Fuga conclusa per i tre ragazzini scomparsi da Pesaro: ecco dov’erano finiti. Silenzio e occhi bassi nel primo faccia a faccia con i genitori
![]()
L’ultima notte di ‘libertà’ l’hanno passata a dormire in spiaggia, sulle brandine di un lido a Tortoreto, poco più di 15 chilometri di distanza da San Benedetto del Tronto. Dei passanti che facevano jogging di prima mattina li hanno notati e segnalati alle forze dell’ordine. La fuga dei tre ragazzini di Pesaro si è poi conclusa dopo 36 ore alla stazione della cittadina marchigiana, dove stati fermati dagli agenti della Polfer ieri, martedì 20 maggio. Finalmente anche l’attesa dei genitori è finita all’arrivo della telefonata: “Li abbiamo rintracciati. Vi aspettiamo”.
LA “BRAVATA”
Come avevano già rivelato le ricerche delle forze dell’ordine impegnata nella loro ricerca da domenica mattina, i tre minorenni pesaresi di 15, 16 e 17 anni che si erano allontanati volontariamente dalle loro case erano nei dintorni della Riviera delle Palme. La cellula di uno dei loro cellulari già da domenica si era agganciata infatti a San Benedetto del Tronto.
La loro ‘bravata’ aveva destato enorme preoccupazione non solo nelle loro famiglie- che hanno segnalato la loro scomparsa, dopo che sabato sera non erano tornati a casa- ma anche nelle comunità dei Pesaro e di tutta la regione Marche, dove si stavano concentrando le ricerche. Per rintracciarli si erano mobilitate le prefetture di Pesaro e di Ascoli Piceno, più tutte le forze dell’ordine che si erano attivate senza sosta nella ricerca del ‘trio’ sul territorio.
L’ULTIMO CONTATTO: “STIAMO TUTTI BENE”
I tre minorenni si erano allontanati di casa dopo la serata del sabato trascorsa insieme e avevano preso un treno dalla stazione di Pesaro diretto verso sud, come risultava dai filmati delle telecamere. L’unico contatto con i genitori si era avuto grazie alla telefonata di uno dei tre fatta per tranquillizzarli dicendo “Stiamo tutti bene”. Ma dopo questa telefonata i telefoni risultavano spenti.
IL FACCIA A FACCIA CON I GENITORI: NIENTE SCUSE, SILENZIO E IMBARAZZO
I ragazzini quindi da ieri sono a casa e “stanno bene”. Appena allertati, i genitori sono andati a riprenderli: un padre ha raccontato al quotidiano locale “Corriere Adriatico” l’imbarazzo del momento di ricongiungimento. “All’inizio è stato un momento duro, lo ammetto” racconta il genitore all’indomani della conclusione di tutta la vicenda. “È stato difficile – ha proseguito- poi la tensione si è sciolta, eravamo tutti provati. L’importante è che i ragazzi stiano bene, avremo tempo per capire che cos’è successo, per raccontarcelo”. Al faccia faccia non è mancato un grande imbarazzo da parte dei ragazzini che sono rimasti in silenzio e occhi bassi. “Non hanno detto niente, nulla- spiega il padre- non hanno chiesto scusa, ma credo che neanche loro si siano resi perfettamente conto di quello che hanno provocato, delle nostre paure per non sapere dove fossero, se stessero bene o meno. È accaduto tutto molto in fretta, dobbiamo ancora metabolizzare che cos’è successo. Dobbiamo ancora comprendere bene certe dinamiche, non c’è stato tempo. Ecco, credo che adesso bisognerà cercare di rispettare i tempi e di venirsi incontro reciprocamente”.
LA PREMEDITAZIONE
Secondo la polizia che ha condotto le ricerche il trio avrebbero pianificato la fuga già da qualche giorno con l’intenzione di stare fuori per un fine settimana senza informare i propri genitori.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)