Fuori il nuovo lavoro di Łukasz Mrozinski “L’ESISTENZA INFINITA DI OGNI MOMENTO NEL TEMPO”; un’opportunità per esplorare l’opera dell’artista
Il processo di ricerca del proprio linguaggio sonoro, espressivo ed emotivo, precipita e si concretizza in “L’ESISTENZA INFINITA DI OGNI MOMENTO NEL TEMPO”, colonna sonora dell’omonima opera audiovisiva.
Emozioni misteriose di un’apertura dei ricordi verso nuovi lidi, verso un’avventura dal sapore ascetico ma non senza brivido. C’è qualcosa nel nostro passato che non avevamo capito. Non ha importanza: siamo cambiati comunque. L’inquietudine diventa altro e noi non siamo più noi. Non è male quello che siamo diventati; non era detto; non è tipico; non è per tutti. Ma non è male questa cosa, lunga e strana e antica, che siamo diventati.
Una musica libera da condizioni, discostata per sua stessa natura da quel tipo di arte fruibile,svuotata, concepita come merce, una merce perfetta, che non affatica, perché spesso non richiede alcun tipo di attenzione. In uno stato dell’arte che è con ogni evidenza sempre più sinonimo di mercato, in cui l’apparire è ricerca della perfezione, di un bisogno smodato di esserci senza essere, le imperfezioni in questa opera rappresentano l’autenticità, la realtà che differisce dalla verità.
Frutto di un lavoro solistico, autarchico, dalla scrittura fino alla realizzazione, in cui ogni elemento catturato è lasciato integro, secondo l’approccio del “buona la prima”, al fine di conservare e restituire nella sua totalità, la spontanea sincerità dell’atto artistico.Composto seguendo l’improvvisazione verticale dei suoni in episodi tra loro legati da un continuum sonoro della durata totale di 50 minuti, disegna un percorso obbligato con sporadici commenti, testi senza troppe intercessioni narrative ai fini dell’interpretazione.
Tra paesaggi dilatati e disturbanti escursioni verso una forma canzone all’apparenza familiare, il suono accompagna un racconto per immagini, tra visioni oniriche che catturano emozioni, dimensioni temporali indefinite e una ritualità enigmatica.
L’opera visiva è una commistione tra il cinema narrativo e quello sperimentale. Attraverso una narrazione frammentata e visionaria, fatta di sequenze evocative che esplorano ricordi, ossessioni viscerali e demoni personali, il protagonista intraprende un viaggio immersivo all’interno di un paesaggio naturale, specchio e metafora della sua interiorità. Il rituale tenta di spezzare un ciclo, potrebbe segnare una fine o un nuovo inizio.