Nei pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi idonei al trapianto autologo di cellule staminali benefici dall’aggiunta di isatuximab alla tripletta KRd
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Nei pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi idonei al trapianto autologo di cellule staminali. l’aggiunta dell’anti-CD38 di nuova generazione isatuximab all’induzione e al consolidamento con la tripletta carfilzomib-lenalidomide-desametasone (KRd) aumenta i tassi di negatività della malattia minima residua (MRD). Lo evidenziano i risultati dello studio di fase 3 IsKia, presentati durante una sessione plenaria al recente congresso dell’American Society of Hematology (ASH), a San Diego.
L’aggiunta di isatuximab alla tripletta KRd, ha sottolineato la prima autrice dello studio, Francesca Gay, dell’Università di Torino, si è tradotta in un aumento dell’MRD-negatività dopo ciascuna fase del trattamento (induzione, trapianto e consolidamento) e in tutti i sottogruppi analizzati. Inoltre, fatto importante, questo beneficio si è mantenuto anche nei pazienti con un profilo citogenetico ad alto rischio.
Lo studio IsKia
Lo studio IsKia (NCT04483739) è un trial multicentrico internazionale, randomizzato e controllato, che ha arruolato 302 pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi di età inferiore a 70 anni e idonei al trapianto.
I partecipanti sono stati assegnati secondo un rapporto 1:1 al trattamento con isatuximab più KRd (quadrupletta Isa-KRd) o la sola tripletta KRd.
I pazienti hanno effettuato quattro cicli del trattamento assegnato come induzione, seguito dal trapianto autologo, e hanno poi effettuato il consolidamento con Isa-KRd o KRd. Hanno effettuato quattro cicli di consolidamento con la stessa schedula di dosaggio dell’induzione, seguiti da 12 cicli di consolidamento a dosi inferiori.
L’endpoint primario dello studio era il tasso di MRD-negatività, valutata mediante sequenziamento di nuova generazione (NGS, con una sensibilità pari a 10-5) dopo il consolidamento nella popolazione Intention-To-Treat (ITT). L’MRD è stata valutata in tutti i pazienti che hanno ottenuto almeno una risposta parziale molto buona (VGPR).
Gli endpoint secondari chiave erano il tasso di MRD-negatività (misurata con una sensibilità pari a 10-5) dopo l’induzione e la sopravvivenza libera da progressione (PFS).
Il giorno di chiusura dei dati per l’analisi era il 22 maggio 2023 e al congresso americano la Gay ha presentato i risultati osservati dopo i primi quattro cicli di consolidamento.
Le caratteristiche di base dei pazienti, ha detto l’autrice, erano ben bilanciate nei due bracci. Il 18% nel braccio Isa-KRd e il 19% nel braccio KRd presentava anomalie citogenetiche associate a un alto rischio, come una delezione del cromosoma 17p e/o le traslocazioni (t) (4;14) e/o (14;16); il 9% e l’8% aveva almeno due anomalie citogenetiche associate a un alto rischio.
Tassi di risposta simili con quadrupletta e tripletta
A un follow-up mediano di 21 mesi, l’83% dei pazienti nel braccio assegnato a Isa-KRd e il 90% nel braccio KRd avevano completato l’induzione e il consolidamento.
Dopo il consolidamento, la percentuale di pazienti in cui si è raggiunta almeno una risposta parziale molto buona è risultata del 94% in entrambi i bracci, mentre il tasso di risposta completa o migliore è risultato del 74% nel braccio Isa-KRd e 72% nel braccio KRd e quello di risposta completa stringente rispettivamente del 64% e 67%.
Tasso di MRD-negatività superiore con Isa-KRd
Il tasso di MRD-negatività post-consolidamento è risultato significativamente più elevato nel braccio Isa-KRd rispetto al braccio KRd e i tassi di MRD-negatività sono aumentati nel tempo, ha riferito la Gay.
Infatti, il tasso di MRD-negatività misurata con una sensibilità pari a 10-5 è risultato del 45% nel braccio trattato con la quadrupletta contro 26% in quello assegnato alla sola tripletta dopo l’induzione (OR 2,34; P < 0,001), rispettivamente del 64% e del 49% dopo il trapianto (OR 1,93; P = 0,006) e 77% contro 67% dopo il consolidamento (OR 1,67; P = 0,049).
Quando l’MRD è stata misurata con una sensibilità pari a 10-6, il tasso di MRD-negatività è risultato rispettivamente del 27% contro 14% dopo l’induzione (OR 2,36; P = 0,004), 52% contro 27% dopo il trapianto (OR 3,01; P < 0,001) e 67% contro 48% (OR 2,29; P < 0,001) dopo il consolidamento.
MRD-negatività post-consolidamento più alta con Isa-KRd in tutti i sottogruppi
Il tasso di MRD-negatività post-consolidamento è risultato superiore con la quadrupletta Isa-KRd in tutti i sottogruppi analizzati. Per esempio, nei pazienti con citogenetica ad altissimo rischio, il tasso di negatività dell’MRD è risultato del 77% con Isa-KRd e 53% con KRd quando l’MRD è stata misurata con una sensibilità pari a 10-5 e rispettivamente del 77% contro 27% quando l’MRD è stata misurata con una sensibilità pari a 10-6.
L’autrice ha riconosciuto che il follow-up è ancora breve e ha detto che i risultati relativi ai tassi di MRD-negatività a un anno saranno probabilmente disponibili il prossimo anno.
«Con un follow-up più lungo», ha affermato, «potenzialmente, lo studio può offrire l’opportunità di esplorare la correlazione tra la profondità dell’MRD-negatività e gli endpoint di sopravvivenza».
Con il follow-up attuale, finora non si è osservata una differenza di PFS fra i due bracci (95% a un anno in entrambi).
Tossicità gestibile
La tossicità è risultata gestibile in entrambi i bracci, ha detto la Gay.
Si è osservato un aumento lieve della tossicità ematologica nel braccio Isa-KRd rispetto al braccio KRd (rispettivamente 55% e 44%), dettato principalmente da un aumento della neutropenia (41% e 36%).
Non è stata riscontrata neuropatia periferica di grado 3 o superiore in nessuno dei due bracci e non è stata riscontrata nessuna differenza significativa per quanto riguarda le tossicità cardiache (7% e 13%) o vascolari (19% e 22%).
Gli eventi avversi più comuni di grado 3 o superiore correlati al trattamento sono stati neutropenia (36% e 22%), trombocitopenia (15% e 17%) e infezioni, esclusa quella da SARS-CoV-2 (15% contro 11%). L’infezione da SARS-CoV-2 ha avuto un’incidenza rispettivamente del 26% e 19%.
Il pazienti che hanno interrotto il trattamento a causa di tossicità sono stati il 6% e 5%. Inoltre, si sono registrati quattro decessi correlati al trattamento nel braccio Isa-KRd (due legati all’infezione da SARS-CoV-2, uno causato da una polmonite e uno da embolia polmonare) e uno nel braccio KRd (dovuto a shock settico).
Bibliografia
- Gay, et al. Results of the phase III randomized IsKia trial: Isatuximab-carfilzomib-lenalidomide-dexamethasone vs carfilzomib-lenalidomide-dexamethasone as pre-transplant induction and post-transplant consolidation in newly diagnosed multiple myeloma patients. Blood (2023) 142 (Supplement 1):4; doi: 10.1182/blood-2023-177546. https://ashpublications.org/blood/article/142/Supplement%201/4/503120/Results-of-the-Phase-III-Randomized-Iskia-Trial?searchresult=1