Artrite reumatoide tardiva: con DMARD uso ridotto di glucocorticoidi


Artrite reumatoide ad insorgenza tardiva, impiego a lungo termine di glucocorticoidi si riduce in misura maggiore nei pazienti trattati con DMARD

Artrite acuta sindrome metabolica

In pazienti affetti da artrite reumatoide ad esordio tardivo (LORA), l’impiego di glucocorticoidi (GC) a lungo termine diminuisce maggiormente nei pazienti esposti a trattamento con DMARD rispetto a quelli non trattati, stando ai risultati di uno studio pubblicato su ACR Open Rheumatology. Un paziente su sette esposto a DMARD e uno su dieci non esposto a DMARD fa un uso persistente di GC, associato a barriere finanziarie e multimorbilità che possono limitare l’uso di DMARD risparmiatori di steroidi.

Razionale e obiettivi dello studio
I glucocorticoidi (GC), pur non essendo farmaci modificanti la malattia, sono efficaci nel trattare dolore e infiammazione nell’artrite reumatoide (AR). Tuttavia, il loro impiego prolungato è associato a rischi come infezioni, necrosi avascolare, osteoporosi, fratture e gravi eventi cardiovascolari avversi (MACE). L’età avanzata aumenta il rischio di effetti collaterali, anche con dosaggi bassi (≤5 mg/giorno di prednisone). Inoltre, il rischio di MACE è maggiore non solo in base alla dose e alla durata dell’uso di GC, ma anche al tempo trascorso dall’ultima esposizione.

Si considerano affetti da artrite reumatoide ad esordio tardivo (LORA) quei pazienti con AR, diagnosticati dopo i 65 anni, che su caratterizzano per il riscontro di sintomi più acuti, maggiore attività della malattia e declino funzionale più rapido rispetto all’AR a esordio giovanile (YORA). Questi pazienti LORA sono meno frequentemente sottoposti a trattamenti standard. Uno studio su dati Medicare (2008-2017) ha mostrato che l’impiego a lungo termine di GC è comune, soprattutto tra coloro che assumono DMARD.

Le linee guida raccomandano un impiego aggressivo precoce dei DMARDs e la riduzione dei GC (come terapia ponte) alla dose più bassa possibile, idealmente interrompendoli entro tre mesi. Tuttavia, non è chiaro se l’impiego prolungato di GC nei pazienti con LORA segua le linee guida attuali.

Di qui il nuovo studio che si è proposto di verificare se l’impiego prolungato di GC cambi dopo una nuova diagnosi di LORA e se fattori associati al loro impiego varino in base al trattamento con DMARD. A differenza di altri studi, che hanno considerato solo la durata d’impiego di GC, questo studio ha incluso anche il dosaggio per identificare i pazienti a maggior rischio e migliorare la loro gestione futura.

Disegno dello studio e risultati principali
Utilizzando il 20% dei dati Medicare dal 2008 al 2017, i ricercatori hanno identificato pazienti adulti di età ≥66 anni con una nuova diagnosi di LORA, impiego di DMARD o almeno due visite reumatologiche, e con almeno 12 mesi di dati di follow-up.
Questi pazienti sono stati classificati come esposti o non esposti ai DMARD in base al trattamento ricevuto nei 12 mesi successivi alla diagnosi di LORA (data indice).Per ogni trimestre successivo alla data indice, l’uso prolungato di glucocorticoidi (GC) era definito dall’assunzione di GC orali per almeno 30 giorni con una dose superiore a 5 mg/giorno di prednisone equivalente.

I ricercatori hanno confrontato l’impiego prolungato di GC tra il primo trimestre (Q1) e il quarto trimestre (Q4) ed effettuato un’analisi di regressione logistica per identificare i fattori associati all’impiego persistente di GC, definito come impiego prolungato di questi farmaci tra il secondo e il quarto trimestre (Q2-Q4).

Il campione di pazienti includeva 15.425 individui, di cui circa due terzi (62,5%) erano esposti ai DMARD.

Dai risultati è emerso che, tra Q1 e Q4, la percentuale di pazienti anziani in terapia prolungata con GC è diminuita dal 44,1% al 24,9% (∆19,2%) tra i DMARD-esposti e dal 25,8% al 17,9% (∆7,9%) tra i non esposti ai DMARD. Un anno dopo la data indice, il 13,5% dei pazienti esposti ai DMARD e il 9,8% dei non esposti continuavano a fare un uso persistente di GC.

Dall’analisi di regressione logistica, infine, è emerso che l’impiego persistente di GC risultava associato al percepimento di un sussidio economico per basso reddito tra i pazienti esposti ai DMARD e ad una maggiore presenza di comorbilità tra quelli non esposti ai DMARD.

Implicazioni dello studio
In conclusione, l’impiego prolungato di GC è diffuso tra gli anziani con una nuova diagnosi di LORA, nonostante le indicazioni delle linee guida attuali per l’AR. Per quanto la riduzione dell’impiego prolungato di GC sia più evidente nei pazienti trattati con DMARD rispetto a quelli che non assumono questi farmaci, l’impiego persistente di GC rimane significativamente elevato anche un anno dopo la diagnosi di LORA, persino nel gruppo esposto ai DMARD.

Ciò solleva preoccupazioni riguardo all’esistenza di uno stato di trattamento subottimale, dato che i DMARD sono più sicuri rispetto ad una terapia prolungata con GC.

Tra i pazienti esposti ai DMARD, l’impiego persistente di GC potrebbe essere legato a barriere finanziarie che limitano l’accesso a terapie DMARD alternative ai corticosteroidi (es. biologici). Tra i pazienti non esposti ai DMARD, invece, l’impiego persistente di GC potrebbe essere associato ad un maggiore carico di comorbilità, che limita l’impiego di DMARD “risparmiatori di steroidi” (steroid sparing).

Pertanto, alla luce di quanto osservato, sono necessari nuovi studi per comprendere meglio i fattori che influenzano le prescrizioni nella popolazione anziana, al fine di promuovere un inizio precoce e aggressivo della terapia con DMARD e ridurre l’impiego di GC nei pazienti con anziani con AR.

Bibliografia
Lee J et al. Changes in Long-Term Glucocorticoid Use Among Older Adults After New Diagnosis of Late-Onset Rheumatoid Arthritis. ACR Open Rheumatol. 2025 Mar;7(3):e70013. doi: 10.1002/acr2.70013. PMID: 40035233; PMCID: PMC11877135.
Leggi