Vaccino ricombinante contro l’herpes zoster efficace anche per la demenza


Il vaccino ricombinante contro l’herpes zoster è stato associato a una maggiore riduzione del rischio di demenza rispetto al vaccino contro l’herpes zoster vivo

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Il vaccino ricombinante contro l’herpes zoster è stato associato a una maggiore riduzione del rischio di demenza rispetto al vaccino contro l’herpes zoster vivo. Lo ha dimostrato un’analisi condotta su oltre 200.000 anziani statunitensi, pubblicata su “Nature Medicine”.

Durante un periodo di osservazione di sei anni, è emerso che gli adulti che hanno ricevuto il vaccino ricombinante hanno beneficiato di un incremento del 17% nel tempo trascorso senza una diagnosi di demenza. Questo dato si traduce in un rapporto medio limitato di tempo perso di 0,83, con un intervallo di confidenza al 95% tra 0,80 e 0,87, e un valore P inferiore a 0,0001, rispetto a coloro che hanno ricevuto il vaccino vivo.

Questa differenza rappresenta 164 giorni in più senza una diagnosi di demenza. Maxime Taquet, dell’Università di Oxford, insieme ai suoi colleghi, ha riferito che la riduzione del rischio è stata osservata in entrambi i sessi, con un impatto maggiore nelle donne.

Il vaccino ricombinante si è dimostrato efficace anche quando confrontato con altri vaccini comunemente somministrati agli anziani, come quelli contro l’influenza e il Tdap (tetano/difterite/pertosse).

Taquet ha sottolineato l’importanza di questi risultati, che supportano l’ipotesi che la vaccinazione contro l’herpes zoster possa avere un ruolo preventivo nei confronti della demenza. Se tali risultati fossero confermati da studi clinici, le implicazioni per la salute pubblica sarebbero notevoli.

Evidenze precedenti
La correlazione tra virus dell’herpes e demenza non è una novità: studi precedenti hanno già evidenziato la presenza di herpesvirus umano 6A (HHV-6A) e 7 (HHV-7) in campioni di tessuto cerebrale di pazienti affetti da malattia di Alzheimer.

Inoltre, è stata suggerita una connessione tra il virus dell’herpes simplex 1 (HSV-1) e il gene APOE4, che potrebbe aumentare il rischio di Alzheimer. Attualmente, sono in corso studi sul potenziale del farmaco antivirale valaciclovir nel trattamento dell’Alzheimer lieve.

Un precedente studio preprint in Galles aveva già indicato che il vaccino vivo contro l’herpes zoster potrebbe ridurre il rischio di demenza del 20%, con una correlazione più forte nelle donne. Robert Howard, dell’University College di Londra, che non ha partecipato allo studio di Oxford, ha evidenziato l’importanza di questi risultati e ha sollevato la questione su come la vaccinazione possa esercitare un effetto protettivo contro la demenza.

Negli Stati Uniti, il vaccino ricombinante contro l’herpes zoster ha ricevuto l’approvazione nell’ottobre 2017 e, l’anno successivo, una raccomandazione preferenziale dal Comitato consultivo sulle pratiche di immunizzazione (ACIP) del CDC, superando il vaccino vivo. A novembre 2020, il vaccino vivo è stato ritirato dal mercato.

Studio di natura osservazionale
Per questa ricerca, Taquet e i suoi coautori hanno analizzato i dati delle cartelle cliniche elettroniche TriNetX, includendo 103.837 individui di età pari o superiore a 65 anni che hanno ricevuto la prima dose di vaccino contro l’herpes zoster tra novembre 2017 e ottobre 2020, di cui il 95% ha ricevuto il vaccino ricombinante. Questi individui sono stati confrontati con un gruppo equivalente che aveva ricevuto il vaccino vivo. I partecipanti con diagnosi pregresse di demenza o malattie neurodegenerative sono stati esclusi dallo studio.

I risultati hanno mostrato una minore incidenza di demenza nel gruppo vaccinato con il ricombinante, con un follow-up mediano di 4,15 anni, rispetto a 6,0 anni nel gruppo del vaccino vivo. L’analisi si è basata sui codici ICD-10 per identificare le prime diagnosi di demenza, escludendo i casi di possibile demenza preesistente.

Sebbene lo studio sia di natura osservazionale e non possa stabilire una causalità diretta, i risultati sono stati definiti «intriganti e incoraggianti» dal coautore Paul Harrison, anch’egli dell’Università di Oxford. La ricerca offre una prospettiva promettente per la prevenzione della demenza, una condizione che colpisce un numero elevato e crescente di persone.

Bibliografia
Taquet M, Dercon Q, Todd JA, Harrison PJ. The recombinant shingles vaccine is associated with lower risk of dementia. Nat Med. 2024 Jul 25. doi: 10.1038/s41591-024-03201-5. Epub ahead of print. leggi