Psoriasi: nonostante il ricorso ai farmaci biologici ci sono stati progressi clinicamente significativi anche nelle formulazioni e nei veicoli topici
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Negli ultimi anni sono stati approvati diversi farmaci biologici per il trattamento della psoriasi, tuttavia ci sono stati progressi clinicamente significativi anche nelle formulazioni e nei veicoli topici, al punto che oggi le terapie topiche non steroidee rappresentano un’opzione sempre più efficace e ben tollerata per la psoriasi a placche non grave, come emerso nel corso di una conferenza tenuta dal Dipartimento di Dermatologia della George Washington University, Washington, DC.
I farmaci topici a combinazione fissa attualmente disponibili hanno un’efficacia robusta e le formulazioni in crema di tapinarof e roflumilast di recente hanno mostrato un’efficacia anche superiore agli inibitori topici della calcineurina e simile agli steroidi topici di potenza medio-alta, ha affermato il relatore April Armstrong, professore e primario di dermatologia presso l’Università della California, Los Angeles.
Nel corso di un intervento sulle terapie orali e i biologici, ha sottolineato la potenziale utilità dei farmaci orali a piccole molecole come deucravacitinib come agenti sistemici per i pazienti con psoriasi a placche moderata o, in alcuni casi, come aggiunta ai biologici per la psoriasi recalcitrante da moderata a grave.
Trattamenti topici a combinazione fissa
Secondo Armostrong, il trattamento topico sta assumendo sempre più un ruolo di mantenimento proattivo, per trattare una o due volte alla settimana, quando sono clinicamente quiescenti, le aree cutanee che si riacutizzavano di frequente in modo da ridurre il rischio di recidiva, spesso con una combinazione di prodotti topici. «Una volta che la pelle è libera o quasi libera da lesioni, in genere prenderei in considerazione agenti non steroidei per la terapia di mantenimento a lungo termine» ha dichiarato.
Calcipotriolo e betametasone dipropionato
Lo sviluppo della formulazione in crema acquosa di calcipotriolo e betametasone dipropionato (CAL/BDP ,005%/0,064%), approvata nel 2020 per l’uso una volta al giorno nella psoriasi a placche, ha superato l’incompatibilità del pH dei due principi attivi che consentiva solo formulazioni anidre o a base di olio (schiuma, unguento o sospensione), è stata molto ben tollerata e potenzialmente può essere meno irritante.
Il successo del trattamento in base al punteggio del Physician Global Assessment (PGA) è stato del 43% per la crema CAL/BDP rispetto al 32% per la sospensione/gel (P<0,0001), con riduzioni medie dello Psoriasis Area and Severity Index (PASI) rispettivamente del 65% e del 56% dopo 8 settimane, secondo l’analisi dei pazienti con psoriasi a placche.
La schiuma CAL/BDP, approvata per l’uso una volta al giorno nei pazienti di almeno 12 anni di età (evitando viso, inguine e ascelle), presenta rari potenziali effetti collaterali di ipercalcemia e ipercalciuria. «Bisognerebbe metterne molta per riscontrare questo problema in una persona altrimenti sana» ha osservato Armstrong. «Nel complesso è ben tollerata».
Alobetasolo propionato e tazarotene
Anche la lozione a combinazione fissa di alobetasolo propionato e tazarotene (HP/TAZ 0,01%/0,045%) ha mostrato un’efficacia robusta. Negli studi clinici randomizzati di fase III ha ottenuto fino al 36%-45% di successo del trattamento in 8 settimane (punteggio di 0/1 (pelle libera o quasi libera da lesioni) nell’Investigator’s Global Assessment (IGA) con un miglioramento di almeno di 2 gradi rispetto al basale) rispetto al 7%-12,5% con il solo veicolo nella psoriasi da moderata a grave.
Si ritiene che i principi attivi nella lozione abbiano un effetto sinergico, con lo steroide che riduce l’irritazione indotta dal tazarotene e il tazarotene che mitiga i problemi di sicurezza dei corticosteroidi e aumenta la durata degli effetti del trattamento.
Nuove molecole per la terapia topica
Tapinarof
È un agonista naturale del recettore degli idrocarburi arilici (AhR) a piccole molecole, che alla concentrazione dell’1% assicura una importante azione antiossidante, una funzione di barriera cutanea tramite l’aumento di filaggrina, loricrina e involucrina e una riduzione dell’infiammazione.
«Tapinarof ha due importanti effetti a valle, ovvero agisce sul percorso Th17, motivo per il quale la crema è stata approvat per la psoriasi a placche lieve, moderata o grave negli adulti, e sul percorso Th2, motivo per il quale è in fase di studio nella dermatite atopica e probabilmente verrà approvato» ha affermato Armstrong.
Negli studi registrativi PSOARING circa il 40% dei pazienti trattati con tapinarof ha raggiunto la risposta PASI 75 entro 12 settimane, un buon risultato per un farmaco topico non steroideo. Riguardo ai suoi effetti a lungo termine, nello studio di estensione in aperto PSOARING i pazienti guariti sono rimasti liberi da recidive per circa 4 mesi dopo aver sospeso la terapia.
Roflumilast
Roflumilast è un inibitore topico della fosfodiesterasi 4 (PDE4) approvato per il trattamento della psoriasi a placche negli adulti e negli adolescenti nel 2022 e nei bambini di almeno 6 anni di età nel 2023. Nello studio clinico di fase III DERMIS ha mostrato risultati simili a tapinarof, con circa il 40% dei pazienti che ha ottenuto il successo del trattamento IGA entro 8 settimane. Ha una buona tollerabilità, è adatto anche alle pelli sensibili ed è efficace nelle aree intertriginose.
Farmaci orali a piccole molecole come possibile aggiunta ai biologici
Il primo inibitore orale della tirosin-chinasi 2 (TYK2) deucravacitinib, approvato nel 2022 per gli adulti con psoriasi da moderata a grave, si è dimostrato superiore all’inibitore orale della PDE4 apremilast negli studi POETYK PSO, grazie a quasi il 54% dei pazienti che ha raggiunto un punteggio di 0/1 nel Physician Global Assessment (PGA) a 16 settimane e il 60% a 24 settimane in confronto rispettivamente al 32% e al 31% con apremilast.
Anche le risposte PASI 75 e PASI 90 sono state superiori con deucravacitinib. Inoltre i dati sul mantenimento a lungo termine mostrano che circa il 75% dei pazienti ha mantenuto una risposta PASI 75 a 4 anni. «Si può prendere in considerazione l’aggiunta di deucravacitinib a un biologico in caso di malattia recalcitrante» ha concluso Armstrong.