Asma grave eosinofilo: depemokimab ogni 6 mesi riduce le riacutizzazioni


Asma grave eosinofilo, somministrazione semestrale depemokimab riduce le riacutizzazioni e risulta ben tollerata dai pazienti

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Un’analisi ad interim dello studio di estensione AGILE, presentata in occasione del congresso annuale dell’American Academy of Allergy, Asthma & Immunology, tenutosi recentemente a S. Diego (Usa), ha dimostrato che i pazienti con asma grave eosinofilico che hanno utilizzato depemokimab hanno tollerato bene il trattamento e hanno registrato una riduzione dei tassi di riacutizzazione clinicamente significative. Tali risultati suffragano l’efficacia sostenuta del trattamento con questo farmaco biologico.

Cosa è depemokimab 
Depemokimab è un anticorpo monoclonale anti-IL-5 ad azione ultra-prolungata, attualmente in fase di sviluppo per il trattamento dell’asma eosinofilico grave. Negli studi clinici attualmente in corso viene studiata la sua somministrazione ogni 6 mesi, anziché con il dosaggio più frequente utilizzato per mepolizumab, l’anticorpo monoclonale anti-IL-5 del quale condivide lo stesso meccanismo d’azione.

Si caratterizza per l’elevata affinità e la soppressione a lunga durata della funzione di IL-5. IL-5 è la principale citochina responsabile della proliferazione, attivazione e sopravvivenza degli eosinofili e questo la rende un obiettivo di trattamento comprovato per i pazienti con asma grave con livelli più elevati di eosinofili. Nei pazienti con asma eosinofilico grave, le terapie mirate anti-IL-5 rappresentano un approccio terapeutico consolidato ed efficace.

Obiettivi dell’analisi ad interim dello studio AGILE
Il programma di studi clinici di fase III è costituito dai trial SWIFT-1 e SWIFT-2 nell’asma grave e da uno studio di estensione in aperto (AGILE). SWIFT-1 e SWIFT-2 sono due studi clinici di fase 3 multicentrici, randomizzati, in doppio cieco, controllati con placebo, a gruppi paralleli, della durata di 52 settimane.

Gli studi SWIFT 1 e 2 hanno valutato l’efficacia e la sicurezza della terapia aggiuntiva con depemokimab in 375 e 380 partecipanti che erano stati randomizzati a trattamento con depemokimab o  placebo, in aggiunta al trattamento standard con corticosteroidi per via inalatoria a dosi medio-alte con l’aggiunta, almeno, di un altro farmaco di controllo.

Dai risultati è emerso che due dosi di depemokimab, somministrate alla settimana 0 e 26, in aggiunta allo standard di cura, erano state in grado di ridurre le riacutizzazioni di asma di circa il 50% rispetto al placebo alla settimana 52.
Nello studio di estensione AGILE, della durata pari ad altre 52 settimane, i pazienti trattati con depemokimab o placebo nei due trial SWIFT sono stati sottoposti a trattamento con il farmaco biologico al dosaggio sottocute di 100 mg  alla settimana 0 e alla settimana 26 (somministrazione semestrale), in aggiunta allo standard di cura.

L’analisi ad interim dello studio AGILE presentata al congresso ha valutato la sicurezza e l’efficacia a lungo termine di depemokimab nei pazienti provenienti dai trial SWIFT.

Disegno dello studio e risultati principali
Dati di safety/tollerabilità
Il gruppo di studio includeva 629 pazienti (60% donne; 78% di etnia Caucasica; 57% europei) di età pari o superiore a 12 anni (età media 54,8 anni), di cui 419 trattati con depemokimab e 210 con placebo negli studi SWIFT-1/2.
Inoltre, questi pazienti avevano ricevuto una diagnosi di asma in media da 22,7 anni al basale degli studi SWIFT-1/2, con 268 (43%) che erano in trattamento con dosi medie e 361 (57%) con dosi elevate di corticosteroidi per via inalatoria (ICS).
Inoltre, 334 pazienti (53%) presentavano una conta di eosinofili nel sangue pari o superiore a 300 cellule/µL nei 12 mesi precedenti.

Dall’analisi dei dati non sono emersi segnali di sicurezza preoccupanti per questo farmaco, mentre è stata confermata l’elevata tollerabilità. Nel dettaglio, durante lo studio AGILE, 265 (63%) pazienti nel gruppo randomizzato inizialmente a depemokimab  e 129 (61%) pazienti del gruppo randomizzati inizialmente a placebo hanno manifestato eventi avversi, di cui 15 (4%) nel primo gruppo e cinque (2%) nel secondo gruppo correlati al trattamento in studio, rispettivamente.

Tra gli eventi avversi in corso di trattamento vi erano le infezioni e infestazioni (43%), i disturbi respiratori, toracici e mediastinici (11%) e i disturbi muscoloscheletrici e del tessuto connettivo (11%). Due eventi avversi nel gruppo randomizzato inizialmente a trattamento con depemokimab e uno nel gruppo randomizzati inizialmente a trattamento con placebo hanno portato all’interruzione permanente del trattamento in studio o al ritiro dallo studio.

Trentuno (7%) degli eventi avversi nel gruppo randomizzato inizialmente a depemokimab e 16 (8%) nell’altro gruppo sono risultati di entità grave, ma nessuno di essi era correlato al trattamento in studio. Non si sono verificati eventi avversi gravi fatali o decessi.
Tra gli eventi avversi di particolare interesse vi erano singoli casi di prurito, nausea e malessere nel gruppo randomizzato inizialmente a trattamento con placebo; due casi di cefalea in ciascuno dei gruppi di provenienza dei trial SWIFT e sei reazioni locali presso il sito di iniezione nel gruppo randomizzato inizialmente a trattamento con depemokimab.

Trentasei dei 396 pazienti nel gruppo randomizzato inizialmente a depemokimab e sette dei 192 pazienti randomizzati inizialmente a placebo sono risultati positivi agli anticorpi anti-farmaco, mentre tre dei 36 pazienti nel gruppo randomizzato inizialmente a depemokimab erano positivi agli anticorpi neutralizzanti.

Dati sulla riduzione delle riacutizzazioni asmatiche
I tassi annualizzati di riacutizzazioni clinicamente significative in trattamento nell’arco di 52 settimane sono risultati pari a 0,46 (IC95%:0,38-0,56) per il gruppo randomizzato inizialmente a depemokimab  e a 0,48 (IC95%:0,37-0,63) per il gruppo randomizzato inizialmente a placebo.

Complessivamente, 450 (72%) dei pazienti nello studio AGILE non è andato incontro a  riacutizzazioni asmatiche, mentre 604 (96%) non hanno manifestato riacutizzazioni necessitanti di ospedalizzazione o di visita al Pronto Soccorso.

Le riacutizzazioni includevano 189 eventi per 114 pazienti durante il trattamento e sette eventi per sette pazienti dopo il trattamento nel gruppo randomizzato inizialmente a trattamento con depemokimab, con 18 degli eventi in trattamento che hanno necessitato del ricorso all’ospedalizzazione o a visita al Pronto Soccorso per 16 pazienti.

Nel gruppo randomizzato inizialmente a placebo, le riacutizzazioni includevano 95 eventi per 62 pazienti durante il trattamento e due eventi per due pazienti dopo il trattamento, con nove degli eventi in trattamento che hanno necessitato del ricorso all’ ospedalizzazione o a visita al Pronto Soccorso per nove pazienti.

Riassumendo
Sulla base di questi risultati, i ricercatori hanno concluso che i pazienti hanno tollerato il trattamento a lungo termine con depemokimab, con riduzioni delle riacutizzazioni e un profilo di sicurezza e proporzioni di eventi avversi in trattamento in linea con quanto osservato negli studi precedenti.

“Due anni di terapia con questo biologico a lunghissima durata d’azione sono stati sia sicuri che caratterizzati da un buon profilo di efficacia”, hanno quindi ribadito i ricercatori.

Bibliografia
Jackson D et al. Twice-Yearly Depemokimab Demonstrates an Acceptable Safety Profile in a 12-Month Interim Analysis of the AGILE Phase III Open-Label Extension Study. Abs. 429; AAAAI25, S. Diego (Usa)