Fatica e sintomi psicologici da long Covid: cure per la demenza inefficaci


Fatica e sintomi psicologici da Long COVID, l’inibizione dell’acetilcolinesterasi utilizzata per la demenza non dimostra efficacia

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Uno studio pubblicato su JAMA Network Open ha dimostrato che donepezil, inibitore dell’acetilcolinesterasi comunemente usato per stabilizzare i sintomi della demenza, non ha mostrato efficacia nel trattamento della fatica e dei sintomi psicologici legati al Long COVID.

La ricerca, condotta dal gruppo guidato da Kensuke Nakamura, dell’Ospedale dell’Università di Yokohama, e colleghi, ha evidenziato come il punteggio medio della Chalder Fatigue Scale (CFS), principale misura di esito dello studio, non abbia mostrato differenze significative tra il gruppo trattato con donepezil e quello placebo dopo tre settimane di intervento (P=0,31).

Anche aggiustando i dati di base con un modello di regressione, i risultati rimanevano non significativi.

Esiti primari e secondari dello studio condotto con donepezil
Nello studio, che rappresentava un’analisi esplorativa di fase II, sono stati arruolati 120 adulti entro 52 settimane dall’insorgenza del COVID-19. I partecipanti presentavano un punteggio binario globale di fatica pari o superiore a 4 sulla Chalder Fatigue Scale.

Il trattamento prevedeva la somministrazione di donepezil cloridrato a una dose di 3 mg/giorno nella prima settimana, seguita da 5 mg/giorno per le due settimane successive. Dei 110 pazienti che hanno completato lo studio (55 in ogni gruppo), il 64% erano donne con un’età media di 45 anni.

Le differenze nelle caratteristiche basali tra i gruppi erano minime, con oltre un terzo dei pazienti che riportava sintomi residui come tosse (35-42%), alterazioni del gusto (11-25%) e perdita di appetito (33-36%).

L’85% dei partecipanti aveva ricevuto almeno due dosi di vaccino contro il COVID-19. Tuttavia, il cambiamento nella CFS (scala 0-33), che era l’outcome primario, non ha evidenziato un miglioramento significativo. Il punteggio medio di partenza nel gruppo donepezil era di 22,3, scendendo a 14,6 dopo tre settimane e a 12,6 dopo otto settimane.

Analogamente, nel gruppo placebo, si registrava un calo da 21,4 a 14,1 e poi a 13,4.
Gli esiti secondari, tra cui misure di ansia, depressione, qualità della vita e stato di salute, non hanno mostrato differenze significative tra i gruppi.

Gli eventi avversi hanno interessato il 36% dei pazienti trattati con donepezil e il 42% di quelli del gruppo placebo, senza manifestazioni gravi.

Limitazioni e studi futuri
Gli autori dello studio hanno riconosciuto alcune limitazioni, sottolineando che il trial potrebbe non aver avuto una potenza statistica sufficiente per rilevare differenze significative. Hanno inoltre evidenziato la necessità di studi di fase III con un numero più ampio di partecipanti e una migliore identificazione dei sottogruppi.

Nonostante l’inefficacia osservata, Harlan Krumholz, cardiologo della Yale University a New Haven, ha enfatizzato l’importanza di continuare a condurre studi su trattamenti farmacologici mirati per il Long COVID.

«È essenziale implementare disegni di trial altamente efficienti per generare le prove necessarie a rispondere ai bisogni di questi pazienti», ha dichiarato.

Bibliografia
Nakamura K, Kondo K, Oka N, Yamakawa K, Ie K, Goto T, Fujitani S. Donepezil for Fatigue and Psychological Symptoms in Post-COVID-19 Condition: A Randomized Clinical Trial. JAMA Netw Open. 2025 Mar 3;8(3):e250728. doi: 10.1001/jamanetworkopen.2025.0728. leggi