Sindrome intestino corto: teduglutide migliora le caratteristiche delle feci nei bambini


Teduglutide ha portato a un miglioramento della consistenza e della frequenza delle feci nei bambini affetti da insufficienza intestinale associata a sindrome dell’intestino corto

inulina

Il trattamento con teduglutide ha portato a un miglioramento della consistenza e della frequenza delle feci nei bambini affetti da insufficienza intestinale associata a sindrome dell’intestino corto (SBS-IF), nel corso di 96 settimane. E’ quanto evidenziano i risultati di uno studio presentato durante l’American Society for Parenteral and Enteral Nutrition (ASPEN) 2025 Nutrition Science & Practice Conference.
I ricercatori hanno anche osservato una riduzione del volume e della frequenza della nutrizione parenterale e/o dei liquidi per via endovenosa.

Secondo un’analisi post hoc, i pazienti pediatrici affetti da SBS-IF hanno mostrato miglioramenti evidenti nella consistenza e nella frequenza delle feci dopo 96 settimane di trattamento con teduglutide. È stato osservato che anche nei casi in cui l’aspetto delle feci non migliorava, spesso si registrava comunque un netto miglioramento nella tolleranza enterale e una riduzione della dipendenza dalla nutrizione parenterale.
Samuel A. Kocoshis, direttore medico dell’Intestinal Care Center e del programma di trapianto dell’intestino presso il Cincinnati Children’s Hospital Medical Center, insieme ai suoi colleghi, ha condotto un’analisi post hoc dei dati provenienti da due studi di estensione in aperto di fase 3 sull’uso del teduglutide, un analogo del peptide 2 simile al glucagone (GLP-2), in bambini con SBS-IF.

I partecipanti hanno ricevuto teduglutide alla dose di 0,05 mg/kg/die in cicli di 24 settimane, seguiti da periodi senza trattamento, per un massimo di sei cicli. All’inizio degli studi, erano inclusi 69 pazienti (età media 6,8 anni, deviazione standard 3,75; il 66,7% erano maschi).
I risultati presentati al congresso ASPEN 2025 hanno mostrato una diminuzione del punteggio medio sulla scala di consistenza delle feci di Bristol (Bristol Stool Form Score – BSFS) nelle prime 12 settimane. Tuttavia, tra la settimana 12 e la 96 si sono osservate delle fluttuazioni nel punteggio. La frequenza media delle evacuazioni era di 3,8 al giorno (deviazione standard 2,94; n=51) all’inizio dello studio e si è ridotta a 3,3 al giorno (deviazione standard 1,93; n=24) a 96 settimane. Inoltre, si sono evidenziati miglioramenti nei parametri legati alla nutrizione parenterale e ai liquidi endovenosi per tutta la durata delle 96 settimane, inclusa la riduzione del volume somministrato, del numero di giorni a settimana necessari e della durata del supporto.

Lo scopo iniziale dello studio era valutare quanto potesse essere ridotta la necessità di nutrizione parenterale nei bambini trattati con teduglutide. Obiettivi secondari comprendevano il miglioramento del livello ematico della citrullina e delle caratteristiche delle feci. Per valutare oggettivamente queste ultime, si è scelto di utilizzare il BSFS. Dopo la pubblicazione dei primi dati relativi alla tolleranza enterale migliorata e alla sicurezza a 12 e 24 settimane, è stata effettuata un’analisi dettagliata anche delle caratteristiche delle feci, per esplorare la possibile correlazione tra una maggiore solidità delle feci e una migliore qualità della vita.

Il disegno dello studio prevedeva un dosaggio pediatrico ottimale definito sulla base di studi precedenti: 0,05 mg/kg/die per via sottocutanea. Per valutare le caratteristiche delle feci e la qualità della vita sono stati usati strumenti oggettivi validati, quali il BSFS e il Pediatric Quality of Life Inventory.
I risultati principali mostrano una tendenza al miglioramento del punteggio di Bristol e una correlazione tra quest’ultimo e la qualità della vita, anche se la correlazione è risultata relativamente debole, a causa di alcune limitazioni dello studio. Tra queste, la natura post hoc dell’analisi, la variazione del numero di partecipanti nel tempo, la possibilità di bias derivante dal disegno in aperto, l’assenza di un gruppo di controllo adeguatamente dimensionato e il fatto che i pazienti analizzati erano già in trattamento con teduglutide all’inizio dell’analisi.

Dal punto di vista clinico, è importante che i medici continuino la somministrazione di teduglutide anche se la consistenza delle feci non migliora nelle prime settimane, purché vi sia un progressivo miglioramento della tolleranza enterale. Sebbene questo studio non abbia affrontato il profilo di sicurezza del farmaco, precedenti ricerche hanno mostrato che, su 89 pazienti trattati per circa un anno, solo il 30% ha riportato eventi avversi, per lo più lievi e autolimitanti.
Si sono verificati solo tre eventi avversi gravi, di cui due, ostruzione da fecaloma e ileo, potenzialmente collegati a teduglutide. Non sono stati osservati casi di pancreatite o idrope della colecisti, effetti riportati in adulti. I polipi si sono rivelati eventi rari nei bambini in trattamento con teduglutide.

Nonostante il rischio teorico di neoplasie intestinali, finora non sono stati osservati casi. Considerando che teduglutide stimola la proliferazione cellulare nel tratto intestinale, si raccomanda l’esecuzione di endoscopia e colonscopia di screening dopo un anno dall’inizio del trattamento e successivamente ogni 3-5 anni.
Il fatto che il 70% dei bambini in trattamento con teduglutide riesca a ridurre il fabbisogno di nutrizione parenterale del 20%, e che tra il 15% e il 35% raggiunga l’autonomia enterale, rende il rapporto rischio-beneficio molto favorevole. Pertanto, i clinici non dovrebbero esitare a prescriverlo quando indicato, hanno sottolineato i ricercatori.

Il trattamento con teduglutide per 96 settimane ha prodotto miglioramenti nelle caratteristiche delle feci e ha ridotto la dipendenza da nutrizione parenterale e liquidi endovenosi anche nei bambini con continuità colica. Inoltre, sono emerse differenze tra i pazienti con meno del 50% e quelli con almeno il 50% di colon residuo, sottolineando l’importanza di strategie terapeutiche personalizzate in base alle caratteristiche anatomiche individuali dell’intestino.

Wales P, et al. Effects of long‐term teduglutide treatment on stool characteristics in pediatric patients with short bowel syndrome‐associated intestinal failure. Presented at: American Society for Parenteral and Enteral Nutrition (ASPEN) 2025 Nutrition Science & Practice Conference; March 22-25, 2025; Columbus, Ohio.