Incontinenza e stomia: si arricchisce la campagna FAIS


Incontinenza e stomia, sempre più ricca la campagna di sensibilizzazione FAIS. I capolavori di Klimt e Warhol entrano a far parte dell’iniziativa “Siamo un’opera d’arte”

incontinenza e stomia

Dall’arte classica alla pop art, passando per l’Art Nouveau. Un percorso di rivisitazioni e ispirazioni quello che caratterizza “Siamo un’opera d’arte”, la campagna di sensibilizzazione promossa dalla FAIS, la Federazione delle Associazioni Incontinenti e Stomizzati (membro dell’Alleanza Malattie Rare). Capolavori artistici che, grazie alla tecnica della visual art, indossano o ripropongono presidi per incontinenza e stomia.

Ai sei capolavori dell’arte classica presentati lo scorso anno – Nascita di Venere (Sandro Botticelli); Perseo con testa di Medusa (Benvenuto Cellini); Venere di Urbino (Tiziano Vecellio); Discobolo di MironeTentazione di Adamo ed Eva (Masolino da Panicale); Amore e Psiche (Antonio Canova) – si aggiungono ora tre nuove opere: La maternità di Gustav Klimt e due quadri ispirati a Campbell’s Soup Cans e Shot Marilyns di Andy Warhol. Una mostra che non intende arrestarsi, ma che guarda già a nuovi capolavori.

Opere scelte, rivisitate ma pur sempre uniche. Il messaggio è forte e chiaro: come un capolavoro d’arte resta tale anche se rivisto con un dispositivo medico, così l’identità della persona non viene scalfita se si utilizza una sacca da stomia, un catetere o un pannolone.

Parlare di incontinenza e stomia in Italia è ancora un tabù: vergogna, paura, imbarazzo generano infatti pregiudizi che spesso influiscono fortemente sulla vita delle persone più fragili e le loro famiglie. Per questo lo scorso anno abbiamo ideato questa campagna, per accendere, anche provocatoriamente, un riflettore su una condizione di cui si parla poco, ma che condiziona in maniera significativa la vita delle persone interessate, e spesso anche i caregiver. Con queste nuove opere la campagna si evolve: dall’affermazione dell’identità individuale arriva a trattare temi specifici come la maternità, ben rappresentata nell’opera di Klimt, ma anche quelle ispirate a Warhol ci permettono di arrivare a un pubblico più vasto che sa poco o nulla di questi temi”, ha dichiarato Pier Raffaele Spena, presidente FAIS.

“La ricerca di nuove opere è stata ardua, l’arte classica si presta meglio delle altre alla rivisitazione. Tuttavia, la scelta della pop art, nello specifico di due icone come quelle di Andy Warhol, crediamo possa essere vincente per sensibilizzare un pubblico sempre più ampio sulla quotidianità delle persone con stomia e incontinenza”, ha dichiarato Mattia Zucca, Head of Healthcare Strategy & Communication di MCO International Group, l’agenzia che ha collaborato alla realizzazione della campagna.

La mostra è visitabile virtualmente cliccando QUI.

La campagna è patrocinata da: AIOSS, AISLEC, AIUG, AMICI ITALIA, A.N.N.A., CITTADINANZATTIVA, FAIP, FNOPI, ITALIAN OXBRIDGE SOCIETY, MISSTO, PALINURO, POIC E DINTORNI, SALUTEQUITA’, SIA, SICCR, SIFO, SIU, UN FILO PER LA VITA. Le opere sono state utilizzate su concessione del Ministero della Cultura, della Direzione Centrale degli Affari dei Culti e per l’Amministrazione del Fondo Edifici di Culto del Ministero, del Ministero dell’Interno – Fondo Edifici di Culto, del Museo Louvre tramite RMN-Grand Palais/Dist. Foto SCALA, Firenze.

LA STOMIA

La stomia è il risultato di un intervento chirurgico, a seguito di patologie gravi o malformazioni, mediante il quale si crea un’apertura sulla parete addominale per mettere in comunicazione l’apparato intestinale o quello urinario con l’esterno. La creazione dello stoma rappresenta un salvavita e permette di migliorare la qualità della vita, sia dal punto di vista della salute, che da quello socio-relazionale. Le numeriche relative a questa condizione superano le 75.000 persone, a cui si devono aggiungere circa 18.000 nuovi pazienti ogni anno. Essendo la stomia sprovvista di una muscolatura atta alla chiusura, dopo l’intervento le feci e le urine non possono essere trattenute e fuoriescono senza un preventivo stimolo o possibilità di controllo. Pertanto, le persone stomizzate dovranno utilizzare appositi dispositivi medico chirurgici, comunemente chiamati “sacche”, applicati direttamente sull’addome. Le sacche dovranno essere sostituite una o due volte al giorno per tutta la vita. In aggiunta ai problemi fisici, gli stomizzati incontrano anche una serie di difficolta di ordine psicologico-sociale e pratico-gestionale. Infatti, la stomia altera la struttura corporea e modifica, in modo irreversibile, le funzioni necessarie per il naturale svolgimento di una vita normale, stravolgendo l’esistenza sia del paziente, che si sente “diverso”, sia della sua famiglia.

L’INCONTINENZA

L’incontinenza urinaria e l’incontinenza fecale rappresentano condizioni cliniche in grado di compromettere in misura rilevante la qualità della vita di chi ne è affetto. Infatti, convivere con l’incontinenza può diventare un problema invalidante. In Europa, sono oltre 36 milioni le persone colpite dall’incontinenza: di queste il 60% sono donne. In Italia invece, il fenomeno interessa 3 milioni di donne e 2 milioni di uomini. Per quanto riguarda l’incontinenza urinaria, nella popolazione con età compresa tra i 15 e i 64 anni la prevalenza negli uomini varia dall’1,5 al 5%; mentre nelle donne varia dal 10 al 30%. Diversamente, nel caso dell’incontinenza fecale, la prevalenza riscontrata è del 2% tra la popolazione adulta, del 7% tra le persone con età superiore a 65 anni autosufficienti. Ancora oggi l’incontinenza è un tabù, lo scenario è dominato da scarsa informazione e pregiudizi che spesso condizionano la vita delle persone interessate. In aggiunta, tale condizione comporta un rischio di insorgenza di ulteriori complicanze quali infezioni urinarie e lesioni cutanee. Inoltre, considerando i costi diretti e indiretti che comporta, rappresenta una spesa significativa sia per il Servizio Sanitario Nazionale e Regionale che per il cittadino stesso.

IL CATETERISMO VESCICALE

Il catetere vescicale è un dispositivo medico atto ad assicurare un corretto svuotamento della vescica nelle condizioni di ritenzione urinaria acuta e in quelle in cui il fisiologico processo evacuativo risulti difficoltoso o compromesso da differenti fattori. Da un punto di vista strutturale, il catetere vescicale interno è un tubo flessibile di lattice, silicone o poliuretano che viene inserito all’interno della vescica del paziente per permetterne lo svuotamento. In base al posizionamento in vescica, il catetere vescicale interno può essere definito uretrale o sovrapubico. Il cateterismo vescicale è considerata una manovra ad alto rischio infettivo. Le infezioni delle vie urinarie sono infatti frequenti all’interno di strutture ospedaliere e di lungodegenza. Si stima che il 35% delle infezioni ospedaliere siano circoscritte al tratto urinario. Il cateterismo può essere classificato in permanente o intermittente, in base alla durata della manovra. Il cateterismo permanente è caratterizzato da una permanenza nella vescica per un periodo prolungato, mentre quello intermittente viene inserito e rimosso diverse volte al giorno all’occorrenza. In aggiunta al catetere vescicale interno, esistono dispositivi esterni che nei pazienti maschi possono essere posizionati all’estremità del pene. Questi ultimi sono solitamente più confortevoli e con ridotta possibilità di sviluppare infezioni.

INCONTINENZA E STOMIA: I NUMERI

In Italia sono oltre 7.000.000, dai 18 ai 70 anni, a soffrire di incontinenza urinaria o fecale. L’incontinenza rappresenta un problema sociosanitario rilevante: l‘insorgenza, infatti, cresce all‘aumentare dell’età, ma non risparmia i più giovani. Per i soggetti non ospedalizzati di età superiore ai sessant’anni la prevalenza dell’incontinenza urinaria varia dal 15% al 35%; oltre il 70% dopo gli 80 anni in entrambi i sessi. Le persone con stomia sono più di 75.000, equamente distribuite tra uomini e donne; la condizione ha un’incidenza media nazionale pari a circa lo 0,13% della popolazione. Anche il cateterismo vescicale, e in particolare quello intermittente, ha un’incidenza di circa lo 0,5% sulla popolazione italiana.