Rademikibart induce miglioramenti nei pazienti con asma non controllato


Asma non controllato, rademikibart induce miglioramenti rapidi in pazienti con malattia di grado moderato-severo secondo uno studio di fase 2

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Rademikibart ha migliorato rapidamente alcuni outcome clinici nei pazienti con asma non controllato di grado moderato-grave. I benefici hanno incluso un aumento dei valori di FEV1 e una riduzione clinicamente rilevante del numero annuo di riacutizzazioni.
Questo il responso di uno studio internazionale di fase 2b CBP-201-WW002 (NCT04773678), che ha valutato la sicurezza e l’efficacia di rademikibart in 322 adulti con asma non controllato persistente, di grado moderato-grave, pubblicato su the American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine (AJRCCM) (1,2).

Disegno dello studio
Rademikibart è un anticorpo monoclonale in corso di sviluppo clinico da parte di Connect Biopharma, un’azienda biotecnologica Usa. Si lega a una regione distinta e unica nell’IL-4Rα in modo tale da impedire la segnalazione delle interleuchine (IL)-4 e 13, che porta a malattie mediate dai linfociti Th2 come la dermatite atopica e l’asma.

In questo studio di fase 2b appena pubblicato, i partecipanti al trial, reclutati in 78 centri clinici tra Stati Uniti, Cina, Polonia, Corea del Sud e Ungheria, sono stati randomizzati in tre gruppi di trattamento, secondo uno schema 1:1:1: rademikibart 150 mg o 300 mg ogni due settimane (dopo una dose iniziale di 600 mg) oppure placebo, il tutto somministrato per via sottocutanea per 24 settimane.

Complessivamente, l’88% dei pazienti ha completato il trattamento.

Risultati principali
Miglioramento di FEV1
Alla settimana 12, il FEV1 pre-broncodilatatore è migliorato significativamente rispetto al placebo, risultando pari a:
–  +140 mL nel gruppo trattato con rademikibart 150 mg (IC95%: 44-236; P = 0,005)
–  +189 mL nel gruppo trattato con rademikibart 300 mg (IC95%: 92-286; P < 0,001)

I miglioramenti sopra descritti sono emersi già alla prima settimana e sono stati mantenuti fino alla settimana 24. Particolarmente rilevanti i risultati nei pazienti con elevati livelli di eosinofili nel sangue (≥300/µL): nel gruppo da 300 mg si è osservato un aumento medio di FEV1 pari a +420 mL rispetto al placebo (IC95%: 239-600), con un miglioramento di +312 mL già alla settimana 1.

Tutti i pazienti con una conta di eosinofili pari almeno a 150 eosinofili/µL all’inizio hanno mostrato un aumento significativo di FEV1 con entrambe le dosi di rademikibart.

Riduzione delle riacutizzazioni
Nel corso dello studio:
– Solo il 7,5% (150 mg) e il 9,3% (300 mg) dei pazienti ha sperimentato almeno una riacutizzazione di malattia vs. il 16,7% del gruppo placebo.
– Si sono registrate 24 riacutizzazioni tra i pazienti trattati (n = 214), rispetto a 26 eventi nel gruppo placebo (n = 108).

Miglior controllo dell’asma
Anche i punteggi del questionario ACQ-5 hanno mostrato miglioramenti significativi e rapidi nel controllo dell’asma a partire dalla settimana 2, mantenuti fino alla fine dello studio.

Sicurezza e tollerabilità
Rademikibart è risultato generalmente ben tollerato, con eventi avversi a seguito del trattamento (TEAE) prevalentemente di grado lieve o moderato. Gli eventi più comuni (10-12% dei pazienti) sono stati tosse, COVID-19 e dispnea.
I ricercatori hanno sottolineato come nei pazienti trattati con rademikibart non sia stato segnalato nessun caso di ipereosinofilia e come nessun paziente con conta di eosinofili >500/µL abbia superato le 3000 cellule/µL durante il trattamento.

Riassumendo
In un comunicato stampa emesso dall’azienda responsabile dello sviluppo clinico del nuovo farmaco candidato al trattamento dell’asma, il prof. Michael E. Wechsler, direttore del Cohen Family Asthma Institute presso il National Jewish Health di Denver, ha dichiarato: È significativo che rademikibart, soprattutto nei pazienti con asma eosinofilico conclamato, abbia mostrato miglioramenti numericamente superiori nel FEV1, rispetto a quelli riportati per altri farmaci biologici. Questi risultati positivi sono stati ottenuti senza casi di ipereosinofilia, suggerendo che l’aumento degli eosinofili osservato con altri farmaci non è un effetto di classe legato al recettore IL-4Rα.

“La pubblicazione su AJRCCM dei risultati di fase 2 di rademikibart nei pazienti con asma cronico da moderato a grave e infiammazione di tipo 2 evidenzia il suo potenziale impatto clinico significativo,” ha aggiunto Barry Quart, CEO di Connect Biopharma. “Oltre agli incrementi di FEV1 e alla riduzione delle riacutizzazioni, il profilo di sicurezza osservato suggerisce che rademikibart potrebbe avere un ruolo importante anche in altre patologie respiratorie con infiammazione di tipo 2, come la BPCO.”
Quart ha inoltre annunciato che Connect Biopharma ha ricevuto il via libera dalla FDA, in un incontro di fine fase 2, per passare alla fase 3 dello sviluppo clinico di rademikibart come trattamento di mantenimento per l’asma.

Bibliografia
1) Kerwin E et al. Rademikibart Treatment for Moderate-to-Severe, Uncontrolled Asthma: A Phase 2B Randomized Trial. Am. J. Respir. Crit. Care Med. 2025; 0(ja). doi: 10.1164/rccm.202409-1708OC
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2) Connect Biopharma Announces Publication of Positive Data from Global Phase 2 Trial of Rademikibart in Patients with Moderate-to-Severe Uncontrolled Asthma. News release. Connect Biopharma. March 31, 2025.
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