Dermatite atopica: i pazienti seguono bene le cure con upadacitinib


I risultati di uno studio multicentrico italiano di real-world sulla cura con upadacitinib per oltre un anno di pazienti adulti affetti da dermatite atopica da moderata a grave

Negli adulti affetti da dermatite atopica da moderata a grave l'anticorpo monoclonale sperimentale amlitelimab ha migliorato significativamente i segni e i sintomi della malattia

In uno studio multicentrico italiano di real-world, il trattamento con upadacitinib per oltre un anno di pazienti adulti affetti da dermatite atopica da moderata a grave ha mostrato un buon tasso di drug survival e risultati di efficacia in linea, se non migliorativi, di quelli dei trial randomizzati. I risultati dello studio sono stati pubblicati sul Journal of Clinical Medicine. 

I JAK inibitori mostrano efficacia e sicurezza diverse per via dei loro diversi gradi di soppressione del segnale lungo il percorso JAK-STAT. Tra i farmaci mirati alla JAK-1, l’Ema ha recentemente approvato upadacitinib per il trattamento di pazienti adulti e adolescenti affetti da dermatite atopica da moderata a grave. Negli studi randomizzati, l’efficacia e la sicurezza di upadacitinib sono state ben documentate con dosi giornaliere di 15 o 30 mg, sia somministrate da sole che in combinazione con corticosteroidi topici. Inoltre, in uno studio comparativo con dupilumab, upadacitinib si è dimostrato superiore in virtù di un numero significativamente più elevato di pazienti che hanno raggiunto tutti gli esiti primari e secondari.

L’efficacia e la sicurezza di upadacitinib sono state confermate anche in contesti di vita reale, hanno premesso gli autori guidati da Elena Pezzolo dell’Unità Dermatologica dell’Ospedale San Bortolo di Vicenza, tuttavia nessuno studio di real-world ha analizzato il drug survival di upadacitinib insieme ai fattori predittivi di interruzione del trattamento nei pazienti con dermatite atopica. Il drug survival, o persistenza al trattamento, ossia l’intervallo di tempo tra l’inizio e l’interruzione di una terapia farmacologica, rappresenta un risultato completo che riassume diversi aspetti del trattamento tra cui la soddisfazione del paziente, l’efficacia, la sicurezza e la tollerabilità.

In questo studio i ricercatori hanno valutato il drug survival di upadacitinib fino a 1,5 anni di follow-up ed esaminato le ragioni della sospensione del farmaco e i fattori predittivi dell’interruzione del trattamento in un contesto multicentrico italiano del mondo reale.

Uno studio italiano multicentrico di real-world
Nello studio, pianificato con un disegno retrospettivo, sono stati inclusi tutti i pazienti consecutivi di età compresa tra 18 e 75 anni affetti da dermatite atopica da moderata a grave trattati con upadacitinib in undici dipartimenti di dermatologia ospedalieri (otto universitari) in Italia e seguiti per almeno 1 mese.

Tutti i 325 soggetti arruolati (età media 38,6 anni, 60,9% maschi) hanno ricevuto una dose basale di upadacitinib 15 o 30 mg per via orale e hanno applicato emollienti giornalmente, mentre corticosteroidi topici di potenza da media a molto alta o inibitori della calcineurina sono stati utilizzati secondo necessità.

Elevata persistenza alla terapia dopo più di 1 anno di trattamento continuo
L’analisi ha mostrato un tasso di drug survival complessivo di upadacitinib del 91,5% e 80,2%, rispettivamente dopo 1 anno e 1,5 anni di trattamento continuo. Separando l’analisi della persistenza in base alla causa della sospensione del farmaco, dopo 1 e 1,5 anni il drug survival di upadacitinib a causa degli eventi avversi è stato rispettivamente del 94,1% e dell’89,6%, e a causa dell’inefficacia è stato rispettivamente del 99,6% e del 97,9%. Nessuna singola caratteristica della popolazione in studio ha mostrato un’associazione significativa con la sospensione del farmaco.

I motivi principali dell’interruzione di upadacitinib, avvenuta nel 7,7% dei pazienti, includevano eventi avversi, inefficacia e altri motivi come la decisione personale del paziente, il desiderio di gravidanza e l’infezione da SARS-CoV-2. Tra gli eventi avversi, le malattie cutanee o infettive sono state la principale causa di sospensione, verificatesi nell’1,5% dei pazienti e comprendenti infezione da herpes zoster, acne papulopustolosa e lesioni psoriasiformi. Questi eventi avversi si sono verificati principalmente nei primi mesi dopo l’inizio del trattamento e si sono sviluppati in età adulta.

Efficacia real-world conferma e migliora i dati dei trial clinici
Alla prima visita di follow-up alla settimana 4 è stato osservato un rapido miglioramento della gravità della malattia in termini di EASI (Eczema Area and Severity Index) e un miglioramento ≥ 4 punti nella scala NRS relativa al prurito, rispettivamente nel 96% e nel 63,4% dei pazienti. In linea con le raccomandazioni “treat-to-target” per la dermatite atopica, in questo studio gli obiettivi terapeutici sia precoci che tardivi, ovvero dopo 3 e 6 mesi, sono stati raggiunti in un’ampia percentuale di pazienti (quasi l’88%).

Alla settimana 16 una percentuale più elevata di pazienti trattati con upadacitinib 15 mg al giorno ha raggiunto la risposta EASI-75 rispetto a quanto riscontrato negli studi clinici Measure Up 1 e Measure Up 2 (87,5% vs 70% e 60%), con un possibile contributo ai maggiori miglioramenti clinici osservati in questo studio fornito dall’associazione con corticosteroidi topici di potenza medio-bassa, hanno commentato gli autori, anche se nel trial AD Up questa associazione non ha rafforzato l’efficacia di upadacitinib (77,1% della risposta EASI-75 alla settimana 16).

Sono state osservate anche differenze negli esiti clinici, come la risposta EASI-90, tra gli studi randomizzati e il presente studio. Infatti il 62,3% dei partecipanti ha raggiunto questo risultato dopo 16 settimane di trattamento, rispetto al 53,1% e al 42,4% dei pazienti negli studi Measure Up 1 e 2.

I miglioramenti clinici sono stati associati a risposte rilevanti in diverse dimensioni, come prurito, sonno e qualità della vita. In particolare, una percentuale maggiore di pazienti ha raggiunto un punteggio di 0/1 nel Dermatology Life Quality Index (DLQI) alla settimana 16 rispetto alla settimana 4 (54,5% contro 20%), in linea con il miglioramento costante del DLQI dopo 16 settimane di trattamento nel 41,1% dei pazienti nello studio Measure Up 1.

«Solo due pazienti (0,6%) hanno interrotto upadacitinib a causa dell’inefficacia durante l’intero periodo di follow-up di 72 settimane, dimostrando così la sua eccellente efficacia a lungo termine» hanno scritto gli autori.

Il profilo di sicurezza completo di upadacitinib è stato favorevole in accordo con gli studi randomizzati, evidenziando eventi avversi in gran parte lievi, temporanei e che non hanno portato alla sospensione del farmaco.

«I nostri risultati mostrano che upadacitinib ha avuto un buon tasso di persistenza dopo più di 1 anno di trattamento continuo. Il farmaco ha fornito un’efficacia rapida e a lungo termine, ma ha anche sottolineato la necessità di un follow-up dei pazienti» hanno concluso i ricercatori. «Tuttavia ulteriori informazioni su una coorte più ampia di pazienti seguiti a lungo termine aiuteranno a supportare questi risultati preliminari e a valutare il ruolo di potenziali fattori predittivi per l’interruzione del trattamento».

Referenze

Pezzolo E et al. Drug Survival of Upadacitinib and Predicting Factors of Discontinuation in Adult Patients Affected by Moderate-to-Severe Atopic Dermatitis: An Italian Multicenter Analysis. J Clin Med. 2024 Jan 18;13(2):553. 

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