Barchino-robot elettrico di ENEA per ricerche avanzate sui fondali


ENEA ha sviluppato un barchino-robot elettrico a guida autonoma dotato di strumenti per eseguire indagini non invasive su fondali lacustri e marini

ciclo del carbonio

Un barchino-robot elettrico a guida autonoma dotato di strumenti per eseguire indagini non invasive su fondali lacustri e marini, anche archeologiche. Lo stanno mettendo a punto i ricercatori del Laboratorio ENEA di Robotica e intelligenza artificiale nell’ambito del progetto LAHKE[1], di cui l’Agenzia è capofila, con l’obiettivo di trasferire tecnologie avanzate alla ricerca archeologica in acque interne e marine.

“Per realizzare il drone marino di superficie, detto anche USV[2], siamo partiti da un comune barchino commerciale, al quale abbiamo aggiunto due diverse versioni di motori, al fine di migliorarne guidabilità e precisione del controllo,” spiega il responsabile del progetto Ramiro dell’Erba, ricercatore del Laboratorio ENEA di Robotica e intelligenza artificiale. “Il risultato finale è un mezzo affidabile ed efficiente che permette di esplorare i fondali per il ritrovamento di reperti archeologici sottomarini, in modo sicuro, in quanto dotato di telecontrollo di sicurezza a vista e di un sistema automatico di rilevazione ostacoli. Si tratta inoltre di un sistema sostenibile in quanto alimentato elettricamente, con un costo complessivo inferiore ai cinquemila euro”, prosegue dell’Erba.

L’USV, con il quale è possibile effettuare anche ricerca e monitoraggio ambientale, consiste in uno scafo in vetroresina a doppio strato, pesante circa 40 chili lungo circa 2,5 metri, dotato di murate alte per proteggere efficacemente la strumentazione dall’acqua.

All’interno un pilota automatico[3] installato su una piattaforma di controllo[4] e un computer di bordo[5] per compiti come video real-time e rilevamento ostacoli, mentre è in corso di sviluppo la procedura automatica di aggiramento ostacoli e ripianificazione missione.

“Nell’ambito di questo progetto, abbiamo sviluppato un hardware specializzato e un software open-source dedicato che permette di spingere le prestazioni del veicolo agli impieghi specifici cui è chiamato a operare”, spiega dell’Erba. “Tramite i dati acquisiti da differenti tipi di sensori acustici e no – conclude – potremo anche effettuare, ad esempio, una ricostruzione multimediale del sito archeologico della Marmotta sepolto nel lago di Bracciano”.

I vantaggi del veicolo robotizzato, oltre la precisione e la ripetibilità delle misure e il costo notevolmente ridotto rispetto a sistemi analoghi sul mercato – in quanto dotato di sensoristica non specifica a basso costo e di facile reperibilità -, sono la velocità elevata con cui può essere esplorato e mappato un sito, la praticità d’uso e la personalizzazione del mezzo a seconda dei molteplici compiti cui può essere destinato.