Negli uffici pubblici tornano ad aumentare le code agli sportelli


Dopo la pandemia i cittadini hanno ricominciato a frequentare gli uffici pubblici e, conseguentemente, i tempi di attesa agli sportelli sono tornati ad aumentare

sportelli code

Con la fine del Covid, anche i cittadini hanno ricominciato a frequentare gli uffici pubblici e, conseguentemente, i tempi di attesa agli sportelli sono tornati ad aumentare. Rispetto a prima dell’avvento della pandemia i livelli di produttività di moltissime amministrazioni pubbliche sono ancora sotto soglia. Ricordiamo che nel 2023 oltre 500 mila dipendenti pubblici erano ancora in smart working1; senza contare che in questi ultimi anni è continuato ad aumentare il numero di chi è andato in pensione senza essere rimpiazzato da un nuovo assunto. Insomma, dal 2023 gli italiani sono tornati a frequentare gli uffici pubblici, ma, per tutta una serie di ragioni, questi ultimi non hanno ancora recuperato una performance ottimale. Pertanto, è riaffiorato un problema che in questi ultimi anni avevamo rimosso: nelle ASL e nei Comuni, soprattutto del Sud, le code agli sportelli sono tornate ad allungarsi e ad aspettare più a lungo sono le persone anziane.

I giovani e le persone di mezza età, infatti, patiscono meno questi disagi; con maggiori conoscenze informatiche degli over 64, sempre più spesso non hanno la necessità di recarsi presso gli uffici pubblici. Grazie all’utilizzo del personal computer o dello smartphone, da qualche anno possono entrare in possesso dei documenti che necessitano standosene comodamente a casa. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA.

  • Il Covid ha allontanato i cittadini dagli uffici pubblici

La forte contrazione degli accessi agli uffici pubblici e la conseguente diminuzione dei tempi di attesa avvenuti tra il 2020 e il 2021 sono riconducibili al fatto che con la pandemia quasi tutti gli sportelli delle amministrazioni comunali front office hanno deciso di lavorare su appuntamento. Negli ospedali, invece, a causa del Covid, gli ingressi sono stati contingentati, contribuendo a diminuire le presenze complessive. Altresì, grazie al potenziamento dei call center telefonici e dei sevizi offerti attraverso il sito internet – come i pagamenti, le prenotazioni on line delle visite, delle prestazioni ambulatoriali e il ritiro dei referti/certificati – le strutture ospedaliere hanno contribuito a diminuire ulteriormente l’affluenza ai propri sportelli.

  • I numeri

Tra il 2021, anno in cui ci trovavamo in piena crisi pandemica, e il 2023, primo anno post Covid, le persone che si sono recate presso una ASL sono aumentate del 12,9 per cento (+ 2.246.000 persone), mentre quelle in attesa da più di 20 minuti sono incrementate del 24,4 per cento (+1.926.000 persone). Sempre nello stesso arco temporale, coloro che hanno dovuto interfacciarsi fisicamente con l’ufficio anagrafe del proprio comune sono aumentati del 13,4 per cento (+1.976.000 persone), mentre si è protratta l’attesa oltre i 20 minuti per il 14,1 per cento degli intervistati (+553.000 persone). Possiamo quindi stimare con buona approssimazione che nel 2023, rispetto al 2021, tra tutti i cittadini che hanno dovuto recarsi presso uno sportello pubblico (di una ASL o dell’ufficio anagrafe del comune) ed hanno aspettato più di 20 minuti, quasi 2,5 milioni (il 17,3 per cento del totale) hanno visto allungarsi i tempi di attesa ulteriormente (vedi Tab. 1).

Tab. 1 – ITALIA: numero di persone recatesi agli sportelli della PA e attese

Sportello

Utenti con
almeno 18 anni

2021

2023

Var. % e Var. ass.
2023/2021
(2 anni)

ASL
(*)

recatesi alle ASL
(in migliaia)

17.475

19.721

+12,9

+2.246

di cui: con attesa > 20 minuti
(in migliaia)

7.902

9.828

+24,4

+1.926

Anagrafe
(**)

recatesi all’ANAGRAFE
(in migliaia)

14.763

16.739

+13,4

+1.976

di cui: con attesa > 20 minuti
(in migliaia)

3.918

4.471

+14,1

+553

 Nr. di persone totali che hanno subito attesa presso ASL e Anagrafe > 20 minuti (in migliaia)  

+2.479

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Istat

(*) Persone che si sono recate in una ASL per prenotare una visita o un’analisi o per pratiche amministrative e che hanno atteso più di 20 minuti. (**) Persone che si sono recate negli uffici anagrafici (Comune, circoscrizione, anagrafe) per certificati, documenti, autentiche e altre pratiche e che hanno atteso più di 20 minuti.

L’andamento degli ultimi 30 anni delle persone che si sono recate presso una ASL e hanno aspettato di fronte allo sportello più di 20 minuti sono riportati nel Graf.1. Come accennato in precedenza, è possibile constatare il crollo avvenuto nel 2020-2021 e la successiva ripresa in entrambi i casi registrata successivamente.

Graf. 1 – Rapporti tra cittadini e ASL (persone >18 anni)

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Istat

A livello regionale nel 2023 gli sportelli ASL più “lumaca” nell’espletare i referti e le pratiche tecnico/burocratiche sono stati quelli ubicati in Sicilia. Nella regione più a sud del Paese, il 68,4 per cento degli over 18 ha dichiarato di aver atteso più di 20 minuti. Seguono le ASL di Molise con ritardi denunciati dal 67,6 per cento dei cittadini, la Calabria con il 67,2 per cento, la Campania con il 65,8 per cento e la Basilicata con il 65 per cento. Tra il 2021 e il 2023 le regioni dove “idealmente” la fila agli sportelli ASL è aumentata maggiormente sono l’Abruzzo (+11 persone), il Veneto e la Basilicata (entrambe con +10 persone) e la Sardegna (+9 persone) (vedi Tab. 2).

Tab. 2 – Numero di persone che hanno atteso più di 20 minuti agli sportelli delle ASL

Dati ogni 100 persone >18 anni che si sono recate nelle ASL

Rank per
anno 2023

Regioni e aree

2021

2023

Var. % 2023/2021

In 2 anni di quante persone è aumentata idealmente la fila?
(se diminuita -)

1

Sicilia

65,8

68,4

+4,0

+3

2

Molise

65,5

67,6

+3,2

+2

3

Calabria

65,9

67,2

+2,0

+1

4

Campania

60,6

65,8

+8,6

+5

5

Basilicata

55,2

65,0

+17,8

+10

6

Sardegna

53,4

62,2

+16,5

+9

7

Lazio

56,8

59,4

+4,6

+3

8

Abruzzo

46,2

57,1

+23,6

+11

9

Puglia

57,2

55,2

-3,5

-2

10

Piemonte

43,2

49,9

+15,5

+7

11

Lombardia

42,4

47,1

+11,1

+5

12

Liguria

39,5

42,5

+7,6

+3

13

Marche

36,8

42,4

+15,2

+6

14

Toscana

39,4

42,3

+7,4

+3

15

Umbria

33,7

39,8

+18,1

+6

16

Veneto

30,1

39,7

+31,9

+10

17

Emilia-Romagna

28,3

33,8

+19,4

+6

18

Valle d’Aosta

27,7

31,7

+14,4

+4

19

Friuli-Venezia Giulia

29,7

29,7

+0,0

=

20

Trentino-Alto Adige

18,7

20,8

+11,2

+2

 ITALIA

45,2

49,8

+10,2

+5

Mezzogiorno

59,4

63,0

+6,1

+4

Centro

45,9

49,3

+7,4

+3

Nord-ovest

42,2

47,3

+12,1

+5

 Nord-est

28,4

34,7

+22,2

+6

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Istat

Ovviamente, i maggiori utilizzatori dei servizi resi dalle ASL sono le persone in età maggiormente avanzata e, conseguentemente, ad aver atteso più di 20 minuti davanti allo sportello è stata proprio la coorte demografica degli over 64 (vedi Tab. 3).

Tab. 3 – ASL: utilizzo e attese agli sportelli crescono con l’età (anno 2023)

Fasce d’età

Persone di 18 anni e più
(A) – migliaia

di cui:
che utilizzano
le ASL (B) –

migliaia

di cui: in attesa per più di 20 minuti (C) – migliaia

Tasso di utilizzo
delle ASL (B/A*100)

Numero di persone in attesa da più di 20 minuti ogni 100 abitanti che si recano alla ASL (C/B*100)

18-24 anni

4.097

789

316

19,3

40,1

25-44 anni

13.193

4.002

1.931

30,3

48,3

45-64 anni

18.146

7.745

3.893

42,7

50,3

over 64

14.039

7.185

3.689

51,2

51,3

TOTALE MAGGIORENNI

49.474

19.721

9.828

39,9

49,8

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Istat

Sempre analizzando l’andamento degli ultimi 30 anni delle persone che, invece, si sono recate presso l’ufficio anagrafe del proprio comune e hanno aspettato davanti allo sportello più di 20 minuti sono riportati nel Graf. 2. Rispetto a quanto è accaduto presso le ASL, la riduzione delle presenze e delle attese oltre i 20 minuti nel biennio 2020-2021 sono state modestissime.

Graf. 2 – Rapporti tra cittadini e ANAGRAFE (persone >18 anni)

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Istat

Sempre a livello regionale, nel 2023 gli sportelli degli uffici anagrafe più “lenti” nel consegnare i certificati richiesti dai propri residenti sono stati quelli relativi ai comuni laziali: il 44,1 per cento degli over 18, infatti, ha dichiarato di aver atteso più di 20 minuti. Seguono i comuni della Sicilia con il 43,3 per cento, quelli della Puglia con il 34,7 per cento, quelli della Calabria con il 33,5 per cento e quelli della Campania con il 32,2 per cento. Tra il 2021 e il 2023 i comuni dove “ipoteticamente” la fila agli sportelli dell’anagrafe è aumentata maggiormente sono la Calabria (+8 persone), l’Umbria (+6 persone) e l’Abruzzo (+5 persone). Diversamente, le amministrazioni comunali che in questi due ultimi anni hanno visto diminuire la fila sono state quelle del Molise (-6 persone), delle Marche (-3 persone), dell’Emilia Romagna, Piemonte e Campania (tutte e tre con -2 persone) (vedi Tab. 4).

Tab. 4 – Numero di persone che hanno atteso più di 20 minuti all’ANAGRAFE

Dati ogni 100 persone >18 anni che si sono recate agli sportelli dell’anagrafe

Rank per
anno 2023

Regioni e aree

2021

2023

Var. % 2023/2021

In 2 anni di quante persone è aumentata idealmente la fila?
(se diminuita -)

1

Lazio

44,9

44,1

-1,8

-1

2

Sicilia

44,4

43,3

-2,5

-1

3

Puglia

33,2

34,7

+4,5

+2

4

Calabria

25,4

33,5

+31,9

+8

5

Campania

34,1

32,2

-5,6

-2

6

Umbria

25,9

31,8

+22,8

+6

7

Abruzzo

22,5

27,6

+22,7

+5

8

Sardegna

25,1

27,4

+9,2

+2

9

Basilicata

24,7

27,3

+10,5

+3

10

Toscana

21,7

23,9

+10,1

+2

11

Liguria

23,8

23,6

-0,8

=

12

Piemonte

25,1

23,2

-7,6

-2

13

Lombardia

18,8

20,7

+10,1

+2

14

Marche

21,2

18,4

-13,2

-3

15

Molise

24,2

18,4

-24,0

-6

16

Veneto

16,7

16,9

+1,2

=

17

Emilia-Romagna

19,1

16,8

-12,0

-2

18

Friuli-Venezia Giulia

12,9

14,8

+14,7

+2

19

Valle d’Aosta

9,5

9,9

+4,2

=

20

Trentino-Alto Adige

9,1

8,5

-6,6

-1

 ITALIA

26,5

26,7

+0,8

=

Mezzogiorno

33,7

34,2

+1,5

+1

Centro

33,1

33,5

+1,2

=

Nord-ovest

20,8

21,5

+3,4

+1

 Nord-est

16,5

15,9

-3,6

-1

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Istat

Note

Dati Istat relativi all’indagine campionaria Multiscopo “aspetti della vita quotidiana” che rileva le informazioni fondamentali relative alla vita quotidiana degli individui e delle famiglie. Viene condotta dal 1993 (con l’esclusione del 2004 in cui l’indagine non è stata effettuata) e l’ultima rilevazione fa riferimento all’anno 2021. L’indagine viene eseguita su un campione di circa 24 mila famiglie distribuite in circa 800 comuni italiani di diversa ampiezza e le informazioni raccolte consentono di conoscere le abitudini dei cittadini e i problemi che essi affrontano ogni giorno e se sono soddisfatti del funzionamento di quei servizi di pubblica utilità che dovrebbero contribuire al miglioramento della qualità della vita.

L’efficienza degli uffici anagrafe dei comuni è inversamente proporzionale al crescere della dimensione di questi ultimi. Infatti, il numero delle persone che nel 2023 ha denunciato di essere stato in attesa più di 20 minuti davanti allo sportello dell’anagrafe nelle amministrazioni con meno di 10 mila abitanti è stato del 12,6 per cento, nei comuni tra i 10 e i 50 mila abitanti è salito al 23,3 per cento e per quelli con più di 50 mila abitanti ha toccato il 36,4 per cento. Emergono delle differenze molto marcate anche tra le persone che abitano nei comuni limitrofi o più lontani alle grandi Città Metropolitane. Quelli che si trovano verso la periferia di queste grandi città hanno atteso più di 20 minuti “solo” nel 23,8 per cento dei casi, in quelli che risiedono nelle aree centrali la media “schizza” al 55,5 per cento (vedi Tab. 5).

Tab. 5 – ANAGRAFE: nei piccoli comuni l’attesa è nettamente inferiore (anno 2023)

Tipo di comune di residenza

Persone di 18 anni e più
(A)

di cui:
che utilizzano
l’ANAGRAFE (B)

di cui: in attesa per più di 20 minuti (C)

Tasso di utilizzo
dell’ANAGRAFE (B/A*100)

Numero di persone in attesa da più di 20 minuti ogni 100 abitanti che si recano all’ ANAGRAFE (C/B*100)

Piccoli comuni
(fino a 10 mila ab.)

13.742

5.069

640

36,9

12,6

Medi comuni
(da 10 a 50 mila ab.)

12.821

4.229

987

33,0

23,3

Grandi comuni
(più di 50 mila ab.)

8.363

2.616

953

31,3

36,4

Comuni centro-area metropolitana (*)

7.522

2.344

1.301

31,2

55,5

Periferia dell’area metropolitana (**)

7.028

2.480

590

35,3

23,8

TOTALE MAGGIORENNI

49.474

16.739

4.471

33,8

26,7

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Istat

(*) Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Catania, Cagliari.

(**) Comuni che gravitano intorno ai Comuni centro dell’area metropolitana.

  • Anche per le Pmi la PA è un grosso problema

A lamentarsi, comunque, non sono solo i cittadini ma anche il sistema produttivo. Per più di 8 imprenditori su 10, infatti, la Pubblica Amministrazione (PA) italiana obbliga le imprese a delle procedure amministrative complicatissime. Esclusa la Francia, nessun altro paese dell’Area dell’Euro ha registrato un sentiment così negativo come il nostro2. Rispetto alla media dei 20 Paesi monitorati nel 2023, l’Italia sconta un differenziale di quasi 25 punti percentuali in più (vedi Graf. 3). Il coacervo di norme, di regolamenti e di disposizioni varie presenti in tutti i settori continuano a ingessare il Paese, rendendo la vita impossibile soprattutto a coloro che vogliono fare impresa. E mai come in questo momento, oltre a riformare la nostra Amministrazione statale sarebbe necessario semplificare il quadro normativo, riducendo il numero delle leggi attraverso l’abrogazione di quelle più datate, ricorrendo ai testi unici, evitando così la sovrapposizione legislativa che su molte materie ha generato incomunicabilità, mancanza di trasparenza, incertezza dei tempi ed adempimenti sempre più onerosi. Siamo certi che tutto questo darebbe un forte impulso alla produttività del personale pubblico, spesso costretto a sottostare a procedure organizzative rigide e insensate che disincentivano la voglia di fare.

Graf. 3 – La complessità delle procedure amministrative denunciata dagli imprenditori dei 20 Paesi dell’Area Euro (*)

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Flash Eurobarometer 524 (aprile 2023)

(*) Dati relativi all’indagine “Business’ attitudes towards corruption in the EU”, flash Eurobarometer 524 indagine commissionata dal Parlamento europeo. Con riferimento alla complessità delle procedure amministrative sono state intervistate oltre 9.300 imprese dell’Area Euro (503 italiane). In Italia quasi l’83% delle imprese dichiara che le procedure amministrative determinano problemi nell’esercizio dell’attività di impresa, una percentuale nettamente superiore rispetto alla media dell’Area Euro (58,2%).

1 Modalità di lavoro che dal 1° gennaio 2024 ai dipendenti pubblici è consentita solo in casi molto particolari.

2 “Business attitudes towards corruption in the EU”, flash Eurobarometer 524, 2023