Su Rai 5 si apre con “Il Gabbiano” la “Trilogia Čechov” di Leonardo Lidi


Su Rai 5 un progetto triennale dedicato al grande drammaturgo russo Anton Čechov, in cui il regista Leonardo Lidi sceglie di confrontarsi con i grandi temi dell’opera

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Un progetto triennale dedicato al grande drammaturgo russo Anton Čechov, in cui il regista Leonardo Lidi sceglie di confrontarsi con i grandi temi dell’opera cechoviana, dall’amore al ruolo dell’arte nella società, fino agli interrogativi universali che animano le relazioni dei personaggi, per una riflessione sull’essere umano, sulla politica e, dunque, sul teatro stesso. E’ la “Trilogia Čechov” – composta dai tre spettacoli “Il gabbiano” (2022), “Zio Vanja” (2023) e “Il giardino dei ciliegi” (2024) – prodotta dal Teatro Stabile dell’Umbria, in coproduzione con Teatro Stabile di Torino/Teatro Nazionale e Spoleto Festival dei Due Mondi, e con il patrocinio di Rai Umbria – in onda da sabato 3 maggio alle 21.15 su Rai 5.

Si comincia con “Il gabbiano”, seguito da “Zio Vanja” sabato 10 maggio, per concludersi sabato 17 maggio con un doppio appuntamento: “Il giardino dei ciliegi” e “Progetto Cechov. Il documentario” di Lorenzo Bernardini. A interpretarli, Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Alfonso De Vreese, Ilaria Falini, Sara Gedeone, Christian La Rosa, Angela Malfitano, Francesca Mazza, Orietta Notari, Mario Pirrello, Tino Rossi, Massimiliano Speziani e Giuliana Vigogna.

Con “Il gabbiano”, prima tappa del Progetto Čechov, Lidi mette in scena una versione essenziale, che lascia spazio alle emozioni dei personaggi. In un paesaggio dominato da un grande lago e una tenuta estiva, si intrecciano amori non corrisposti, nostalgie d’infanzia, sogni infranti e domande sul senso dell’esistenza. Un racconto umano e universale, che tocca corde profonde e ci invita a riflettere sulla semplicità del nostro essere. La regia Tv è di Giovanna Cuccurullo.

Al centro di “Zio Vanja”, invece, le vicende di una famiglia alle prese con delusioni e rimpianti. I protagonisti sembrano intrappolati in una routine fatta di noia e occasioni perse, in una provincia russa dove il tempo scorre lento. Ma proprio questa immobilità mette in luce le fragilità e i desideri nascosti, raccontando una quotidianità che somiglia molto a quella contemporanea. Regia Tv di Ariella Beddini.

Scritto poco prima della Rivoluzione russa, “Il giardino dei ciliegi”, infine, guarda con lucidità all’incapacità della borghesia di affrontare il cambiamento. Lidi porta il pubblico dentro un giardino/teatro ormai svanito, dove ciò che resta è memoria e malinconia. La commedia diventa allora metafora del teatro stesso: un luogo in cui si recita l’illusione, si affronta la fine, e si tenta di trattenere ciò che inevitabilmente sfugge. La regia televisiva è di Marco Odetto. Ad accompagnare “Il giardino dei ciliegi” c’è “Progetto Čechov.

Il documentario” di Lorenzo Bernardini: un ritratto intimo e avvincente del percorso creativo triennale della compagnia in ogni fase della produzione. Dalle prime prove agli spettacoli, fino ai debutti nei maggiori teatri italiani. il documentario esplora non solo gli aspetti tecnici del lavoro ma anche le sfide e le emozioni che lo accompagnano offrendo una prospettiva unica sulle relazioni e sull’impatto emotivo del processo artistico.
Gli spettacoli in onda su Rai 5 sono stati ripresi al Teatro Carignano di Torino nel novembre 2024. Il progetto editoriale per Rai Cultura è di Felice Cappa, a cura di Giulia Morelli. Produttrice esecutiva Serena Semprini. Programmista multimediale Matilde Pieraccini.