Masturbazione femminile, basta tabù: parla l’esperta


Masturbazione femminile, basta tabù! L’esperta: “È importantissima per l’auto-conoscenza e per la salute e il benessere della donna”

masturbazione femminile

L’esplorazione del corpo e del piacere attraverso l’autoerotismo è una pratica molto diffusa e un importante strumento di auto-conoscenza, oltre che una fonte di benessere. Tuttavia, scoprire il proprio corpo attraverso la masturbazione è purtroppo, ancora oggi, un tema avvolto dal tabù. Questa pratica è, infatti, spesso soggetta a norme culturali obsolete, convinzioni errate e pregiudizi che ne influenzano la percezione.

In particolare, le donne, a causa di stereotipi di genere ancora fortemente radicati nella nostra società, si trovano di frequente a essere soggette a una maggiore stigmatizzazione rispetto agli uomini. Ciò può portarle a sviluppare imbarazzo, vergogna e senso di colpa, impedendo loro di vivere serenamente il rapporto con il proprio corpo e la sessualità.

In realtà, l’autoerotismo non dovrebbe essere percepito come qualcosa di peccaminoso, immorale o sconveniente, bensì come un aspetto naturale e sano della sfera sessuale sia dell’uomo che della donna, a qualsiasi età e indipendentemente dallo status relazionale.

Donne italiane e masturbazione: un po’ di numeri.

Da sempre circondato da un fitto velo di mistero e tabù, il piacere femminile è un argomento di cui si parla poco e di cui se ne sa ancora meno. Negli ultimi anni, però, il dibattito e le ricerche scientifiche sul tema hanno iniziato a intensificarsi.

In Italia, un contributo significativo è stato fornito dall’Associazione Italiana Sessuologia Psicologia Applicata (AISPA), che ha condotto uno studio sulla masturbazione femminile, coinvolgendo oltre 1.200 donne con un’età compresa tra i 18 e i 50 anni.

L’indagine si è concentrata sulla frequenza dell’autoerotismo femminile, la percentuale di coloro che praticano la masturbazione e le modalità con cui lo fanno. I risultati, pubblicati nel libro Il piacere al femminile. Miti e realtà della funzione orgasmica, hanno restituito una fotografia dettagliata e puntuale sulla sessualità delle donne italiane.

L’84% delle donne intervistate dall’AISPA ha dichiarato di essersi masturbata almeno una volta nella vita, la metà prima dei 14 anni.

Circa il 90% di coloro che praticano l’autoerotismo dice di riuscire a raggiungere sempre o quasi sempre l’orgasmo, impiegando raramente più di 10 minuti. 1 donna su 2 riferisce, inoltre, di aver sperimentato l’utilizzo di sex toys.

Quando si analizza la frequenza, 1 su 5 afferma di ricorrere alla masturbazione una o più volte alla settimana. Un dato interessante, che riflette una crescente consapevolezza e volontà di emanciparsi dagli stereotipi da parte delle donne, ma che sottolinea anche una significativa disparità tra i generi e pone l’accento sul fatto che il masturbation gap sia ancora fortemente presente nel nostro Paese. Sono numerosi, infatti, gli studi a rivelare tale divario, indicando che il 50% degli uomini ammette di praticare la masturbazione almeno una volta alla settimana, mentre solo il 20% delle donne riporta la stessa frequenza.

Per ciò che concerne, invece, il piacere femminile stimolato dal partner: il 66,9% dice di riuscire a raggiungere l’orgasmo attraverso la masturbazione praticata dal partner, mentre l’88,3% con l’autoerotismo. Questa discrepanza potrebbe essere riconducibile alle difficoltà che alcune donne incontrano nel vivere appieno, liberamente e senza inibizioni i momenti di intimità. Il 60% delle intervistate ha, infatti, riferito di non riuscire mai a “lasciarsi andare” completamente.

Infine, nonostante i notevoli progressi compiuti negli ultimi anni, sono ancora moltissime le donne che dichiarano di percepire l’autoerotismo come un argomento proibito, soprattutto all’interno della relazione di coppia. Il timore che il partner interpreti questa pratica come un segno di insoddisfazione sessuale è, infatti, ancora ampiamente diffuso, sottolineando la persistenza di ostacoli culturali che necessitano di un’ulteriore evoluzione nell’approccio verso la sessualità femminile.

Donne e autoerotismo: perché è ancora considerato un tabù?

“In una società patriarcale, in cui la prospettiva maschile è tuttora dominante, la donna è spesso rappresentata come un soggetto passivo nella sfera sessuale, apparentemente priva di desiderio. Tale visione implica che, per alcuni, un gesto attivo e teso esclusivamente al raggiungimento del piacere come la masturbazione, possa essere qualcosa di inammissibile. Per lungo tempo, infatti, l’idea fuorviante che le donne non potessero essere autrici del proprio piacere ha fatto sì che la masturbazione fosse vista come un’attività di solo appannaggio maschile. L’autoerotismo femminile è, quindi, stato spesso interpretato come un modo per colmare vuoti emotivi o come una strategia per affrontare situazioni stressanti. Tuttavia, a partire dalla metà del secolo scorso, gli studi sulla sessualità umana hanno iniziato a gettare maggiore luce sul piacere femminile, riconoscendo il ruolo attivo della donna nell’autodeterminazione di sé e della propria esperienza sessuale. Questo cambiamento di prospettiva sta contribuendo a smantellare i pregiudizi associati alla masturbazione femminile, ponendo l’accento sul fatto che le donne, tanto quanto gli uomini, abbiano il diritto di cercare e sperimentare il piacere, sia in coppia che individualmente”, ha dichiarato la Dottoressa Valeria Fiorenza Perris, Psicoterapeuta e Clinical Director del servizio di psicologia online e Società Benefit Unobravo.

Masturbazione femminile: un tabù che affonda le proprie radici nell’infanzia.

Non di rado, lo stigma associato alla masturbazione femminile affonda le proprie radici nell’educazione ricevuta dagli adulti di riferimento e nelle esperienze vissute durante l’infanzia, quando si formano le prime impressioni e percezioni riguardo alla sessualità.

Nei primi anni di vita, infatti, le bambine intraprendono un naturale percorso di esplorazione corporea, cercando sensazioni piacevoli attraverso la stimolazione, spesso involontaria e indiretta, dei genitali. Tali comportamenti, specialmente se si verificano in contesti pubblici o in presenza di altre persone, possono far scaturire disagio e imbarazzo nelle figure adulte responsabili dell’accudimento. Capita, quindi, di frequente che le bambine vengano riprese e che sia vietato loro di toccarsi, generando, così, un profondo senso di colpa e di vergogna legato alla scoperta del corpo e del piacere sessuale. Ciò spesso non avviene, invece, con la controparte maschile, la cui ricerca di autostimolazione è generalmente più tollerata rispetto a quella femminile.

Anche durante l’adolescenza, le ragazze spesso vengono educate a evitare qualsiasi forma di esplorazione sessuale, sia essa individuale o all’interno di una relazione di coppia. La mancanza di dialogo e di un’educazione sessuale adeguata fanno sì che molte giovani donne non riescano a raggiungere piena consapevolezza di sé e della propria sessualità durante una fase della vita che, invece, dovrebbe essere caratterizzata dalla scoperta e dall’apprendimento. Questo vuoto di conoscenza contribuisce, inoltre, ad alimentare la cultura del silenzio che, da sempre, gravita attorno al tema del piacere femminile.

Educazione sessuale: perché è fondamentale educare alla sessualità fin dall’infanzia? 

“È essenziale comprendere che il nostro rapporto con la sessualità si sviluppa nel corso del tempo, evolvendosi costantemente attraverso tutte le fasi della nostra vita. Pertanto, favorire il confronto e l’approfondimento di queste tematiche tra le nuove generazioni, sin dall’infanzia, risulta fondamentale al fine di promuovere una comprensione sana e rispettosa della sessualità e creare un ambiente in cui le donne possano abbracciare il piacere e l’esplorazione del proprio corpo liberamente, senza vergogna o paura del giudizio. Investire nella formazione significa investire nel benessere delle donne e contribuire a costruire una società che valorizzi e rispetti la libertà e l’autodeterminazione di ognuna”, ha commentato la Dottoressa Valeria Fiorenza Perris.

Il ruolo chiave rivestito dall’educazione sessuale è sostenuto anche dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che, nel documento Standard per l’Educazione Sessuale in Europa, afferma: “l’educazione sessuale fa anche parte dell’educazione più generale e influenza lo sviluppo della personalità del bambino. La natura preventiva dell’educazione sessuale non solo contribuisce a evitare possibili conseguenze negative legate alla sessualità, ma può anche migliorare la qualità della vita, la salute e il benessere, contribuendo, così, a promuovere la salute generale”. La dichiarazione dell’OMS rappresenta un chiaro invito a educare alla sessualità fin dall’infanzia, in quanto elemento imprescindibile per la crescita e lo sviluppo degli individui.

Salute e benessere: i benefici della masturbazione femminile su corpo e psiche.

“La salute e il benessere della donna sono influenzati da molteplici fattori, e la masturbazione rappresenta sicuramente un elemento molto importante in questo contesto. Contrariamente a quanto si è spesso pensato in passato a causa di false credenze e pregiudizi, la pratica della masturbazione non solo si dimostra priva di effetti collaterali ma, anzi, offre numerosi benefici, sia al corpo che alla psiche. L’autoerotismo non dovrebbe essere considerato solo come un aspetto della sessualità, bensì come un elemento intrinseco alla salute e al benessere femminile. Comprendere appieno questi benefici è essenziale per favorire una prospettiva più aperta, in cui la sessualità venga percepita come un elemento fondamentale all’interno del quadro generale della salute e del benessere della donna”, ha commentato la Dottoressa Valeria Fiorenza Perris.

L’autoerotismo presenta, quindi, innumerevoli effetti positivi.

Da un punto di vista fisico, la masturbazione contribuisce al mantenimento della salute dei tessuti genitali, favorendone l’elasticità e la vitalità.

Questa pratica è anche un potente antidolorifico naturale: inducendo il rilascio di endorfine può aiutare a ridurre i dolori muscolari, lenire sensazioni di dolore come il mal di testa o i dolori mestruali e alleviare eventuali tensioni accumulate.

Un altro aspetto importante è la relazione tra masturbazione femminile e salute del pavimento pelvico. Praticare regolarmente l’autoerotismo può, infatti, contribuire a rafforzare il tono muscolare delle zone pelviche e anali.

La stimolazione sessuale associata alla masturbazione riduce, inoltre, il rischio di infezioni delle vie urinarie e la probabilità di perdite involontarie di urina e di prolasso uterino.

Oltre ai benefici fisici, l’autoerotismo ha un impatto significativo anche sul benessere mentale e psicologico. Questa pratica favorisce, infatti, il rilascio di dopamina e serotonina, che contribuiscono a migliorare il tono dell’umore, la qualità del sonno e la gratificazione sessuale. Ma non solo: svolge un ruolo fondamentale nel rilassamento e nella riduzione dello stress.

“La masturbazione rappresenta un gesto di consapevolezza e attenzione verso noi stesse, un momento di intimità assoluta dedicato all’auto-esplorazione. Oltre a rivestire un ruolo importante nella scoperta di sé, dei propri bisogni e desideri, questa pratica può favorire un maggiore apprezzamento del proprio corpo e contribuire a consolidare sicurezza e autostima, elementi fondamentali per una consapevolezza sessuale positiva. Da non trascurare, inoltre, sono gli effetti positivi che l’autoerotismo può avere sulla sfera sessuale. Una maggiore conoscenza di sé e del proprio corpo da parte della donna, può, infatti, agevolare una comunicazione più aperta e autentica con il partner, andando ad arricchire l’esperienza sessuale e promuovendo una sessualità più appagante e soddisfacente”, ha aggiunto la Dottoressa Valeria Fiorenza Perris, Psicoterapeuta e Clinical Director di Unobravo.

Masturbazione compulsiva: quando dietro all’autoerotismo si cela un problema.

La masturbazione è un atto naturale e sano, fonte di piacere e benessere. Tuttavia, l’eccesso può trasformarla in un comportamento disfunzionale e problematico.

“Come per qualsiasi altra attività, è importante mantenere un equilibrio sano e consapevole nella pratica della masturbazione. Quando l’autoerotismo diviene una pratica fuori dal proprio controllo, finendo con l’interferire e prendere il sopravvento sulla quotidianità o col generare disagi della sfera sociale, lavorativa o relazionale, in tal caso potrebbe essere indice di una problematica. In alcuni casi, l’autostimolazione sessuale potrebbe, infatti, trasformarsi in uno strumento atto a soddisfare esigenze psicologiche diverse da quelle della semplice ricerca del piacere, diventando una strategia di coping per affrontare l’ansia, lo stress o altre emozioni complesse. Si parla di masturbazione compulsiva quando la donna, spinta da un bisogno irrazionale e urgente, pratica atti di autoerotismo in modo ripetitivo e più volte durante l’arco della giornata. In altri casi, potrebbe, invece, essere sintomatico di una dipendenza sessuale, come la ninfomania, caratterizzata dalla necessità patologica e ossessiva di avere rapporti sessuali o praticare l’autoerotismo. Pur non essendo ufficialmente riconosciuta come disturbo psichico nel DSM-5, il Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali, l’ipersessualità può trasformarsi in un problema invalidante.

Le conseguenze di un approccio poco sano alla masturbazione possono includere: calo del desiderio, evitamento dei rapporti sessuali, isolamento sociale, stanchezza cronica e insonnia, così come anche bassa autostima, ansia, vergogna e tristezza.

È importante sottolineare che la masturbazione in sé non è dannosa. Sono il contesto e l’eccesso che possono portare a conseguenze negative. Quando questa pratica diventa una fonte di disagio personale o interpersonale, incidendo sulla vita quotidiana o creando problemi nelle relazioni, è consigliabile cercare un supporto professionale per valutare e gestire la situazione”, ha commentato la Dottoressa Valeria Fiorenza Perris.

Vivere al meglio l’autoerotismo e la sessualità col supporto della psicoterapia.

Quando l’autoerotismo assume caratteristiche di compulsività o smette di essere una fonte di piacere, trasformandosi in un’esperienza di disagio, oppure, nonostante venga praticato, non culmina mai o solo raramente con l’orgasmo potrebbe risultare benefico esplorare l’origine di tali dinamiche. In questo senso, la terapia psicologica è uno strumento molto prezioso. Rivolgersi a un professionista della salute mentale può essere di grande aiuto per indagare e comprendere i fattori psicologici che si celano dietro a un eventuale disagio o comportamento disfunzionale, identificare gli ostacoli psicologici che limitano la piena espressione sessuale e il piacere e acquisire strategie efficaci per connettersi di più con sé stessi, il proprio corpo, i propri bisogni e desideri. Con Unobravo, ad esempio, è possibile intraprendere percorsi di terapia online con psicologi e psicoterapeuti specializzati in sessuologia con cui esplorare, all’interno di un ambiente sicuro e confidenziale, le sfumature della propria sessualità. Favorendo l’auto-conoscenza e aiutandoci a ristabilire un rapporto più sereno e armonioso con noi stessi e il nostro corpo, la terapia può aiutarci a vivere più pienamente la sfera sessuale e a raggiungere, di riflesso, un maggior benessere fisico e psicologico”, ha concluso la Dottoressa Valeria Fiorenza Perris, Psicoterapeuta e Clinical Director del servizio di psicologia online Unobravo.