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Nel cuore di un’epoca segnata da transizioni demografiche, tecnologiche e sociali, anche il mercato del lavoro sta cambiando volto, facendosi via via sempre più complesso e frammentato.
La crescita dell’occupazione registrata nel periodo post-pandemia convive conflittualmente con segnali di debolezza e fragilità: la contrazione della popolazione in età lavorativa, la difficoltà di accesso a impieghi stabili da parte di giovani, donne e minoranze, il disallineamento crescente tra domanda e offerta di lavoro.
In questa cornice di incertezza, le agenzie per il lavoro diventano sostanzialmente approdi sicuri, punti di riferimento capaci di offrire strumenti concreti e risposte operative.
Non più solamente strumenti di intermediazione, ma catalizzatori di adattamento e innovazione, capaci di rispondere – e talvolta di anticipare – le mutazioni del sistema occupazionale.
Il raggio d’azione delle agenzie per il lavoro si estende su più livelli, là dove il sistema mostra le sue crepe: ricompongono il disallineamento tra competenze disponibili e richieste, ampliano l’accesso per chi resta spesso ai margini, facilitano il reimpiego dei lavoratori senior e accelerano i processi di inserimento.
Calo demografico: il nuovo scenario del mercato lavorativo
Così come gran parte dell’Europa, anche l’Italia sta vivendo un invecchiamento strutturale della popolazione: i tassi di natalità restano ai minimi storici, mentre l’aspettativa di vita continua, al contrario, a salire.
Il risultato di questa tendenza è un lento ma inesorabile restringimento della base lavorativa su cui poggia l’intero sistema produttivo. I dati ISTAT ci restituiscono una situazione alquanto drammatica: il nostro paese ha perso quasi 2 milioni di persone in età lavorativa dal 2014 al 2023, un quadro destinato a peggiorare ulteriormente negli anni a seguire.
Sul piano concreto, meno forza lavoro significa maggiori pressioni sull’efficienza dei processi, sulla produttività complessiva, sulla capacità di riorganizzare le competenze disponibili e, in generale, sulla tenuta dell’intero sistema.
Come intervengono in questo contesto le agenzie per il lavoro? Semplice, mettendo in campo strumenti in grado di compensare – almeno in parte – il calo della forza lavoro attiva, contribuendo a “riattivare” capitale umano escluso dai tradizionali circuiti occupazionali.
Lo fanno ottimizzando e massimizzando l’utilizzo delle risorse esistenti, facilitando l’incontro tra domanda e offerta, ma anche e soprattutto valorizzando quei profili che il mercato tende a marginalizzare e ad escludere (persone con disabilità, migranti, soggetti in uscita da lunghi periodi di inattività, tra cui anche le donne).
Tra le loro funzioni centrale c’è la riqualificazione dei lavoratori più “senior”, sempre più strategici in un’economia che invecchia. Un’agenzia per il lavoro non si occupa solo di reinserirli, ma di accompagnarli in un aggiornamento delle competenze, coerentemente con le richieste di mercato.
Sempre nell’ottica di massimizzare l’uso della forza lavoro disponibile, particolare attenzione viene dedicata ai giovani, spesso intrappolati in circuiti di precarietà o addirittura esclusi per mancanza di esperienza. Le agenzie per il lavoro si configurano, in questo contesto, come ponti tra istruzione e occupazione, con percorsi di orientamento e strumenti concreti per affrontare la transizione verso il lavoro.
Mismatch tra domanda e offerta: una frattura da colmare
Il disallineamento tra domanda e offerta è il fenomeno più evidente – e al tempo spesso più paradossale – che caratterizza il mercato del lavoro contemporaneo, e che può essere riassunto in una frase emblematica: “le persone non trovano lavoro, mentre le aziende non trovano lavoratori”.
Se le imprese lamentano carenza di profili specializzati, i lavoratori non trovano un’occupazione poiché non dispongono delle competenze richieste, faticando a tenere il passo con un mercato che evolve rapidamente.
Anche su questo fronte, il quadro appare tutt’altro che rassicurante: secondo il Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e ANPAL, nel 2023 oltre il 45% delle assunzioni programmate è risultato di difficile reperimento, con punte che sfiorano il 60% nel caso degli operai specializzati.
Le agenzie per il lavoro intervengono anche qui per arginare questo divario prima che diventi strutturale. Lo fanno attraverso una duplice azione: da una parte, in collaborazione con aziende o istituzioni educative, le agenzie intervengono con specifici programmi di sviluppo professionale; dall’altra, supportano le aziende nell’identificazione tempestiva dei profili più adeguati, anche attraverso strumenti di selezione avanzata e formazione su misura.
Diversità e inclusione: le parole d’ordine dell’era contemporanea
Possiamo affermare con certezza che diversità e inclusione – o, per usare il lessico internazionale, diversity & inclusion – siano le tendenze dominanti dell’età contemporanea. Questo perché non si tratta più solamente di principi etici, ma di potenti leve strategiche per la competitività.
Lo dimostrano numerosi studi, tra cui una ricerca di McKinsey & Company, secondo cui le aziende più inclusive registrano performance finanziarie superiori del 35% rispetto alla media del proprio settore.
Ma c’è di più: gli ambienti di lavoro diversificati ed inclusivi favoriscono la creatività, l’innovazione, il problem solving ed il decision making, ed aumentano la soddisfazione ed il benessere dei membri del team.
E le agenzie per il lavoro rappresentano, anche in quest’ottica, validi supporti alle aziende nel promuovere l’inclusione e la sostenibilità grazie al cosiddetto diversity hiring, termine ombrello che si riferisce a tutta una serie di strategie, approcci e metodologie per la ricerca e selezione pensati per garantire pari opportunità e valorizzare tutte le categorie di lavoratori. Insomma, un modo concreto per contribuire alla costruzione di ambienti di lavoro più inclusivi, rappresentativi e in linea con le sfide sociali ed economiche del presente.
Navigare il cambiamento tecnologico: competenze in transizione
Così come molti altri settori, anche il mondo del lavoro è stato travolto dalla spinta dell’innovazione tecnologica: professioni un tempo centrali si sono ridotte, o addirittura scomparse, mentre nuove figure, spesso altamente specializzate, hanno fatto il loro ingresso nel mercato.
La velocità con cui le tecnologie si sono imposte e si impongono – dall’intelligenza artificiale all’automazione, fino alla digitalizzazione dei processi – non ha precedenti. Un’accelerazione che rende sempre più complesso, tanto ai lavoratori quanto alle imprese, il compito di rimanere al passo, costringendo ad una continua revisione delle competenze.
In questa fase di transizione, le agenzie svolgono una funzione cruciale di accompagnamento: da un lato, promuovendo percorsi di riqualificazione e aggiornamento e aiutando le persone ad acquisire le competenze richieste dall’avanzata delle innovazioni tecnologiche; dall’altra assistono le aziende nella ricerca e formazione di nuove figure professionali specializzate.