Delitto di Garlasco, rispuntano i messaggi delle sorelle Cappa: “Abbiamo incastrato Stasi”


Dopo la riaperture delle indagini sull’omicidio di Garlasco, la Procura di Pavia sta analizzando 280 messaggi, ma anche vecchie intercettazioni legate alle sorelle Cappa, cugine di Chiara Poggi

sorelle cappa

Mi sa che abbiamo incastrato Stasi“: è uno dei messaggi mandato anni fa ad un amico da Paola Cappa, una delle cugine di Chiara Poggi, e che oggi sono tra gli elementi su cui la Procura di Pavia sta indagando dopo la riapertura – clamorosa – delle indagini sull’omicidio di Garlasco, che risale al 13 agosto 2007, quando la 26 enne Chiara Poggi venne uccisa in casa sua. Per il delitto è stato condannato in via definitiva nel 2015 l’allora fidanzato Alberto Stasi, che però si è sempre proclamato innocente. A rivelare i messaggi (alcuni) su cui gli inquirenti stanno lavorando è il settimanale ‘Giallo’, che nel numero in edicola oggi dedica un servizio alle nuove indagini sull’omicidio di Garlasco.

280 MESSAGGI E STRANE FOTO SUI SOCIAL

I messaggi finiti sotto la lente degli inquirenti sarebbero centinaia, per la precisione 280, conversazioni avute da Paola Cappa con un amico di Milano. E non ci sono solo i messaggi, ci sono anche alcune fotografie pubblicate dalle gemelle Cappa sui social. Immagini in cui spuntano elementi strani (come un’impronta di scarpa a pallini che assomiglia molto a quella trovata sulla scena del crimine 18 anni fa) o scritte equivoche, che ad occhi attenti (e conoscitori dell’inchiesta nel dettaglio) hanno fatto pensare a uno strano riferimento all’omicidio o alle indagini. Come una foto, postata come storia su Instagram di recente da Stefania, in cui si vede un bambino vicino a rastrelliere di biciclette e poi si legge la scritta ‘Fruttolo‘. E caso vuole che proprio un vasetto di Fruttolo (una specie di yogurt fatto con il formaggio), trovato dopo il delitto a casa Poggi (e sequestrato insieme a tanti altri oggetti), verrà ora rianalizzato dopo i nuovi elementi che hanno portato due mesi all’iscrizione nel registro degli indagati Andrea Sempio.

L’ALIBI DELLE SORELLE (E DELLA MADRE)

Sempre nell’articolo di ‘Giallo’, si ricorda poi la questione dell’alibi delle gemelle Cappa, interrogate al tempo come qualunque altro parente o conoscente di Chiara Poggi (ma anche sottoposte ad intercettazioni) per ricostruire cosa avessero fatto quel 13 agosto. Le due ragazze, che all’epoca avevano 23 anni, dissero di essere rimaste a casa e la stessa cosa disse anche la loro madre. Ma ora sarebbero emerse cose diverse. In particolare, un ‘super-testimone’ intervistato anche dalla trasmissione ‘le Iene’ (oltre che dalla Procura) avrebbe detto negli ultimi mesi di aver visto Stefania gettare un sacco contenente attrezzi nel canale di Tromello (lì vicino abitava la nonna delle due giovani): proprio questa circostanza è alla base delle ricerche effettuate ieri nel canale, dove sono stati rinvenuti alcuni oggetti tra cui appunto un martello. L’arma del delitto – si ipotizzò un martello sparito da casa Poggi oppure un attizzatoio da camino – non venne mai ritrovata. Ma la posizione di Stefania Cappa era stata già messa in discussione anche allora, nel 2007.

DOVE ERA STEFANIA LA MATTINA DEL DELITTO?

Al tempo, qualcuno disse di aver visto una ragazza bionda in bici vicino a casa Poggi, la mattina del delitto, e si vociferò che potesse essere Stefania. Ma la cosa non ebbe seguito perchè il testimone che ne aveva disse poi di esserselo inventato. Si trattava di Marco Muschitta, tecnico dell’Asm (Impianti e Servizi Ambientali Spa), che la mattina del delitto era impegnato in un controllo alle centrali dell’acqua a Garlasco, in via Pavia. Disse di aver visto la bici tra le 9.30 e le 10, vicino alla casa di Chiara Poggi. Queste le sue parole: “A bordo c’era una ragazza con i capelli biondi a caschetto, indossava occhiali da sole scuri a mascherina, come quelli di moda. La ragazza aveva delle scarpe bianche con una stella blu”. Disse anche che aveva in mano un piedistallo da camino e che la aveva successivamente in tv: era Stefania Cappa. Disse anche di aver visto un Suv nero (che è l’auto che al tempo aveva la madre delle gemelle). Poi ritrattò e la sua testimonianza venne scartata. In una successiva intercettazione, in cui parlava con il padre, disse però di essere stato convinto a ritrattare per non mettere in pericolo il padre. Ma la cosa non venne comunque approfondita.

Ci fu anche un’altra persona, un commerciante (Vignati, ricorda ‘Giallo’), che disse di aver visto quella mattina il Suv nero, aggiungendo che aveva riconosciuto a bordo la madre delle due ragazze: erano le 8 – 8.30 del mattino e lui si trovava in negozio. Ma come, la donna non era rimasta a casa? Così aveva dichiarato ai carabinieri. E lo stesso avevano detto le due ragazze.

LE PAROLE DI PAOLA CAPPA ALLA NONNA

Tra gli altri elementi investigativi su cui ora ci si sta (di nuovo) lavorando, c’è anche un’intercettazione di Paola Cappa che parlava con la nonna e non aveva parole buone per i genitori di Chiara Poggi: “Odio gli zii, non li sopporto più“. “E perchè poverini?”, chiedeva la nonna. “Perchè non li sopporto più, mi hanno roto i coglioni, basta”. La nonna: “Ma non vengono tanto”. Paola: “Ma che non vengano direttamente! Guarda, noi stiamo male per i cavoli nostri, dobbiamo stare male il doppio? Guarda nonna se io e Stefania siamo ridotte così è per questa storia qua!“.

LA FESTA IN PISCINA

Una collega di lavoro di Chiara Poggi, Francesca, al tempo parlò agli inquirenti di una festa in piscina che dovrebbe essersi svolta a luglio, quindi poco tempo prima del delitto. E anche su questa festa (a cui dovrebbero aver partecipato diversi amici e conoscenti della ragazza, probabilmente anche lo stesso Andrea Sempio) potrebbero essere fatti approfondimenti per capire meglio alcune circostanze: Chiara Poggi gliene aveva parlato citando la presenza della cugina Paola, al tempo anoressica, e spiegando che questo malessere creava tensioni in famiglia. Questa collega, a cui gli inquirenti chiedevano se sapesse di interessi di Chiara verso altri ragazzi diversi da Stasi, disse che per quanto sapeva non aveva altri uomini intorno. Disse, però, che Chiara stava spesso al telefono con molti amici.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)