Ipertensione: lo studio di fase IIb Advance-HTN, pubblicato sul New England Journal of Medicine, ha valutato l’efficacia del lorundrostat
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Lo studio di fase IIb Advance-HTN, pubblicato sul New England Journal of Medicine, ha valutato l’efficacia del lorundrostat, un inibitore selettivo della sintasi dell’aldosterone, dimostrando una riduzione significativa della pressione arteriosa sistolica misurata tramite monitoraggio ambulatoriale nelle 24 ore.
Dopo 12 settimane di trattamento con una dose giornaliera di 50 mg, la riduzione media è stata di 15,4 mmHg, indicando un’azione promettente nel controllo della pressione nei pazienti con ipertensione resistente.
L’ipertensione resistente rappresenta una sfida clinica significativa, soprattutto per quei pazienti che, nonostante la terapia con più farmaci antipertensivi, continuano a mostrare valori di pressione elevati.
Un confronto con altre molecole
La ricerca di terapie più efficaci per l’ipertensione resistente ha portato allo sviluppo di diverse molecole, tra cui il baxdrostat, un altro inibitore della sintasi dell’aldosterone, che ha dato risultati contrastanti nei precedenti studi HALO e BrigHTN, e l’aprocitentan, un antagonista dei recettori dell’endotelina recentemente approvato dalla FDA.
Il lorundrostat si distingue per la sua capacità di agire direttamente sulla produzione di aldosterone, un ormone chiave nel mantenimento della pressione arteriosa. Questo lo rende potenzialmente più efficace di altre strategie come gli siRNA contro l’angiotensinogeno o la denervazione renale, che mirano a meccanismi differenti.
Dettagli dello studio Advance-HTN
Lo studio ha coinvolto 285 pazienti con ipertensione non controllata, con un’età media di 60 anni, il 60% di sesso maschile e il 53% di origine africana, una popolazione con alta prevalenza di iperaldosteronismo primario.
I partecipanti sono stati randomizzati a ricevere una dose fissa di 50 mg di lorundrostat, una dose variabile con incremento a 100 mg dopo 4 settimane in caso di pressione sistolica ≥130 mmHg, oppure un placebo.
Prima della randomizzazione, tutti hanno seguito un trattamento standardizzato per tre settimane, garantendo una maggiore omogeneità della popolazione studiata.
Dopo 12 settimane, la variazione media della pressione sistolica nelle 24 ore è stata di:
• -15,4 mmHg nel gruppo a dose fissa;
• -13,9 mmHg nel gruppo a dose variabile;
• -7,4 mmHg nel gruppo placebo.
Il miglioramento rispetto al placebo è stato significativo: -7,9 mmHg per il gruppo a dose fissa e -6,5 mmHg per quello a dose variabile. Inoltre, il 41% dei pazienti trattati con lorundrostat ha raggiunto una pressione sistolica inferiore a 125 mmHg entro 4 settimane, rispetto al 18% del gruppo placebo.
Un altro punto di forza dello studio è stato l’utilizzo del monitoraggio ambulatoriale della pressione gold standard 24 ore su 24 anziché le misurazioni da ambulatorio, offrendo un quadro più accurato della reale efficacia del trattamento.
Buon profilo di sicurezza
Il lorundrostat ha mostrato un profilo di sicurezza in linea con gli effetti attesi dell’inibizione dell’aldosterone. Sedici pazienti hanno riportato eventi avversi gravi, di cui tre attribuiti al farmaco.
Gli effetti collaterali principali hanno riguardato l’iperkaliemia, con livelli superiori a 6,0 mmol/L registrati nel 5% dei pazienti con dose fissa e nel 7% di quelli con dose variabile. Sono stati osservati anche lievi variazioni nella funzione renale.
Il farmaco è attualmente in fase III con lo studio Launch-HTN, i cui risultati preliminari sono stati definiti incoraggianti. Se confermati, potrebbero portare all’approvazione regolatoria del lorundrostat.
Gli esperti sottolineano l’importanza di valutare la sicurezza a lungo termine e di indagare possibili benefici aggiuntivi, come un impatto positivo sull’insufficienza cardiaca o sulla funzione renale.
Interpretazione clinica
Il lorundrostat si configura come un’opzione promettente per il trattamento dell’ipertensione resistente, con risultati clinici favorevoli rispetto ai farmaci attualmente disponibili.
La sua capacità di ridurre la pressione arteriosa agendo direttamente sulla sintesi dell’aldosterone lo distingue da altre strategie terapeutiche e potrebbe rappresentare una svolta nel trattamento di pazienti difficili da gestire con le terapie tradizionali.
Bibliografia
Laffin LJ, Kopjar B, Melgaard C, et al. Lorundrostat Efficacy and Safety in Patients with Uncontrolled Hypertension. N Engl J Med. 2025 Apr 23. doi: 10.1056/NEJMoa2501440. Epub ahead of print. leggi