Nefropatia da IgA: approvazione accelerata Fda per atrasentan


Con l’approvazione di atrasentan, Novartis rafforza il proprio impegno nel trattamento delle malattie renali, ampliando il panorama terapeutico per i pazienti affetti da nefropatia

Sparsentan potrebbe diventare la prima terapia non immunosoppressiva autorizzata per il trattamento della nefropatia da IgA

La Food and Drug Administration (Fda) statunitense ha concesso un’approvazione accelerata ad atrasentan, un antagonista selettivo del recettore dell’endotelina A (ETA), per la riduzione della proteinuria nei pazienti adulti affetti da nefropatia da IgA (IgAN) con rischio di progressione rapida della malattia. Il farmaco è stato sviluppato da Novartis.

Questa condizione si caratterizza per un rapporto proteine/creatinina urinaria (UPCR) pari o superiore a 1,5 g/g. atrasentan si configura come un trattamento orale, non steroideo e a somministrazione quotidiana, da integrare alla terapia di supporto, che include inibitori del sistema renina-angiotensina (RAS) con o senza inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2).

L’approvazione si basa sui risultati dell’analisi ad interim dello studio di fase III ALIGN, che ha evidenziato una riduzione significativa della proteinuria rispetto al placebo dopo 36 settimane di trattamento. Tuttavia, non è ancora stato determinato se il farmaco sia in grado di rallentare il declino della funzione renale nei pazienti con IgAN. L’autorizzazione definitiva da parte della FDA dipenderà dai dati di follow-up, previsti per il 2026, che valuteranno l’effetto del farmaco sulla velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR) fino alla settimana 136 dello studio.

Meccanismo d’azione e benefici clinici
Atrasentan agisce bloccando selettivamente il recettore ETA dell’endotelina-1, un potente vasocostrittore coinvolto nella progressione della nefropatia da IgA. L’inibizione di questo recettore contribuisce a ridurre l’infiammazione e la fibrosi glomerulare, limitando la perdita di proteine attraverso le urine e potenzialmente rallentando la progressione della malattia.

I dati dello studio ALIGN mostrano una riduzione della proteinuria del 36,1% (P<0,0001) rispetto al placebo, con effetti osservabili già dalla sesta settimana di trattamento e mantenuti fino alla settimana 36. I risultati sono stati coerenti nei diversi sottogruppi analizzati, indipendentemente da fattori quali età, sesso, etnia e caratteristiche basali della malattia. Nei pazienti che assumevano contemporaneamente un inibitore SGLT2, la riduzione dell’UPCR è stata del 37,4% rispetto al placebo.

Sicurezza e considerazioni cliniche
Il profilo di sicurezza di atrasentan è risultato favorevole, in linea con i dati precedenti. Gli effetti collaterali più comuni, riportati nel 2% o più dei pazienti trattati, includono edema periferico, anemia ed elevazione degli enzimi epatici. Poiché altri antagonisti del recettore dell’endotelina sono stati associati a epatotossicità e insufficienza epatica, si raccomanda il monitoraggio periodico della funzionalità epatica prima e durante il trattamento. Inoltre, il farmaco può causare gravi malformazioni congenite, motivo per cui l’uso in gravidanza è controindicato.

A differenza di altri farmaci della stessa classe, atrasentan non richiede un programma di mitigazione del rischio (REMS), rendendolo più accessibile per l’integrazione nei regimi terapeutici esistenti.

Prospettive future
Con l’approvazione di atrasentan, Novartis rafforza il proprio impegno nel trattamento delle malattie renali, ampliando il panorama terapeutico per i pazienti affetti da nefropatia da IgA. Questo farmaco si aggiunge ad altre recenti approvazioni nel campo della nefrologia, come Fabhalta (iptacopan) (ipellcizumab) per la glomerulopatia C3 e l’IgAN.

Iptacopan è inoltre in fase di studio in un’ampia gamma di malattie renali rare, tra cui la sindrome emolitico-uremica atipica (aHUS), la glomerulonefrite membranoproliferativa immunocomplessa (IC-MPGN) e la nefrite lupica (LN). Sono in corso studi per valutare i profili di sicurezza ed efficacia in queste indicazioni sperimentali e per supportare le potenziali richieste di autorizzazione.

Parallelamente, sono in corso studi su nuove terapie sperimentali, tra cui zigakibart, un anticorpo monoclonale anti-APRIL attualmente in fase III di sviluppo per la nefropatia da IgA. I risultati previsti nei prossimi anni potrebbero ulteriormente trasformare l’approccio terapeutico a questa patologia, offrendo opzioni sempre più personalizzate e mirate alla protezione della funzione renale nel lungo termine.