L’approvazione da parte della Commissione Europea di upadacitinib per il trattamento dell’arterite a cellule giganti negli adulti rappresenta un importante passo avanti
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L’approvazione da parte della Commissione Europea di upadacitinib per il trattamento dell’arterite a cellule giganti (Giant Cell Arteritis, GCA) negli adulti rappresenta un importante passo avanti nella gestione di questa patologia autoimmune. Si tratta infatti del primo e unico inibitore orale della Janus chinasi (JAK) autorizzato nell’Unione Europea – oltre che in Islanda, Liechtenstein e Norvegia – per questa indicazione. La molecola, già nota per il suo utilizzo in numerose altre malattie infiammatorie croniche, dimostra ora efficacia anche nella GCA, una forma di vasculite che colpisce in particolare le arterie craniche e l’aorta.
La GCA è una condizione a prevalenza femminile, che interessa soprattutto soggetti over 50, con un picco tra i 70 e gli 80 anni. È caratterizzata da infiammazione granulomatosa della parete dei vasi di medio e grosso calibro, con sintomi che possono includere cefalea, dolore mandibolare e, nei casi più gravi, compromissione visiva fino alla cecità permanente. La gestione della malattia si basa tradizionalmente sull’uso prolungato di corticosteroidi, con un conseguente elevato carico di effetti collaterali, in particolare in una popolazione già fragile.
I risultati dello studio SELECT-GCA
L’approvazione di upadacitinib nella GCA si fonda sui risultati dello studio di fase 3 SELECT-GCA, pubblicato sul New England Journal of Medicine. Lo studio ha coinvolto 428 pazienti ed è stato strutturato in due parti: la prima ha valutato l’efficacia e la sicurezza di upadacitinib 15 mg al giorno in combinazione con una riduzione graduale di corticosteroidi in 26 settimane, rispetto al placebo associato a un tapering in 52 settimane. L’obiettivo primario dello studio era il raggiungimento della remissione sostenuta, definita come assenza di segni e sintomi clinici della GCA dalla settimana 12 alla 52 e rispetto del protocollo di riduzione steroidea.
I dati emersi sono stati significativi: il 46,4% dei pazienti trattati con upadacitinib ha raggiunto la remissione sostenuta, rispetto al 29% del gruppo placebo (p=0,002). Anche i principali endpoint secondari sono stati soddisfatti. Il numero di recidive è risultato inferiore nel gruppo trattato (34,3% vs 55,6%; p=0,001), così come l’esposizione cumulativa ai corticosteroidi, con un dosaggio mediano di 1615 mg rispetto ai 2882 mg del gruppo controllo (p<0,001). Inoltre, il 37,1% dei pazienti in trattamento con upadacitinib ha raggiunto una remissione completa sostenuta (con normalizzazione di VES e PCR ad alta sensibilità), contro il 16,1% nel gruppo placebo (p<0,001).
Meccanismo d’azione e profilo di sicurezza
Upadacitinib è un inibitore selettivo e reversibile della Janus chinasi, in particolare delle isoforme JAK1 e JAK3, implicate nella trasduzione del segnale di numerose citochine pro-infiammatorie. Inibendo selettivamente questi pathway, la molecola agisce sul processo infiammatorio alla base delle patologie autoimmuni. Questo meccanismo d’azione mirato consente una modulazione più precisa del sistema immunitario rispetto ai corticosteroidi, riducendo al contempo il rischio di effetti collaterali legati all’immunosoppressione generalizzata.
Nel corso del periodo di osservazione di 52 settimane, la sicurezza del trattamento si è rivelata coerente con quanto già noto per le altre indicazioni approvate. L’incidenza di eventi avversi gravi è risultata simile tra i gruppi di trattamento. In particolare, le infezioni gravi si sono verificate nel 5,7% dei pazienti trattati con upadacitinib, rispetto al 10,7% nel gruppo placebo. Gli eventi di interesse come neoplasie (escluse quelle cutanee non melanomiche) e tromboembolismo venoso si sono presentati con frequenze comparabili nei due gruppi. Non sono stati riportati eventi cardiovascolari avversi maggiori (MACE) nel gruppo upadacitinib, mentre due sono stati segnalati nel gruppo placebo.
Prospettive terapeutiche e ulteriori sviluppi
L’inclusione dell’arterite a cellule giganti tra le indicazioni terapeutiche di upadacitinib rappresenta l’ottava autorizzazione europea per questa molecola, già approvata per il trattamento di patologie quali l’artrite reumatoide, la spondiloartrite assiale (sia radiografica che non), l’artrite psoriasica, la dermatite atopica, la colite ulcerosa e il morbo di Crohn.
L’estensione delle indicazioni di upadacitinib riflette la strategia di AbbVie nel rafforzare il suo portafoglio di terapie mirate per le malattie infiammatorie croniche. Oltre alla GCA, sono attualmente in corso studi clinici di fase 3 per ulteriori indicazioni come l’alopecia areata, il lupus eritematoso sistemico, la vitiligine, la malattia di Takayasu e l’idrosadenite suppurativa.
Con questa nuova approvazione, i clinici dispongono di una terapia orale avanzata per una popolazione particolarmente vulnerabile, che combina l’efficacia nel controllo della malattia con una significativa riduzione della dipendenza da corticosteroidi. Il passo successivo sarà valutare la capacità di mantenere la remissione a lungo termine nei pazienti che raggiungono la risposta iniziale, come previsto nella seconda parte dello studio SELECT-GCA.
Bibliografia
Stone JH, Schmidt WA, Cid MC, et al. Upadacitinib for Giant Cell Arteritis — A Randomized Trial. N Engl J Med. 2024;390(12):1113-1124.
ClinicalTrials.gov. Study of the Efficacy and Safety of Upadacitinib in Participants With Giant Cell Arteritis (SELECT-GCA). leggi