Lo spettacolo “Sebbe” arriva al Teatro Ivelise


Lo spettacolo di Massimo Stinco, “SEBBE” che si terrà sabato 12 aprile alle ore 21, presso il Teatro Ivelise, in via Capo d’Africa 8, a due passi dal Colosseo

sebbe locandina

Il nuovo dramma di Massimo Stinco, dal palco dello Stuttgart International Theatre, in Germania, arriva a Roma sul palco dello storico Ivelise, sabato 12 aprile 2025, grazie al Concorso “La Nouvelle Saison 2024-2025“ con cui si aggiudica un meritatissimo primo premio. Sebbe é una rilettura teatrale ispirata all’omonimo film svedese, uno spettacolo potente che racconta la disperata solitudine di un quindicenne, intrappolato in un mondo di violenza, abbandono e sogni infranti. Uno spettacolo crudo e attuale, vincitore del primo premio al Bando Teatro Ivelise “Novelle Saison 2024-2025, che scuote e interroga sul destino di tanti ragazzi invisibili.

In scena al Teatro Ivelise il 12 aprile 2025 alle ore 21:00.

SINOSSI:

Si leggono sempre più spesso atroci notizie su giovanissimi ragazzi , anche minorenni , che dedicano molto tempo a guardare video violenti , di guerra, di stragi e ancor peggio alla ricerca di armi . E sappiamo quanti di questi ragazzi diventino protagonisti di efferati episodi di violenze e stragi apparentemente senza motivo . Il bellissimo film svedese “Sebbe” al quale è ispirato il mio spettacolo non parla del tutto di questo ma ci mostra la triste storia di un quindicenne che non ce la fa più a vivere una vita che non è la vita di un ragazzo della sua età. Un ragazzo che ha conosciuto solo il peggio della vita, a partire dai genitori , cresciuto senza un padre , da una madre che a sua volta vive male , lavorando di notte e dormendo di giorno e bevendo troppe birre e fumare ininterrottamente al pub . Una madre che scarica sul figlio tutta la sua rabbia verso un mondo che sembra essere soltanto nero e sbagliato . Che gli dice ” io non ti ho voluto , è colpa di tuo padre se ci sei , io non sono in grado di crescerti ” . Sebbe è un ragazzino che non ha affetti , bullizzato quotidianamente a scuola , incompreso da tutti . Sebbe ha la sua bicicletta sulla quale corre nel vento costeggiando autostrade , cantieri, periferie , discariche, verso un dove che non conosce ma ci dovrà pur essere . Sebbe è appassionato di meccanica e cerca rottami abbandonati su una spiaggia per poi poterci lavorare e tirare fuori la sua creatività ed impiegare così il suo tempo libero nella sua stanza-fortino-trincearifugio . Talvolta trova giocattoli buttati via e li mette nello zaino. Non ha mai giocato con nessuno , non ha mai ricevuto giocattoli. E mai regali . Si appassiona ai giochi di guerra e la sua stanza diventa una specie di deposito di armi giocattolo. Quasi ogni giorno, quando riprende a correre in bicicletta per tornare a casa dalla spiaggia – discarica , si ferma per un attimo a osservare le esplosioni in una miniera della zona. E ne rimane affascinato . Il film si svolge nel 2010 in una cittadina svedese e per quanto sia storia di finzione non si fa fatica a credere che invece tutto questo potrebbe essere vero . Moltissimi ragazzi crescono cosi, ovunque. Con questo spettacolo proseguo idealmente il mio percorso teatrale contro l’intolleranza , la famiglia tiranna , l’emarginazione, la difficoltà di vivere . Nello spettacolo ho voluto mantenere solo il protagonista eliminando fisicamente tutti gli altri personaggi che fanno parte della “vita” di Sebbe perché per lui non esistono , perché c’è solo lui e le sue cose vecchie e rotte appartenute forse a persone molto più fortunate di lui . Sebbe annulla il mondo circostante . Ecco quindi che ho voluto risolvere utilizzando registrazioni di voci fuori campo che rimbombano nella sua testa, e i rumori e suoni che fanno parte delle sue giornate : la campanella della scuola, le percosse e gli insulti dei suoi compagni, le urla e i rimproveri della madre ubriaca , e poi cantieri edili , macchine che sfrecciano in autostrada ,mezzi pesanti , il vento , il mare , il ferro e il metallo degli oggetti semi distrutti e abbandonati . E le esplosioni della miniera . Sebbe quasi non parla perché la parola nel suo mondo non ha importanza . Assisteremo quindi soprattutto alle sue azioni come se ci permettesse di entrare a guardarlo nel suo rifugio sicuro .

Scritto e diretto da

Massimo Stinco

Con

Vieri Raddi

Assistenti regia

Leonardo Paoli

Musiche originali di

Federica Clementi

BIO

Massimo Stinco è un regista, autore, attore e insegnante fiorentino. Ha iniziato la sua carriera teatrale nel 1978, studiando recitazione a Firenze. Dal 1988 al 1999 ha insegnato e diplomato numerosi allievi, alcuni dei quali oggi sono attori professionisti. Dal 1991 si dedica alla regia e alla scrittura, creando e dirigendo oltre un centinaio di spettacoli in Italia e all’estero. Dal 2008, il suo teatro è noto come “omoteatro” e affronta tematiche gay e storie “scomode” e vere. I suoi spettacoli sono spesso drammatici e forti, con scene di nudo, ma mai gratuiti o volgari. Stinco lavora principalmente con attori uomini e giovani, mettendo in scena il “non detto” e le difficoltà dei giovani. Ha rappresentato i suoi spettacoli in varie città italiane e all’estero, tra cui Francia, Inghilterra, Scozia, Germania, Paesi Bassi, Stati Uniti e Estonia. Ha girato quattro cortometraggi a tematica omosessuale e dirige una compagnia comica amatoriale a Firenze. Stinco ha collaborato con attori come Eva Robins, Vladimir Luxuria, Barbara Enrichi, Rossella Falk e Valentina Cortese.