Un recente studio ha dimostrato che l’uso di anticorpi ampiamente neutralizzanti (bNAbs) potrebbe rappresentare una strategia efficace per mantenere il controllo dell’HIV
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Un recente studio ha dimostrato che l’uso di anticorpi ampiamente neutralizzanti (bNAbs) potrebbe rappresentare una strategia efficace per mantenere il controllo dell’HIV dopo l’interruzione della terapia antiretrovirale (ART). I risultati presentati alla Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections (CROI) da Sarah Fidler, dell’Imperial College London, indicano che la somministrazione di due bNAbs, 3BNC117-LS e 10-1074-LS, ha evitato il rebound virale per un periodo prolungato in una percentuale significativa di pazienti.
Lo studio, condotto su 68 partecipanti con HIV soppressi da almeno 12 mesi grazie all’ART, ha evidenziato che, dopo 20 settimane dall’interruzione della terapia, il 75% dei pazienti trattati con bNAbs non aveva sperimentato un rebound virale, contro solo l’8,8% dei pazienti che avevano ricevuto placebo. Dopo 48 settimane, la percentuale di pazienti senza rebound era ancora del 57% nel gruppo trattato con bNAbs, mentre si riduceva al 5% nel gruppo placebo. A 72 settimane, il 39% dei pazienti trattati manteneva il controllo virale, contro il 5% dei controlli.
Meccanismo d’azione degli anticorpi neutralizzanti
I bNAbs agiscono legandosi a siti conservati della proteina di inviluppo dell’HIV, bloccando l’ingresso del virus nelle cellule e favorendo la risposta immunitaria. Secondo le analisi dello studio, l’azione di questi anticorpi sembra non solo impedire la replicazione virale, ma anche ridurre il reservoir latente del virus. Alcuni pazienti hanno mostrato una significativa riduzione del serbatoio virale, suggerendo un possibile effetto immuno-modulatore degli anticorpi, che potrebbe contribuire a un controllo prolungato dell’infezione.
L’analisi delle risposte virologiche ha permesso di identificare tre distinti pattern di reazione ai bNAbs. Nel primo gruppo (23,5% dei pazienti), il rebound virale si è verificato rapidamente entro le prime 20 settimane, spesso a causa della presenza di varianti virali resistenti all’anticorpo 10-1074. Nel secondo gruppo (48% dei pazienti), il rebound è stato ritardato fino alla settimana 72, mentre il terzo gruppo (24% dei pazienti) ha mantenuto una viremia non rilevabile oltre le 72 settimane.
Sicurezza e implicazioni cliniche
Dal punto di vista della sicurezza, il trattamento con bNAbs è risultato ben tollerato. Non sono stati riportati eventi avversi gravi direttamente collegati alla somministrazione degli anticorpi o all’interruzione della ART. Sebbene si sia verificato un decesso durante lo studio, gli autori hanno escluso correlazioni con il trattamento. Inoltre, nessun partecipante ha ripreso la terapia antiretrovirale a causa di una riduzione della conta dei CD4, e non si sono verificati casi di trasmissione del virus.
La carica virale al momento del rebound è stata significativamente più bassa nei pazienti trattati con bNAbs rispetto al gruppo placebo: una mediana di 55.245 copie/mL contro 1.000.000 copie/mL. Inoltre, il 94% dei partecipanti ha riottenuto la soppressione virale entro 12 settimane dalla ripresa della ART, sebbene alcuni con carica virale particolarmente elevata abbiano richiesto fino a 24 settimane.
Prospettive future
Nonostante questi risultati promettenti, il ruolo dei bNAbs nel trattamento dell’HIV resta ancora da definire. Come sottolineato da Athe Tsibris, dell’Harvard Medical School, il dato più interessante dello studio è la persistenza del controllo virale anche dopo la scomparsa degli anticorpi dal sistema dei pazienti. Questo suggerisce che l’azione degli anticorpi possa aver attivato risposte immunitarie capaci di mantenere il virus sotto controllo.
Le ricerche future dovranno concentrarsi sull’identificazione di anticorpi ancora più potenti e in grado di neutralizzare un numero più ampio di ceppi virali. Se questi risultati venissero confermati, gli anticorpi neutralizzanti potrebbero rappresentare un’opzione terapeutica per ridurre la necessità di terapie farmacologiche giornaliere, migliorando così la qualità della vita dei pazienti con HIV.
Bibliografia
Fidler S. et al., “Broadly Neutralizing Antibodies Delayed Rebound in HIV Patients Who Stopped ART,” Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections (CROI), 2024.
Tsibris A. et al., “HIV Control After Antibody Therapy: Mechanisms and Implications,” Harvard Medical School, 2024.