Covid: ensitrelvir riduce il rischio di infezione dopo esposizione


Un nuovo antivirale orale, ensitrelvir fumarato, ha recentemente dimostrato di ridurre significativamente il rischio di sviluppare COVID-19 dopo un’esposizione

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Nonostante l’evoluzione della pandemia e la disponibilità di vaccini efficaci, il COVID-19 rappresenta ancora una minaccia per la salute pubblica, soprattutto per i soggetti più fragili La prevenzione dell’infezione, soprattutto nelle persone esposte al virus, resta un obiettivo prioritario. Ad oggi, non esistono farmaci approvati per la profilassi post-esposizione (PEP) contro il SARS-CoV-2, ma un nuovo antivirale orale, ensitrelvir fumarato, ha recentemente dimostrato di ridurre significativamente il rischio di sviluppare COVID-19 dopo un’esposizione.

I risultati dello studio SCORPIO-PEP
Il farmaco è stato valutato nello studio clinico di fase 3 SCORPIO-PEP (Stopping COVID-19 pRogression with early Protease InhibitOr treatment – Post-Exposure Prophylaxis), presentato al Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections (CROI) 2025. Questo trial, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, ha coinvolto 2.041 partecipanti a contatto con individui positivi al SARS-CoV-2, risultati negativi al test PCR al momento dello screening. I soggetti sono stati trattati con Ensitrelvir (125 mg/die) per cinque giorni, iniziando entro tre giorni dall’insorgenza dei sintomi del convivente infetto.

L’analisi primaria ha mostrato che solo il 2,9% dei partecipanti trattati con Ensitrelvir ha sviluppato sintomi di COVID-19, rispetto al 9,0% del gruppo placebo, corrispondente a una riduzione relativa del rischio del 67% (p<0.0001). Un’analisi secondaria, che includeva anche partecipanti con un test PCR positivo al basale, ha confermato l’efficacia del farmaco, con un’incidenza di COVID-19 sintomatico del 4,4% nel gruppo Ensitrelvir rispetto al 10,2% nel placebo.

Il meccanismo d’azione di Ensitrelvir
Commercializzato con il nome di Xocova, ensitrelvir è un farmaco antivirale attivo per via orale, utilizzato per il trattamento dei pazienti affetti da SARS-CoV-2.  Si tratta di un inibitore della proteasi 3CL, un enzima essenziale per la replicazione del SARS-CoV-2. Bloccando questa proteasi, il farmaco interferisce con la capacità del virus di moltiplicarsi all’interno delle cellule ospiti.

Questo meccanismo d’azione è analogo a quello di altri antivirali utilizzati per infezioni virali come l’HIV e l’influenza. Lo sviluppo di ensitrelvir è frutto della collaborazione tra Hokkaido University e Shionogi & Co., Ltd., e la sua efficacia è stata dimostrata anche in studi precedenti condotti in Asia durante la diffusione della variante Omicron.

Prospettive future
Ensitrelvir, già approvato in Giappone dal 2022 con il nome commerciale Xocova, ha ricevuto l’approvazione completa nel 2024 per il trattamento del COVID-19. È disponibile a Singapore tramite un accesso speciale ed è in fase di revisione regolatoria a Taiwan. Nel 2025, la Fda ha concesso al farmaco la designazione Fast Track per la profilassi post-esposizione. La casa farmaceutica Shionogi sta attivamente collaborando con le autorità regolatorie internazionali per ampliarne la disponibilità.

Il COVID-19 continua a provocare migliaia di ricoveri e centinaia di decessi settimanali nel mondo, e le varianti emergenti possono ridurre l’efficacia dell’immunità acquisita tramite vaccini o infezioni pregresse. L’introduzione di un antivirale orale per la prevenzione potrebbe rappresentare un’ulteriore strategia di contenimento, specialmente per i soggetti più vulnerabili.

Bibliografia
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