Nei pazienti con vitiligine non segmentale l’aggiunta della fototerapia con raggi ultravioletti B a banda stretta al trattamento orale con ritlecitinib ha migliorato la ripigmentazione
![]()
Nei pazienti con vitiligine non segmentale l’aggiunta della fototerapia con raggi ultravioletti B a banda stretta al trattamento orale con ritlecitinib ha migliorato la ripigmentazione rispetto all’utilizzo del solo farmaco, secondo i risultati di un’analisi esplorativa di uno studio di estensione di fase IIb pubblicati sul Journal of the American Academy of Dermatology.
Gli attuali trattamenti per la vitiligine includono la fototerapia UVB a banda stretta (nbUVB), corticosteroidi topici e sistemici, inibitori della calcineurina topici off-label, ruxolitinib topico (inibitore JAK1/JAK2) e chirurgia, tuttavia questi trattamenti hanno spesso un’efficacia limitata e/o effetti avversi.
La nbUVB, un pilastro del trattamento per la vitiligine, migliora la differenziazione dei melanociti e la ripigmentazione nei pazienti con vitiligine. I JAK inibitori orali sono in fase di sviluppo per la vitiligine e rappresentano un promettente potenziale trattamento terapeutico. Le evidenze suggeriscono che la combinazione della fototerapia nbUVB con l’inibizione JAK può avere un effetto terapeutico benefico nei pazienti con vitiligine
Ritlecitinib è un inibitore selettivo duale della Janus chinasi (JAK) 3 e della tirosina-chinasi (TYK) espressa nella famiglia di chinasi del carcinoma epatocellulare (TEC), attualmente approvato per il trattamento dell’alopecia areata.
Valutazione di ritlecitinib con e senza fototerapia aggiuntiva
Nella fase principale di 24 settimane di uno studio di fase IIb, ritlecitinib somministrato per via orale una volta al giorno si è dimostrato efficace nel migliorare i punteggi della vitiligine rispetto al placebo. I pazienti che dopo 16 settimane hanno ottenuto una riduzione di almeno il 50% rispetto al basale nel punteggio Total-Vitiligo Area Scoring Index (T-VASI 50) sono stati inclusi in un successivo studio di estensione della durata di 24 settimane. Al basale, mediamente la superficie corporea interessata era di circa il 20% e il T-VASI rilevato localmente era pari a circa il 15%.
Nello studio di estensione, 187 pazienti dei 230 iniziali (età media circa 45 anni, 56% donne, due terzi bianchi e 27% asiatici) sono stati randomizzati a ricevere la monoterapia con ritlecitinib 200 mg per 4 settimane, seguita da 50 mg per 20 settimane, mentre 43 soggetti sono stati assegnati a ritlecitinib 200 mg più fototerapia UVB a banda stretta aggiuntiva due volte alla settimana.
La fototerapia UVB a banda stretta è stata somministrata secondo le raccomandazioni del 2017 del Vitiligo Working Group, con la differenza che veniva utilizzata due volte anziché tre volte a settimana. L’aspettativa era il suo impiego due volte a settimana per 12 settimane migliorasse il punteggio T-VASI dei pazienti di almeno il 10% e soddisfacesse i criteri per essere continuata
Risultati migliori con il trattamento combinato
I pazienti sottoposti al trattamento combinato hanno mostrato una riduzione media del 69,6% del Facial-Vitiligo Area Scoring Index (F-VASI) dopo 24 settimane, rispetto a una diminuzione del 55,1% con il solo ritlecitinib (P=0,009).
La differenza era più sostanziale considerando l’estensione totale della vitiligine (T-VASI) piuttosto che il solo viso (F-VASI). Alla settimana 24, la variazione media rispetto al basale del T-VASI era del 46,8% con il trattamento combinato rispetto al 24,5% con la monoterapia con ritlecitinib (P<0,001).
«L’effetto dei raggi UVB sulla ripigmentazione è risultato più evidente con il T-VASI, a indicare che la pelle non esposta al sole potrebbe essere più sensibile agli effetti additivi dei raggi UVB a banda stretta a ritlecitinib rispetto alla pelle esposta al sole» hanno osservato gli autori.
«Ritlecitinib blocca JAK3 e le vie di segnalazione infiammatorie coinvolte nella patogenesi della vitiligine» hanno scritto. «L’effetto additivo degli nbUVB nel favorire la ripigmentazione nei pazienti con vitiligine in questo studio supporta un modello in cui l’inibizione di JAK3/TEC con ritlecitinib sopprime la distruzione dei melanociti attraverso la riduzione della segnalazione delle cellule T e della produzione di IFN-γ, e la fototerapia con nbUVB stimola la proliferazione e la differenziazione dei melanociti».
L’aspetto della vitiligine “molto migliorato” o “moltissimo migliorato” riferito dai pazienti rispetto al basale ha raggiunto il 57,7% con la terapia combinata rispetto al 30% con la monoterapia con ritlecitinib (P<0,05).
«Questi risultati sono incoraggianti e suggeriscono che questa combinazione possa offrire ulteriori benefici ai pazienti con vitiligine» ha affermato l’autore senior dello studio Emma Guttman-Yassky della Icahn School of Medicine del Mount Sinai, New York City. «Sottolineano il potenziale delle terapie di precisione, inclusi i trattamenti orali mirati, di essere integrate in modo sicuro con le modalità tradizionali come la fototerapia per migliorare i risultati per i pazienti».
Nel complesso il trattamento combinato è stato ben tollerato e non sono emersi nuovi segnali di sicurezza. Gli eventi avversi correlati al trattamento (TEAE) hanno interessato il 63,6% del gruppo in monoterapia con ritlecitinib e il 74,4% del gruppo terapia combinata.
I più comuni nei rispettivi gruppi sono stati infezione del tratto urinario (6,4% vs 7%), infezione delle vie respiratorie superiori (4,8% vs 4,7%), cefalea (4,3% vs 7%), rinofaringite (4,3% vs nessuna) e prurito (2,7% vs 7%). L’unico evento avverso grave è stato un caso di leiomioma uterino in una paziente (0,5%) del gruppo in monoterapia con ritlecitinib.
Tra i limiti dello studio, gli autori hanno riconosciuto una dimensione del campione relativamente ridotta e l’utilizzo di un disegno esplorativo.
Referenze
Yamaguchi Y et al. Response to ritlecitinib with or without narrow-band ultraviolet B add-on therapy in patients with active nonsegmental vitiligo: Results from a phase 2b extension study. J Am Acad Dermatol. 2025 Apr;92(4):781-789.