Immunoterapia oncologica: l’attenzione della ricerca si sta spostando su una nuova classe di farmaci, gli inibitori PD-1/VEGF, che combinano due meccanismi d’azione
![]()
L’immunoterapia ha trasformato il trattamento del cancro negli ultimi anni, con farmaci come pembrolizumab che hanno ridefinito gli standard di cura per numerosi tumori. Tuttavia, nonostante i successi, molti pazienti non rispondono a questi trattamenti o sviluppano resistenze nel tempo. L’attenzione della ricerca si sta quindi spostando su una nuova classe di farmaci, gli inibitori PD-1/VEGF, che combinano due meccanismi d’azione per potenziare la risposta del sistema immunitario e ostacolare la crescita tumorale.
Nel settembre 2023, le aziende biotecnologiche Summit Therapeutics e Akeso hanno annunciato risultati clinici promettenti per ivonescimab, un inibitore bispecifico di PD-1 e VEGF, in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC). Il farmaco ha dimostrato un significativo miglioramento nel controllo della progressione tumorale rispetto a pembrolizumab. Questa scoperta ha acceso un’ondata di investimenti nel settore, con molte aziende impegnate nello sviluppo di farmaci simili.
Meccanismo d’azione degli inibitori PD-1/VEGF
Per comprendere il potenziale di questi farmaci, è fondamentale analizzare i loro bersagli molecolari. PD-1 (programmed cell death protein 1) è un recettore espresso sui linfociti T che, quando attivato dai suoi ligandi PD-L1 o PD-L2, inibisce la risposta immunitaria. Le cellule tumorali sfruttano questo meccanismo per sfuggire al riconoscimento e alla distruzione da parte del sistema immunitario. Gli inibitori di PD-1, come pembrolizumab e nivolumab, bloccano questa interazione, permettendo ai linfociti T di attaccare il tumore.
Dall’altro canto, VEGF (vascular endothelial growth factor) è una proteina chiave nella formazione di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi), un processo essenziale per la crescita tumorale e la metastatizzazione. Farmaci come bevacizumab inibiscono VEGF, riducendo l’apporto di nutrienti e ossigeno alle cellule tumorali.
Gli inibitori PD-1/VEGF combinano questi due approcci, bloccando simultaneamente il checkpoint immunitario e la formazione di nuovi vasi sanguigni. Il razionale dietro questa strategia è che la riduzione dell’angiogenesi possa migliorare l’infiltrazione dei linfociti T nel tumore, aumentando così l’efficacia dell’immunoterapia.
I nuovi candidati terapeutici e le aziende coinvolte
L’entusiasmo per questa classe di farmaci ha portato a una competizione intensa tra aziende farmaceutiche e biotecnologiche. Oltre a ivonescimab, diversi altri farmaci sono in fase di sviluppo:
- BNT327 (BioNTech): in fase 3 per il carcinoma polmonare e in fase 2 per il tumore al seno triplo negativo
- AXN-2510 (Instil Bio): in fase 1/2 per il carcinoma polmonare
- MK-2010 / LM-299 (Merck & Co. / LaNova Medicines): in fase 1
- AI-081 (OncoC4): in avvio di fase 1/2
- Jankistomig (Ottimo Pharma): in fase preclinica, con test clinici previsti dal 2025
- CR-001 (Crescent Biopharma): in fase preclinica, con avvio della fase 1 nel quarto trimestre del 2025
- CTX-10726 (Compass Therapeutics): previsto avvio degli studi clinici nel 2025
Le sfide e le prospettive future
Nonostante i risultati promettenti, rimangono alcune incertezze sul futuro degli inibitori PD-1/VEGF. Una delle principali critiche riguarda il fatto che ivonescimab non è stato confrontato con la combinazione standard pembrolizumab-chemioterapia, sollevando dubbi sulla reale superiorità della nuova classe di farmaci. Inoltre, gli studi clinici condotti finora si sono svolti principalmente in Cina, e sarà necessario verificare se i risultati saranno replicabili su popolazioni più ampie e diversificate.
Un altro aspetto da considerare è la sicurezza. Gli inibitori di VEGF sono noti per effetti collaterali come ipertensione, sanguinamenti e proteinuria. Poiché i farmaci bispecifici combinano due meccanismi d’azione, la gestione degli effetti avversi potrebbe risultare più complessa rispetto ai singoli trattamenti.
Il futuro degli inibitori PD-1/VEGF dipenderà dai dati provenienti da studi globali di fase 3. Il trial Harmoni-3, attualmente in corso, sta valutando ivonescimab in combinazione con la chemioterapia in oltre 1.000 pazienti con carcinoma polmonare. I risultati preliminari, attesi per il 2027, potrebbero determinare se questa classe di farmaci diventerà o meno un nuovo standard terapeutico in oncologia.
Bibliografia
Blair, W. Equity Research. (2023). The Rise of PD-1/VEGF Inhibitors: A New Paradigm in Cancer Therapy
MD Anderson Cancer Center. (2023). Checkpoint Inhibitors and Angiogenesis: A Synergistic Approach to Cancer Treatment
Stifel Analyst Reports. (2024). Emerging Oncology Trends: The Potential of Bispecific Antibodies
Study of Ivonescimab (Harmoni-3). (2023). ClinicalTrials.gov. U.S. National Library of Medicine leggi