Novartis annuncia piano di investimenti negli Stati Uniti


Novartis ha annunciato un ambizioso piano di investimenti da 23 miliardi di dollari distribuito su cinque anni per espandere in modo significativo la propria presenza negli USA

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Nel quadro di un clima economico internazionale segnato da incertezze e tensioni commerciali, Novartis ha annunciato un ambizioso piano di investimenti da 23 miliardi di dollari disutribuito su cinque anni per espandere in modo significativo la propria presenza produttiva e di ricerca negli Stati Uniti. L’iniziativa, comunicata il 10 aprile 2025, prevede la costruzione di sei nuovi stabilimenti, l’ampliamento di tre impianti esistenti e la creazione di un nuovo polo di ricerca e sviluppo.

Si tratta di un’operazione che segue le orme di altre big pharma – tra cui Eli Lilly, MSD e Johnson & Johnson – che hanno risposto alle pressioni politiche interne spostando parte delle attività produttive all’interno del territorio statunitense.

Il piano rappresenta una netta inversione di rotta rispetto alla recente fase di ridimensionamento di Novartis negli Usa, che aveva incluso la chiusura di un centro R&D a San Diego e di altri siti in North Carolina, Colorado e Illinois. Tra il 2021 e il 2024, l’azienda aveva dismesso sette impianti di produzione sul suolo americano. Oggi, però, la multinazionale elvetica sembra puntare con decisione a rafforzare la propria autonomia operativa negli Stati Uniti, anche in ottica di resilienza rispetto a eventuali interruzioni delle catene di fornitura internazionali.

Sviluppo industriale e tecnologie avanzate
Con l’espansione annunciata, Novartis amplierà in modo significativo la propria capacità produttiva negli Stati Uniti, dove attualmente dispone di dodici impianti e sedi, tra cui il quartier generale della sussidiaria a New Jersey, un centro di ricerca a Cambridge (Massachusetts), e stabilimenti a Indianapolis e Millburn. Le sei nuove strutture si aggiungeranno a questa rete consolidata, rafforzando soprattutto la capacità di produzione di farmaci ad alta complessità tecnologica.

Due dei nuovi impianti saranno dedicati alla produzione di radiofarmaci oncologici, come Pluvicto (lutetium (177Lu) vipivotide tetraxetan) e Lutathera (lutetium (177Lu) oxodotreotide). Entrambi i farmaci appartengono alla categoria dei radio-ligandi terapeutici (RLT) e agiscono veicolando isotopi radioattivi direttamente sulle cellule tumorali, combinando la specificità dei ligandi con l’efficacia della radioterapia interna. Le nuove strutture sorgeranno in Florida e Texas, mentre gli stabilimenti esistenti a Indianapolis, Millburn e Carlsbad (California) saranno ampliati.

Per quattro dei nuovi impianti, la localizzazione è ancora da definire. Tre saranno destinati alla produzione di sostanze biologiche, dispositivi medici e confezionamento dei prodotti, mentre il quarto sarà focalizzato sulla sintesi di principi attivi chimici e forme orali solide, oltre al packaging.

Innovazione in R&S: un nuovo hub a San Diego
Parallelamente alla crescita industriale, Novartis ha previsto l’istituzione di un nuovo hub di ricerca biomedica a San Diego, per un investimento di 1,1 miliardi di dollari. L’apertura è programmata tra il 2028 e il 2029, e rappresenta un ritorno simbolico in un’area dove l’azienda aveva precedentemente chiuso un centro R&D. Il nuovo polo sarà dedicato all’innovazione in ambiti strategici come le terapie cellulari e geniche, un segmento in cui l’azienda ha già avviato importanti progetti produttivi sul territorio statunitense.

Tra le novità di rilievo rientra anche la decisione di localizzare negli Stati Uniti, per la prima volta, la produzione di farmaci basati su oligonucleotidi antisenso. Questa classe di molecole agisce a livello dell’RNA, inibendo selettivamente l’espressione di specifici geni patologici. L’inserimento di queste tecnologie nelle pipeline produttive USA rappresenta un’ulteriore dimostrazione della volontà di Novartis di presidiare localmente anche le aree terapeutiche emergenti.

Prospettive e sostenibilità del piano
Secondo quanto dichiarato dal CEO Vas Narasimhan, l’operazione permetterà a Novartis di portare interamente sul suolo americano la propria catena di fornitura e le piattaforme tecnologiche strategiche, in linea con le proiezioni di crescita per il mercato statunitense. L’investimento dovrebbe inoltre contribuire a rafforzare la stabilità dell’azienda rispetto a eventuali crisi geopolitiche o restrizioni commerciali future.

Narasimhan ha sottolineato la piena fiducia del management nella guidance 2025 e nelle previsioni di crescita a medio-lungo termine, confermando anche l’obiettivo di raggiungere un margine core del 40% entro il 2027. La pubblicazione dei risultati del primo trimestre 2025, attesa per il 29 aprile, offrirà ulteriori indicazioni sulla sostenibilità finanziaria dell’intero piano industriale.

In definitiva, l’ampia manovra di Novartis riflette non solo una strategia industriale volta all’autonomia produttiva, ma anche un chiaro posizionamento competitivo nel mercato farmaceutico statunitense, sempre più centrale nel bilancio globale dell’azienda.