Fibrosi polmonare progressiva: nerandomilast promosso in fase 3


In pazienti con fibrosi polmonare progressiva, nerandomilast centra endpoint primario del trial di fase 3 FIBRONEER

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Con un comunicato stampa, Boehringer Ingelheim ha annunciato che in pazienti con fibrosi polmonare progressiva lo studio FIBRONEER-ILD condotto con nerandomilast ha raggiunto il suo endpoint primario, rappresentato dalla variazione assoluta della capacità vitale forzata (FVC) [mL] rispetto al valore iniziale, misurata alla settimana 52 rispetto al placebo. La FVC è un indicatore della funzionalità polmonare.

I primi dati dello studio FIBRONEER indicano che questo farmaco sperimentale si caratterizza per un profilo di sicurezza e tollerabilità generalmente in linea con quello osservato nello studio di Fase IiI sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF), con eventi avversi complessivi paragonabili a quelli del gruppo placebo.

I risultati arrivano quasi sei mesi dopo che nerandomilast, un inibitore orale preferenziale della fosfodiesterasi 4B, ha dimostrato di poter migliorare significativamente la funzione polmonare nella fibrosi polmonare idiopatica (IPF) nello studio di Fase III FIBRONEER-IPF. qUESTO TRIAL è stato “il primo studio di fase III sull’IPF in un decennio a raggiungere l’endpoint primario”, aveva dichiarato Ioannis Sapountzis, responsabile delle aree terapeutiche globali di Boehringer, in un comunicato del settembre 2024.

Alla luce di risultati dei due studi, Boehringer Ingelheim presenterà una richiesta di autorizzazione per nerandomilast come trattamento per la PPF all’ente regolatorio Usa (Fda) e ad altre autorità regolatorie a livello globale.

“I risultati positivi dello studio FIBRONEER-ILD sottolineano il potenziale di nerandomilast nella fibrosi polmonare progressiva. Ci auguriamo che il profilo di sicurezza e tollerabilità osservato possa contribuire a ridurre le difficoltà legate ai trattamenti”, ha dichiarato Shashank Deshpande, Capo del settore Human Pharma e membro del Consiglio di Amministrazione di Boehringer Ingelheim. “I recenti traguardi del programma FIBRONEER™ testimoniano il nostro impegno nel migliorare la vita dei pazienti affetti da questa patologia debilitante e rafforzano la nostra posizione di leader nella ricerca sulla fibrosi polmonare.”

Informazioni su nerandomilast
Nerandomilast è un inibitore orale sperimentale preferenziale della fosfodiesterasi 4B (PDE4B), ad azione antifibrotica. Poiché non è ancora stato approvato per l’uso, la sua sicurezza ed efficacia non sono state stabilite. Il farmaco è attualmente in fase di studio all’interno del programma globale FIBRONEER, che comprende due studi di Fase III: FIBRONEER-IPF, dedicato ai pazienti con IPF, e FIBRONEER-ILD, rivolto a chi è affetto da fibrosi polmonare progressiva (PPF).
Nerandomilast ha ottenuto la designazione a “Breakthrough Therapy Designation” dalla Fda per il trattamento dell’IPF a febbraio  del 2022.

L’efficacia, la sicurezza e la tollerabilità di nerandomilast sono state studiate in uno studio di Fase 2, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, condotto su pazienti affetti da IPF (n=147). L’endpoint primario era rappresentato dalla variazione dal basale della FVC (una misura della funzionalità polmonare) nel corso di un periodo di trattamento di 12 settimane.

Studio FIBRONEER-ILD
Lo studio FIBRONEER-ILD è uno dei due trial facenti parte del programma di studi clinici FIBRONEER, insieme allo studio FIBRONEER-IPF, avente lo scopo di studiare l’efficacia, la sicurezza e la tollerabilità di nerandomilast per almeno 52 settimane in pazienti con IPF e in pazienti con PPF. FIBRONEER-ILD è stato uno studio clinico randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, volto a valutare l’efficacia e la sicurezza di nerandomilast (BI 1015550) per un periodo di almeno 52 settimane in pazienti con PPF (fibrosi polmonare progressiva).

Lo studio prevedeva, come endpoint primario, la variazione assoluta rispetto al basale della capacità vitale forzata (FVC, in mL) alla settimana 52. Tra gli endpoint secondari chiave vi era, invece,  il tempo alla prima occorrenza di uno qualsiasi dei seguenti componenti dell’endpoint composito: primo episodio di riacutizzazione della malattia polmonare interstiziale (ILD), primo ricovero per cause respiratorie o decesso (a seconda di quale evento si verifichi per primo) durante la durata dello studio.

I pazienti partecipanti allo studio FIBRONEER-ILD erano stati randomizzati a trattamento con nerandomilast per via orale nelle dosi di 9 mg o 18 mg, oppure con placebo, due volte al giorno per almeno 52 settimane. La dose di 18 mg due volte al giorno era supportata dai risultati dello studio di Fase 2. Inoltre, è stata aggiunta una dose di 9 mg due volte al giorno per valutare il profilo beneficio-rischio ad un dosaggio inferiore e per ottenere ulteriori dati sulla risposta alla dose e all’esposizione.

Lo studio è stato condotto in più di 40 paesi, coinvolgendo oltre 400 centri e arruolando 1.178 pazienti.

I dati sulla safety e sugli altri endpoint del trial verranno resi noti nel secondo trimestre di quest’anno, in occasione di alcuni appuntamenti congressuali previsti nel periodo (v. ATS).

Fibrosi polmonare idiopatica (IPF) e la fibrosi polmonare progressiva (PPF)
L’IPF rappresenta una delle più comuni malattie polmonari interstiziali fibrosanti progressive (ILD). I sintomi dell’IPF comprendono dispnea durante lo svolgimento di attività, tosse secca e persistente, affaticamento e debolezza.
Sebbene sia considerata “rara”, l’IPF colpisce circa 3 milioni di persone in tutto il mondo. La malattia colpisce principalmente i pazienti di età superiore ai 50 anni e colpisce più gli uomini che le donne.

I pazienti con alcuni tipi di ILD fibrosante non IPF possono anche sviluppare un fenotipo progressivo noto come PPF. Nelle ILD diverse dall’IPF, la fibrosi polmonare progressiva è definita dal peggioramento dei sintomi respiratori, dall’evidenza fisiologica della progressione della malattia e dall’evidenza radiografica della progressione della malattia.

La fibrosi polmonare progressiva può causare danni polmonari irreversibili e portare a una mortalità precoce.