Carcinoma uroteliale: antistaminici potrebbero aumentare l’efficacia di atezolizumab


Nei pazienti con carcinoma uroteliale avanzato o metastatico trattati in seconda linea con atezolizumab, benefici da un trattamento concomitante con antistaminici

carcinoma uroteliale

Nei pazienti con carcinoma uroteliale avanzato o metastatico trattati in seconda linea con atezolizumab, un trattamento concomitante con antistaminici potrebbe avere un impatto positivo sulla sopravvivenza. A suggerirlo sono i risultati di un’analisi di dati dello studio di fase 2 IMvigor210 e dello studio di fase 3 IMvigor211, pubblicata di recente sulla rivista Urologic Oncology.

Utilizzando i dati dei due trial sopra citati, Alberto Martini, dell’Università di Cincinnati (Ohio), e i colleghi hanno identificato 896 pazienti trattati in seconda linea con atezolizumab per un carcinoma uroteliale avanzato o metastatico, di cui 155 erano stati trattati anche con un antistaminico e i restanti 741 no. Il follow-up mediano nei due gruppi era rispettivamente di 17,7 mesi e 7,7 mesi.

Sopravvivenza più che raddoppiata e riduzione del rischio di morte superiore al 40%
Nei pazienti trattati con antistaminici in aggiunta ad atezolizumab è stata osservata una riduzione del 41% del rischio di morte per qualsiasi causa, del 42% del rischio di morte per cancro e del 30% del rischio di progressione rispetto a coloro che non avevano assunto antistaminici.

La mediana della sopravvivenza globale (OS) è risultata più che raddoppiata nel gruppo che assumeva antistaminici rispetto al gruppo che non li assumeva: 17,7 mesi contro 8,1 mesi (P < 0,001). Inoltre, la mediana della sopravvivenza cancro-specifica è risultata rispettivamente di 22,8 mesi contro 9,3 mesi (P < 0,001), mentre la mediana della sopravvivenza libera da progressione (PFS) è risultata rispettivamente di 4,9 mesi contro 2,3 mesi (P < 0,001).

Alti livelli di istamina nei pazienti oncologici
Ma qual era il razionale di questa analisi? Nell’introduzione, gli autori spiegano che alcune ricerche hanno evidenziato livelli di istamina elevati nel sangue e nel tessuto neoplastico dei pazienti oncologici.

Osservazioni precedenti avevano, invece, evidenziato un’associazione tra l’assunzione di antistaminici a base di desloratadina o loratadina e una sopravvivenza maggiore nei pazienti con cancro al seno e in quelli con melanoma.

Secondo studi preclinici, inoltre, gli antistaminici possono riprogrammare l’immunosoppressione dei macrofagi, riattivare la citotossicità dei linfociti T e migliorare la risposta all’immunoterapia.

Bisogni non soddisfatti
Come identificare il candidato ideale per l’immunoterapia e come migliorare la risposta a questa terapia immunologica restano ancora bisogni insoddisfatti nei pazienti con carcinoma uroteliale metastatico, secondo gli autori. «I nostri risultati mostrano un’associazione positiva tra l’uso di antistaminici e gli outcome oncologici nei pazienti con carcinoma uroteliale metastatico trattati con l’immunoterapia», scrivono Martini e i colleghi.

Tra i limiti dello studio, i ricercatori citano la mancanza di informazioni dettagliate sull’indicazione, sulla tempistica, sulla durata del trattamento e sul tipo di antistaminico assunto dai pazienti; inoltre, scrivono, non si può escludere la presenza di possibili bias di selezione.

Tuttavia, concludono i ricercatori, l’effetto osservato degli antistaminici in aggiunta al trattamento con atezolizumab merita un’ulteriore valutazione prospettica, auspicabilmente con uno studio randomizzato e controllato.

Bibliografia
G. Fallara, et al. Concomitant antihistamine administration is associated with improved survival outcomes in patients with locally advanced or metastatic urothelial carcinoma treated with atezolizumab. Analysis of individual participant data from IMvigor210 and IMvigor211. Urol Oncol. 2025 Jan 8:S1078-1439(24)01047-0. doi:10.1016/j.urolonc.2024.12.267. leggi