Obesità: negli adolescenti rischio diabete ridotto con uso di GLP-1 agonisti


Obesità: i giovani senza diabete di tipo 2 hanno mostrato una probabilità del 30% inferiore di sviluppare il diabete di tipo 2 se facevano uso di GLP-1 agonisti

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I giovani obesi senza diabete di tipo 2 hanno mostrato una probabilità del 30% inferiore di sviluppare il diabete di tipo 2 se facevano uso di GLP-1 agonisti per la perdita di peso anziché un farmaco anti-obesità di vecchia generazione, come evidenziato da uno studio presentato al congresso 2025 della Pediatric Academic Societies (PAS).

«Questo studio offre evidenze preliminari convincenti sul fatto che i GLP-1 agonisti possono aiutare a ritardare o anche prevenire l’insorgenza del diabete di tipo 2 negli adolescenti obesi, una popolazione particolarmente a rischio» ha affermato Alaina Vidmar, direttore medico del programma di medicina dell’obesità e chirurgia bariatrica presso il Children’s Hospital di Los Angeles, non coinvolta nello studio. «Anche se i risultati non sono poi così sorprendenti, alla luce di quanto ormai sappiamo sui benefici metabolici di questi farmaci negli adulti, è incoraggiante vedere una riduzione del rischio così significativa in una coorte pediatrica reale».

La relatrice e ricercatrice principale dello studio Priya Mohan, dottoressa in pediatria presso l’UH Rainbow Babies and Children’s Hospital di Cleveland, ha affermato che negli Stati Uniti circa il 20% degli adolescenti soffre di obesità e che i giovani neri e ispanici ne sono colpiti in modo sproporzionato, riflettendo un complesso mix di fattori, tra cui razzismo, disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza, emarginazione politica e un sistema alimentare in degrado.

Nel frattempo il diabete di tipo 2 negli adolescenti obesi è un problema di salute pubblica sempre più serio, ha aggiunto. Un tempo era considerato una malattia che colpisce gli adulti, tuttavia oggi il diabete di tipo 2 interessa sempre più spesso i giovani, con un’incidenza di 13,8 casi ogni 100mila persone all’anno.

«I bambini obesi hanno un rischio quattro volte superiore di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto a quelli con un indice di massa corporea normale, pertanto è importante capire quale strumento risulta più utile in questa popolazione non solo per la gestione del peso ma anche per prevenire le complicanze legate all’obesità» ha sottolineato.

Confronto tra GLP-1 agonisti e farmaci anti-obesità di vecchia generazione
I ricercatori hanno analizzato i dati di TriNetX, un ampio database retrospettivo multicentrico e multinazionale che raccoglie le cartelle cliniche elettroniche, per identificare i giovani di età compresa tra 10 e 19 anni affetti da obesità ma senza diabete di tipo 2 ai quali era stato prescritto un farmaco per la gestione dell’eccesso di peso.

Sono stati identificati 5.719 giovani a cui era stato prescritto un GLP-1 agonista, tra cui semaglutide, lixisenatide, albiglutide, liraglutide, exenatide, tirzepatide o dulaglutide e 23.700 giovani a cui era stato prescritto un altro farmaco contro l’obesità, tra cui bupropione, naltrexone, fentermina, topiramato, orlistat o metformina.

Attraverso il propensity matching sono stati confrontati i pazienti trattati con un GLP-1 agonista con un numero identico di soggetti che avevano ricevuto un farmaco contro l’obesità di vecchia generazione, senza differenze significative tra i gruppi in termini di età, sesso, razza, etnia o livelli medi di emoglobina glicata (HbA1c). Il gruppo GLP-1 aveva tuttavia un indice di massa corporea (BMI) medio di 42,2 rispetto a un BMI di 40,4 del gruppo altri farmaci contro l’obesità (P<0,001). Il gruppo GLP-1 si collocava inoltre nel 97° percentile per il BMI rispetto al 96° percentile dell’altro gruppo (P=0,046).

Rischio inferiore di sviluppare il diabete di tipo 2 con i GLP-1 agonisti
Cinque anni dopo aveva sviluppato il diabete di tipo 2 il 4,3% dei pazienti GLP-1 rispetto al 6,2% di quanti assumevano un altro farmaco contro l’obesità (rapporto di rischio 0,69).

«Si tratta di risultati davvero entusiasmanti» ha dichiarato in un’intervista Melanie Cree, professoressa associata di endocrinologia pediatrica presso il Children’s Hospital Colorado di Aurora. «Il diabete di tipo 2 adolescenziale è diverso da quello degli adulti e, grazie allo studio TODAY, sappiamo che la sua insorgenza nei giovani può portare a notevole riduzione della durata della vita e a diverse comorbilità».

«Nello studio RISE abbiamo cercato di verificare se la metformina o l’insulina a breve termine potessero essere utilizzate per ritardare o prevenire l’insorgenza del diabete di tipo 2, ma con esiti negativi» ha continuato. «Dato che tutti gli altri metodi testati in precedenza non hanno dato questi risultati, è positivo che i GLP-1 agonisti sembrino essere la prima categoria di farmaci a ridurre questo rischio».

«Il nostro lavoro sulle adolescenti affette da sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) ha dimostrato che il trattamento orale con semaglutide, che porta a una perdita di peso superiore al 5%, migliora le caratteristiche riproduttive della PCOS e la gravità della malattia epatica steatosica associata a disfunzione metabolica (MASLD)» ha concluso. «Negli adulti, l’uso dei farmaci GLP-1 ha migliorato l’apnea notturna, la MASLD, l’insufficienza cardiaca congestizia e la malattia renale ipertensiva, per citarne alcune».