visto che il reperto dell’impronta (un pezzo di intonaco staccato dal muro nel settembre 2007 con un bisturi sterile dai Carabinieri) non si trova: risulta introvabile negli archivi sul caso, come è stato reso noto nelle scorse ore suscitando un certo clamore. Del resto Stasi è stato condannato in via definitiva, quindi i reperti a un certo punto possono anche venire distrutti.

COSA DICE GAROFANO DELL’IMPRONTA

“I miei collaboratori avevano considerato l’impronta non utile perché aveva pochi punti d’identità, e quindi rimango perplesso nel constatare che oggi è diventata utile. Da un’osservazione superficiale mi sembra un’immagine di scarsa qualità, molto poco definita, ma mi riservo di esprimere un parere definitivo dopo un’accurata diagnosi. Bisogna capire se quei 15 punti che la caratterizzano, le cosiddette minuzie dattiloscopiche, sono obiettivamente presenti e se sono davvero coincidenti con quelle di Sempio. E bisogna anche verificare che non ci siano altre caratteristiche che invece negano la corrispondenza“. Come mai questa traccia dopo 18 anni è stata considerata utile? “C’è stato solo il miglioramento dell’immagine ma è stato comunque utilizzato photoshop che esisteva già allora. Non possono aver fatto miracoli. Sulle impronte si deve andare sempre cauti: se non sono convincenti dal punto di vista dell’attendibilità è preferibile escluderle”, dice l’ex generale.

PERCHÈ IL KILLER NON È SCESO

Da quella scala l’assassino certamente non è mai sceso, l’impronta perde ancor più di valore perché evidentemente è stata lasciata prima del delitto. Si tenga conto che l’omicida aveva le dita sporche di sangue tanto da imbrattare il pigiama di Chiara”. Ma come si fa a essere così sicuri che il killer non abbia camminato lungo i gradini? “Perché è stata fatta un’analisi molto dettagliata sul camminamento delle scarpe con la suola a pallini attribuite a chi ha ucciso la ragazza. C’erano solo quelle in casa e sui gradini non ne sono state trovate. Le scarpe con la suola a pallini sono di una marca usata da Alberto Stasi“.

“STASI COLPEVOLE, IL KILLER ERA SOLO UNO”

Il generale, dal canto suo, è convinto della colpevolezza di Alberto Stasi. Ed esclude che Chiara Poggi sia stata uccisa da molte persone. “Penso che la sentenza di condanna sia fondata su indizi solidi. Primo fra tutti quello che ha portato a stabilire, attraverso una perizia molto sofisticata, che non poteva non esserci sangue sotto le sue scarpe, visto che era entrato in casa e aveva trovato il corpo di Chiara. In quelle stanze c’era molto sangue”. Dice ancora, nell’intervista: “Il colpevole è uno solo. Pensare che ci fosse una corte di persone che ha aggredito Chiara è offensivo per la trasparenza e il modo integerrimo con cui quella povera ragazza conduceva la sua vita e contrasta con la ricostruzione medico-legale e dinamica dell’omicidio”. Il possibile coinvolgimento di Sempio? “È innocente fino a prova contraria- risponde l’exs generale-. Se nel corso degli approfondimenti che verranno fatti avessi un dubbio su di lui sarò il primo a dirlo agli avvocati: signori, dal punto di vista tecnico-scientifico e indiziario le prove sono solide, a questo punto scegliete voi la strategia difensiva”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)