Negli ultimi dieci anni, la terapia dell’emofilia ha vissuto una rivoluzione grazie all’introduzione della terapia genica
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Negli ultimi dieci anni, la terapia dell’emofilia ha vissuto una rivoluzione grazie all’introduzione della terapia genica. Questo approccio innovativo mira a garantire una protezione a lungo termine contro gli episodi emorragici, offrendo una prospettiva terapeutica senza precedenti per i pazienti affetti da emofilia A e B.
I primi studi preclinici, condotti su modelli animali, hanno dimostrato il potenziale terapeutico della somministrazione di transgeni per i fattori della coagulazione VIII e IX mediante vettori virali adeno-associati (AAV). Questi risultati hanno aperto la strada alle sperimentazioni cliniche sugli esseri umani, avviate nei primi anni 2000. Le evidenze raccolte negli studi di fase 3 hanno poi portato alle prime approvazioni condizionate delle terapie geniche da parte delle agenzie regolatorie, tra cui la European Medicines Agency (EMA) in Europa e la Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti.
Attualmente, le terapie geniche approvate includono valoctocogene roxaparvovec per il trattamento dell’emofilia A severa negli adulti, oltre a etranacogene dezaparvovec e fidanacogene elaparvovec per la gestione dell’emofilia B severa o moderatamente severa.
Prime esperienze con valoctocogene roxaparvovec in Europa
Al congresso EAHAD 2025 sono stati presentati i primi dati real-world relativi all’utilizzo clinico di valoctocogene roxaparvovec per il trattamento dell’emofilia A severa. Lo studio ha raccolto le esperienze di due centri europei specializzati: il Centro Emofilia e Trombosi Angelo Bianchi Bonomi di Milano, in Italia, e il Centro per il trattamento dell’emofilia per bambini e adulti presso l’ospedale Friedrichshain di Berlino, in Germania. Complessivamente, sono stati seguiti cinque pazienti adulti affetti da emofilia A severa sottoposti a terapia genica con valoctocogene roxaparvovec.
Risultati del Centro Emofilia di Milano
Il Centro Emofilia e Trombosi di Milano ha trattato tre pazienti, i quali hanno finora mostrato esiti positivi senza effetti collaterali significativi. L’unica reazione avversa riscontrata è stata un aumento dei livelli di alanina aminotransferasi (ALT) in un paziente, evento gestito con successo mediante terapia steroidea. Tutti e tre i pazienti sono attualmente in follow-up e non necessitano di infusioni aggiuntive di fattore VIII.
Esperienza del Centro di Berlino
Presso il Centro di Berlino, due pazienti sono stati trattati e monitorati per oltre un anno. Entrambi presentano un’espressione stabile del fattore VIII e non hanno più avuto bisogno di somministrazioni di fattore VIII dopo il trattamento con valoctocogene roxaparvovec. Anche in questo caso, uno dei due pazienti ha manifestato un aumento dei livelli di ALT, trattato con successo attraverso la somministrazione di prednisolone.
Implicazioni per il futuro della terapia genica
I dati preliminari raccolti dai due centri europei confermano l’efficacia e la sicurezza della terapia genica nel trattamento dell’emofilia A severa, rafforzando le evidenze emerse negli studi clinici. Tuttavia, sarà necessario un monitoraggio a lungo termine per valutare la durata dell’effetto terapeutico e la possibile insorgenza di eventi avversi tardivi.
L’approvazione e l’uso clinico di valoctocogene roxaparvovec rappresentano un passo significativo verso una gestione più efficace e sostenibile dell’emofilia A. Se i benefici osservati nei primi pazienti verranno confermati su scala più ampia, la terapia genica potrebbe diventare un’opzione terapeutica standard per molti pazienti, riducendo drasticamente la necessità di infusioni frequenti di fattore VIII e migliorando la qualità della vita.
Fonte:
Klamroth R., Peyvandi F. “Experience of European Centres Treating Patients With Commercially Available Gene Therapy.” Poster presentato al congresso EAHAD 2025, SPK37.