Artrite idiopatica giovanile, HLA-B27 predice outcome peggiori di malattia da adulti


I pazienti con artrite idiopatica giovanile (JIA) portatori del marcatore genetico HLA-B27 sembrano presentare un decorso clinico meno favorevole nel lungo termine

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I pazienti con artrite idiopatica giovanile (JIA) portatori del marcatore genetico HLA-B27 sembrano presentare un decorso clinico meno favorevole nel lungo termine, con tassi inferiori di remissione senza farmaci. Questi sono i risultati di uno studio recentemente pubblicato su ACR Open Rheumatology, che solleva il quesito se lo screening per HLA-B27 debba essere considerato per tutti i pazienti con JIA.

Razionale e disegno dello studio
Come è noto, i geni I geni HLA fanno parte del complesso maggiore di istocompatibilità, che consente al sistema immunitario di distinguere le proteine estranee da quelle autoctone. HLA-B27 è da tempo associato ad un maggior rischio di artropatie, tra cui l’artrite reattiva, la spondiloartrite e l’artrite psoriasica, nonché la JIA. Il test per l’HLA-B27 viene talvolta eseguito clinicamente per agevolare la diagnosi differenziale nei pazienti con articolazioni tumefatte o dolenti.

Molti studi hanno documentato l’esistenza di associazioni tra l’HLA-B27 e alcune manifestazioni autoimmuni come l’uveite, la sacroileite e l’entesite. È meno chiaro, però, se questo marcatore genico abbia un valore prognostico.
Uno studio precedente, condotto da molti degli stessi ricercatori autori del nuovo studio, aveva dimostrato un decorso tendente alla cronicizzazione di malattia più cronico per i portatori di HLA-B27 dopo che la coorte di pazienti era stata seguita per 8 anni.

Nel nuovo studio si sono proposti di studiare le associazioni dell’HLA-B27 con le caratteristiche cliniche e gli outcome di malattia nella stessa coorte dello studio precedente ma 18 anni dopo l’insorgenza della JIA.
Su un totale di 510 pazienti inizialmente reclutati nello studio di coorte, 434 erano ancora inclusi nello studio a 18 anni dalla diagnosi di JIA. I test HLA-B27 sono stati completati in 416 pazienti, mentre lo stato di remissione è stato accertato in 406 pazienti.

La malattia inattiva era definita come assenza di articolazioni tumefatte o dolenti e di uveite, nonché di altri sintomi come febbre o splenomegalia. Era inoltre necessario che i valori dei marcatori dell’infiammazione sistemica, come la VES, risultassero nella norma. Per essere considerati in remissione libera da farmaci, i pazienti dovevano mantenere la malattia inattiva per almeno 12 mesi mentre non assumevano farmaci anti-artrite e anti-uveite.

Poco meno di un terzo della coorte era costituita da pazienti di sesso maschile. Circa il 22% era portatore del genotipo HLA-B27; la positività del portatore era maggiore negli uomini rispetto alle donne, che rappresentavano 40 dei 93 pazienti portatori di HLA-B27. L’età mediana di insorgenza era di 8,3 anni per i portatori e di 5,3 per i non portatori di HLA-B27.

Risultati principali
Dall’analisi dei dati è emerso che, tra i 434 pazienti seguiti nella coorte, le probabilità di mostrare ancora una malattia attiva o di avere bisogno di farmaci 18 anni dopo l’ingresso nello studio erano quasi triplicate nei portatori di HLA-B27 (OR:2,6,; IC95%: 1,5-4,3).
Il mancato raggiungimento della remissione era particolarmente comune nei pazienti di sesso maschile portatori di HLA-B27, con un odds ratio di 5,6 (IC95%: 2,3-13,7). Il rischio di mancata remissione era numericamente elevato anche nelle donne portatrici di questo marcatore, ma non è risultato statisticamente significativo (OR:1,7; IC95%:0,9-3,3).

I ricercatori hanno anche osservato che alcune articolazioni sembravano preferenzialmente associate all’HLA-B27, in particolare le articolazioni sacroiliache, dell’anca e subtalari, e questo è rimasto evidente per tutti i 18 anni di follow-up.
All’ultimo esame di controllo, quando tutti i pazienti erano adulti, i portatori di HLA-B27 di sesso maschile si connotavano per una probabilità maggiore delle pazienti di sesso femminile portatrici di questo marcatore di mostrare una malattia attiva in queste articolazioni e nelle articolazioni metatarso-falangee.

Inoltre, la presenza di dolore infiammatorio alla schiena, di entesite e di uveite al momento dell’arruolamento è risultata associata ad un rischio maggiore di mancata remissione al 18° anno tra i portatori di HLA-B27.
L’uveite è risultata un fattore predittivo particolarmente forte per i portatori di HLA-B27, con un odds ratio di 16,5 (IC95%: 2,1-129) per lo stato di mancata remissione al 18° anno rispetto ai pazienti senza uveite al basale.

Limiti e implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso alcuni limiti metodologici dello studio, quali il numero ridotto di pazienti con presentazioni specifiche di malattia (es: solo 27 pazienti avevano una sacroileite confermata dalla diagnostica per immagini).
Inoltre, la coorte di pazienti era stata implementata agli albori della terapia con farmaci biologici per la JIA, limitando la comparabilità con studi più recenti.

Nonostante questi limiti, lo studio dimostra che le caratteristiche cliniche delle spondiloartriti sono più frequenti nei pazienti HLA-B27 positivi e si associano a outcome peggiori e a una minore probabilità di remissione a lungo termine, specialmente nei pazienti di sesso maschile. Questi risultati sottolineano il possibile impatto negativo della positività all’HLA-B27 sul decorso della JIA e sollevano interrogativi sull’opportunità di un suo screening sistematico nei pazienti con questa patologia.

Bibliografia
Ekelund M, et al “Clinical impact of HLA-B27 on juvenile idiopathic arthritis: Eighteen years of follow-up in the population-based Nordic juvenile idiopathic arthritis cohort” ACR Open Rheumatol 2025; DOI: 10.1002/acr2.70005.
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